Chi è Cufter?
edito da Castelvecchi
Mercoledì 25 gennaio alle 19 presentiamo il libro di Stefano Corso “Chi è Cufter?”
Intervengono: Stefano Corso – autore e fotografo, Rina Ciampolillo – fotografa
Modera: Lorenzo Ottolenghi - Vice direttore di Rai Cultura
Poco meno di settemila negativi fotografici stereoscopici rimasti nascosti per decenni e una ricerca durata sei anni per ricostruire la provenienza e scoprire l’identità di chi le aveva scattate, fanno riemerge dal passato un fotografo straordinario che racconta l’Italia dei primi tre decenni del Novecento in tre dimensioni.
Nel romanzo, edito da Castelvecchi editore, si racconta la sua storia intrecciata alle fasi della ricerca che l’ha riportata alla luce dopo quasi un secolo.
Prima della pubblicazione del romanzo è inoltre nato un progetto social di divulgazione storico/fotografica dal nome “Chi è Cufter?” con lo scopo di mettere al centro l’opera del fotografo senza rivelarne l’identità.
Il misterioso “Cufter” pubblica periodicamente le sue foto inedite raccontando l’Italia di inizio secolo e intrattiene, rigorosamente nel linguaggio del suo tempo, una fitta corrispondenza con molti appassionati e esperti di fotografia storica che seguono le sue pagine.
IL VOLTO DELL'ALTRO: intimità e stereotipi con Nausicaa Giulia Bianchi
Giovedì 26 gennaio alle 18.30
Lezione aperta a tutti in Streaming con Nausicaa Giulia Bianchi
Per partecipare registrarsi qui: https://forms.gle/pQJfjeFUT83DBoc19
Il Reportage | Incontri di fotogiornalismo
Martedì 24 gennaio alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche il numero 53 di Reportage.
Il primo del 2023, si apre con l’intervista di Maria Camilla Brunetti alla giornalista e scrittrice svedese Elisabeth Asbrink, la quale racconta – in particolare – il problema della mancanza di giustizia e di chi ne soffre, suggerendo un modo per superarlo. Il primo reportage, che è anche la storia di copertina, ci conduce nel più grande ghetto rom d’Europa, situato alla periferia di Plovdiv (Bulgaria) ed è firmato dalla fotografa Selene Magnolia. Segue una corrispondenza di Orsetta Bellani da San Francisco, dove negli ultimi anni si è verificato un incredibile aumento dei senzatetto, per via del boom degli affitti, e dei tossicodipendenti. Il portfolio centrale è dedicato al grande parco industriale della Ruhr (Germania), realizzato dopo la chiusura delle miniere. Ne è autore Emiliano Negrini.
Nell’area India, Pakistan e Bangladesh, subcontinente asiatico, esiste la più alta concentrazione di navi cargo in disarmo. E’ qui, lungo le coste, che vengono smantellate tra gli innumerevoli rischi di inquinamento e infortuni sul lavoro. La storia di questo settore industriale e dei suoi lavoratori è raccontata nel dettaglio da Konstantin Novakovic.
Segue il reportage di Luca Zanetti, che parla della migrazione dei cristiani mennoniti, provenienti soprattutto dal Messico e dall’Argentina nelle pianure alluvionali della Colombia, dove si insediano creando vere e proprie colonie autonome.
Andrea Marchegiani ci fa invece scoprire la Dancalia (Etiopia), una regione che una volta era occupata dal mar Rosso e dove ora si trovano le immense pianure del sale, unica fonte di lavoro di migliaia di lavoratori, che estraggono le zolle dalla terra.
Il secondo portfolio è un lavoro ventennale in bianco e nero del fotografo James Whitlow Delano sul progressivo cambiamento della Cina. Il numero si conclude, come di consueto, con le cinque recensioni librarie, la rubrica “Un autore un libro” di Maria Camilla Brunetti, la poesia inedita di Valerio Magrelli, il racconto, firmato questa volta da Massimo Gezzi.
L’editoriale del direttore Riccardo De Gennaro è dedicato al primo presidente del consiglio donna, Giorgia Meloni. La foto vintage ricorda la tragedia del cinema Statuto a Torino nel febbraio 1983, quarant’anni fa.
Everyday shoes
Mercoledì 18 gennaio alle 18 presentiamo il libro Everyday Shoes che racconta il progetto ideato da Guido Gazzilli e Ludovica Rosi, nato per stimolare un dialogo aperto con i detenuti di alcuni istituti penitenziari.
Modera l’incontro: Anton Giulio Lana, Presidente dell’Unione Fornse per la tutela dei diritti umani
Intervengono: Dott.ssa Iole Calvigioni, Assistente Sociale e il Dott. Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone provate della libertà personale
Grazie alla collaborazione di famosi fotografi internazionali, tra cui: Michael Ackerman, Gilda Aloisi, Roger Ballen, Stephane Charpentier, Adam Cohen, Veronica D’altri, Damien Dufresne, Gabrielle Duplantier, JH Engstrom, Gianfranco Gallucci, Guido Gazzilli, Daniel Hoflund, Yulia Kazban, Cato Lein, Massimo Nicolaci, Lavinia Parlamenti, Fabien Pio, Lele Saveri, Peppe Tortora, Angelo Turetta, Piotr Zbrieski, Zoe Zipola, si è voluto creare un laboratorio di analisi dove i detenuti, attraverso la fotografia ed il suo linguaggio, hanno intrapreso un percorso terapeutico fatto di immagini e parole, che è riuscito ad evocare sensazioni, ricordi e speranze.
L’idea è quella di portare l’arte in luoghi spesso alienanti e pieni di sofferenza, con la convinzione che, con la sua suggestione emotiva, sia un’opportunità per stimolare riflessioni e dare origine a relazioni e a reazioni. I detenuti in questo modo sono incoraggiati a ristabilire un nuovo contatto con le loro emozioni e con i loro ricordi, attivando un processo di (ri)scoperta della loro coscienza e della loro dignità, spesso soffocate nel periodo della detenzione.
Attraverso l’immagine di una fotografia, ogni partecipante al progetto, è riuscito a evocare sue sensazioni e suoi ricordi, ad evadere dalla dimensione ristrettiva e a rivivere brevi momenti di libertà.
Questo vuole essere un percorso di rilettura, di interpretazione, di studio, di trascrizione, di analisi e soprattutto di immedesimazione.
L’arte, che è espressa con la fotografia, suscita le riflessioni e le emozioni vissute, durante i loro percorsi. Il libro è quindi un flusso di parole e immagini uscite dal cuore senza filtri, ma è anche un flusso di silenzi. Un lungo racconto senza pause, dove i detenuti si sono confidati ma soprattutto fidati del progetto e di noi.
Senza regole e costrizioni, ogni detenuto ha esplorato dove l’istinto emotivo, supportato e protetto dall’arte, li potesse portare, guidandoli in un processo di osmosi tra ricordo e proposito che si trasforma inconsapevolmente in un “cambiamento”.
Il libro, di grandezza 22x26cm con copertina telata, e di circa 225 pagine verrà stampato in 600 copie e distribuito nelle libreria dal 23 settembre 2022.
Ludovica Rosi è nata a Roma, si è laureata in economia e management, ma con una profonda passione per la letteratura latina e greca che l’hanno portata allo sviluppo di un giudizio autonomo collegato sempre a temi sociali ed etici.
Inizia il suo percorso nel campo artistico, collaborando in progetti con galleristi affermati ed artisti emergenti e partecipando all’organizzazione di mostre di arte contemporanea in grandi città europee tra cui Roma, Londra, Berlino e Madrid. Lavorando in collaborazione con riviste d’arte, Ludovica é stata autrice di diversi testi di critica artistica. Oggi è la direttrice di un gruppo di consulenza, Gallery Of Crypto Art, basato a New York.
Guido Gazzilli è nato a Roma nel 1983.Nel 2006 si diploma allo IED di Roma in “Arti Visive”.
Dal 2007 inizia a fotografare la strada , lavorando su alcune sottoculture giovanili e su artisti della scena musicale internazionale.
Dal 2010 lavora sull’identità e sulle condizioni dell’essere umano, attraverso narrazioni personali al cui centro pone ricerche antropologiche e sociali. Ha collaborato con diversi brand tra cui: Nike, Adidas, Fred Perry, Redbull, Fendi. Lavora su commissione per ritratti ed editoriali per alcune riviste tra cui: Gq, Vice, Rolling Stone, L’Uomo Vogue.
Il suo lavoro è pubblicato su importanti riviste tra cui: The Guardian, Der Spiegel, Internazionale, Il Sole 24 ore, Die Zeit.
Espone il suo lavoro in gallerie e musei in Italia e all’estero. Ottiene riconoscimenti e premi internazionali e partecipa a residenze d’artista. Ha lavorato come assistente per Paolo Pellegrin (2010-2013). Tiene dei workshops in alcune accademie d’arte in Italia.
Vive e lavora a Roma ed è rappresentato da Contrasto.
Presntazione del Calendario 2023
Dopo il calendario annuale del 2018 “Roma 3.0” Rotostampa e Officine Fotografiche tornano alla collaborazione realizzando il calendario 2023, dedicato al Municipio VIII-Roma Capitale, con il Patrocinio dello stesso Municipio.
ROTOSTAMPA, l’azienda dalle esclusive tecniche di stampa e nobilitazione, e OFFICINE FOTOGRAFICHE, scuola di fotografia e centro di cultura attivo tutto l’anno, operano entrambe nell’Ottavo Municipio di Roma, territorio in forte trasformazione e riqualificazione che attira interesse con le sue meraviglie tra cui, la più recente, il recupero dell’ex Convitto Vittorio Locchi, pregevole architettura razionalista, realizzato a metà degli anni Trenta dall’architetto e ingegnere Angiolo Mazzoni (lo stesso che progettò la nuova Stazione Termini nel 1938).
Al centro del cuore, la Garbatella, la “garden city” con gli edifici “barocchetti”e i valori irrinunciabili a cui i suoi abitanti sono profondamente legati: dal Parco dell’Appia Antica alla Caffarella, dalle Catacombe di San Callisto e di San Sebastiano al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, dall’archeologia industriale della via Ostiense con la Centrale Termoelettrica Montemartini ai tre Gazometri, dai ricordi della Resistenza, San Paolo, Montagnola, Piramide, Ponte di Ferro ai caduti di Nassiriya. Completano il quadro artistico e culturale le più recenti opere, tra cui la Street Art District d’Europa di Tor Marancia che ha reso famoso il quartiere, con l’ultimo murale dedicato ad Ennio Morricone, l’Università Roma Tre, il più grande luogo al mondo dedicato alla eccellenza agroalimentare italiana Eataly Roma.
Siamo quindi orgogliosi di aver realizzato questo calendario che pur non potendo ospitare tutte le bellezze citate mette in mostra alcune meraviglie del nostro straordinario quartiere e che speriamo vi accompagni per i prossimi 365 giorni.
Invitiamo pertanto soci, familiari e amici di Officine Fotografiche e di Rotostampa alla inaugurazione della mostra e distribuzione del calendario il giorno 13 dicembre alle ore 18,30.
La luce sul volto
edito da Postcart
Martedì 29 novembre alle 19 Maurizio Valdarnini dialogherà con Claudio Corrivetti di Postcart sul suo ultimo libro: La luce sul volto.
Nel processo di raffigurazione del volto l’equilibrio tra distribuzione formale e potenzialità espressiva delle ombre determina la logica che ha guidato gli artisti che ci hanno preceduto e che oggi troviamo codificata negli schemi d’illuminazione. Un ristretto numero di punti luce collocati nello spazio intorno al soggetto da ritrarre ognuno dei quali determina un particolare disegno di ombre sul viso del soggetto, ciascuno col suo specifico significato.
La carica espressiva delle ombre, nel loro modellare il volto umano, acquista un valore ancestrale ed indipendente dalle singole fisionomie a cui si applicano, consentendo l’individuazione di proprietà comunicative e simboliche autonome del segno luminoso e della sua origine. Schede tecniche e riferimenti iconografici completano le informazioni utili a realizzare un’illuminazione corretta sul piano formale e significativa su quello espressivo.
Ingresso libero
Tutto il Tevere dalla Sorgente al mare -
Terre di mezzo editore
Giovedì 3 novembre alle 19 Pietro Vertamy, presenta Tutto il Tevere dalla Sorgente al mare in dialogo con Agostino Letardi, camminatore, entomologo e ricercatore Enea.
Il Tevere bagna Roma, ma com’è prima e dopo? A piedi seguendo il fiume dal monte Fumaiolo fino al mare.
Un viaggio collettivo attraverso un patrimonio inestimabile di incontri, sentieri, tratturi, percorsi pedonali, paradisi di biodiversità e passaggi nascosti. E talvolta inaccessibili.
Un cammino in tre settimane: la prima, più selvatica, con la discesa dall’Appennino tosco-romagnolo e l’inizio dell’attraversamento dell’Umbria, la seconda nella dolcezza del paesaggio collinare fino a Orte, la terza in un territorio pianeggiante e urbanizzato.
L’arrivo al mare regala però ancora scorci inaspettati.
Abbecedario pasoliniano - incontro
Punto di Svista
- il libro di Dario Pontuale intitolato La Roma di Pasolini – Dizionario urbano (Nova Delphi Libri) e
- il workshop, realizzato in collaborazione tra Officine Fotografiche e Punto di Svista – Cultura Visuale, Progetti, Ricerca: INDAGARE IMMAGINARE – Pier Paolo Pasolini, tra sguardo e parola.
Il Reportage #52 - Incontri di Fotogiornalismo
Mercoledì 19 ottobre alle 19 presentiamo l’ultimo numero della rivista “Il Reportage”.
Modera l’incontro:
Riccardo De Gennaro (Direttore di Reportage)
Intervengono:
Giuseppe Nucci (fotografo)
Yarin Trotta del Vecchio (fotografo)
Jacopo La Forgia (giornalista e fotografo)
Nella stagione delle parole d’ordine e dei sovranismi abbiamo deciso di aprire il numero 52 della rivista (ottobre-dicembre 2022) con una sorta di “speciale ribelli” composto da tre reportage. Il primo è un servizio di Jacopo La Forgia che ha seguito i nativi dell’Amazzonia durante il loro pattugliamento di un’area del Perù, dove vivono, area funestata da terrorismo, deforestazione, narcotraffico, apertura di miniere illegali.
Il secondo è un ritratto, il ritratto di Hugo Blanco, celebre guerrigliero peruviano del passato, schierato per tutta la vita con i campesinos e che oggi i contadini vorrebbero riprendesse le lotte (lo firma Gabriella Saba). Il terzo reportage (autore è Federico Nastase, le foto sono di Edu Leon) racconta la vittoria dei contadini ecuadoriani, dopo diciotto giorni di sciopero, a sostegno della loro piattaforma rivendicativa (l’accordo verrà perfezionato nei prossimi mesi).
Lo sfoglio della rivista prosegue con un portfolio della fotografa Yulia Nevskaja, nata in Crimea ma che vive a Mosca, sulla Russia arcaica della Repubblica di Komi, dove il tempo si è sostanzialmente fermato al XVI secolo. Il fotografo Pier Giorgio Danella è stato invece in un lontano paesino siberiano e qui ha intervistato un medico, che ricorda un personaggio di Cechov, sul suo lavoro di intervento con l’ambulanza in tutta la regione, anche in presenza di temperature sotto i 40 gradi centigradi. La giornalista molisana Miriam Iacovantuono e il fotografo Giuseppe Nucci ci raccontano, invece, la “resistenza” dei contadini nei paesi più sperduti del Nord Molise a rischio abbandono. La vita nel carcere minorile di Nisida (Napoli), l’unico dove ai detenuti è permesso di fare il bagno in mare, è il tema del secondo portfolio, firmato da Yarin Trotta del Vecchio.
Non mancano, come di consueto, le cinque recensioni librarie, la rubrica con la poesia inedita di Valerio Magrelli, l’intervista di Maria Camilla Brunetti per “Un autore un libro” (questa è la volta di Mia Kankimaki). Il racconto è di Giancarlo Liviano d’Arcangelo ed è ambientato nella Istanbul di oggi.
L’editoriale di Riccardo De Gennaro è dedicato al ritorno del rischio dell’uso delle armi nucleari e della “bomba”; la foto vintage ricorda l’uccisione del giornalista Carlo Casalegno da parte delle Brigate rosse nel 1977.
Il Reportage #51 - Incontri di fotogiornalismo
Martedì 12 luglio alle 19 presentiamo il numero 51 della rivista Il Reportage a Officine Fotografiche.
La serata sarà moderata da: Riccardo De Gennaro (direttore di Reportage) Intervengono: Graziano Graziani (scrittore) Michela A. G. Iaccarino (giornalista e fotografa) Marco Raccichini (fotografo)
Ospite particolare del nuovo numero di Reportage è Dacia Maraini, che in una lunga intervista a Maria Camilla Brunetti racconta la storia della sua famiglia, i suoi libri, l’amore con Moravia e l’amicizia con Pier Paolo Pasolini nel centesimo anno della nascita di questi.
Il reportage di apertura è dedicato alla guerra in Ucraina: Ilaria Romano ha sentito le voci dei giovani artisti di Kiev, che parlano dell’evoluzione della loro sensibilità per via di un conflitto che non accenna a concludersi.
Segue, per contro, un resoconto dei problemi dei cittadini russi residenti in Italia, impossibilitati ad accedere ai loro conti e osteggiati dall’opinione pubblica in seguito alle sanzioni contro Putin.
Il servizio è di Michela A.G.Iaccarino, la quale scrive anche dei casi di ingiustificabile e ridicolo boicottaggio della cultura russa, non solo Dostoevskij.
Il portfolio centrale è di Marco Raccichini, che è entrato nei laboratori che studiano ed elaborano quello che potrebbe essere i cibo del futuro, economico e sostenibile, come i vermi, i bacherozzi, le cavallette, le mantidi, le larve, la farina di insetti.
L’ingresso è gratuito senza prenotazione.
Racconti dai Master - Alta Formazione OF
Racconti dai Master
a cura di Lina Pallotta, Augusto Pieroni e Alessandro Penso
In mostra tre progetti provenienti dal lavoro annuale di progettazione all’interno dei percorsi di Alta Formazione di Officine Fotografiche.
Sabato 25 giugno alle 15 i curatori racconteranno la genesi e le varie fasi progettuali dei progetti in mostra.
OMAM di Caterina Lorenzetti
Progetto selezionato all’interno del Master SHOOT! Narrazione e ricerca di Lina Pallotta
Inizierò così: mai dirò ad un’altra donna di non parlare a partire dalla sua rabbia, e nemmeno che non la abiti1.
Tutta la nostra forza collettiva mi ha spinto a confrontare attraverso questo lavoro, il giudizio legato ad un trauma infantile condiviso da tante donne. È un progetto a lungo termine di cui qui vedrete soltanto una piccola selezione del primo capitolo dove mi confronto con il caos e le contraddizioni delle emozioni.
Attraverso un percorso multimediale, rivivo e ricreo esperienze dolorose e difficili che nonostante i conflitti, mi hanno incoraggiata e dato energia e vitalità, mi hanno spinto verso il femminismo, dato consapevolezza e mi hanno fatto aprire verso me stessa e il mondo circostante.
Inizio da esperienze con cui sono cresciuta, nello specifico da abusi infantili in famiglia e violenza domestica, riflettendo su come siamo toccate dalle cose e come tocchiamo le cose2, come ho innescato il processo di risignificazione e destrutturazione di queste esperienze individuali che mi ha permesso di riconoscermi in una storia collettiva.
Tracce di Resilienza di Matteo Capone
Progetto selezionato all’interno del Master di Fotogiornalismo Contemporaneo di Alessandro Penso
Nell’Italia centrale, al confine tra Lazio e Umbria, si estende una superficie di 6197 ettari denominata “Paesaggio Culturale di Civita di Bagnoregio”. Essa è candidata a diventare Sito Unesco nel 2022 e comprende sei comuni: Civita di Bagnoregio, Bagnoregio, Lubriano, Civitella d’Agliano, Castiglione in Teverina e Graffignano.
Questo territorio si trova nella Valle dei Calanchi, una vasta area argillosa formata dall’erosione delle piogge, ed è caratterizzato da un’intensa attività geomorfologica (frane, attività sismica, erosione) che rende il paesaggio fragile e contribuisce ad un graduale processo di spopolamento. In- fatti, secondo i dati Istat, tra il 1961 e il 2021 la popolazione è diminuita di circa il 25%. Nonostante ciò questi borghi continuano ad essere delle mete turistiche in quanto realtà sospese nel tempo e vissute come un’epoca lontana dalla contemporaneità.
Con la candidatura a patrimonio Unesco, il concetto di tempo viene messo in discussione. Il passato aiuta a riflettere sulla loro importanza culturale mentre il presente fornisce un’idea sul rapporto di assenza-presenza della figura umana. Questi due aspetti si mescolano nel paesaggio sotto forma di tracce di resilienza, aprendo nuovi orizzonti e un futuro possibile in un luogo che non vuole perdere la propria identità.
Punto Fermo di Enrica De Nicola
Progetto selezionato all’interno del Master Firma Visiva di Augusto Pieroni
Il punto fermo è il più forte tra i segni d’interpunzione destinati a marcare i confini sintattici.
Tra tutti i rifugi, l’inquadratura è un nascondiglio eccezionale, una soglia che, mentre invita a uscire ed entrare, per me finisce sempre per assolvere allo stesso scopo: proteggere il mondo sommerso dell’emotivo.
Una protezione opprimente che subisco ma che, al contempo, cerco: se non altro per mettermi al riparo.
Nel costante timore di svelarmi troppo o troppo poco, di localizzarmi lì o qui, fantastico di un ritorno a un profondo irrintracciabile: un punto fermo dove la calma è calma, e non presagio di catastrofi imminenti.
Nei miei occhi
edizione Contrasto, modera l'incontro Alessandra Mauro
Nei miei occhi di Anna di Prospero
Presentazione editoriale
Contrasto pubblica Nei miei occhi, la prima monografia dedicata al lavoro di Anna Di Prospero. Tra gli sguardi più innovativi del panorama fotografico contemporaneo, la fotografa realizza un racconto che è un’originale ricerca sull’identità e la sua storia personale: il volume raccoglie le sue serie più famose, le fotografie più interessanti, ed è arricchito dal testo vibrante e coinvolgente della scrittrice americana Francine Prose.
Accompagnata dalla macchina fotografica, Anna Di Prospero posa ogni giorno i suoi occhi sul quotidiano, restituendocelo in immagini dal valore intimo e, al tempo stesso, assoluto: «Per me lo straordinario sta nella rielaborazione che faccio attraverso le mie fotografie costruite, dove il mio personale diventa qualcosa di più universale, ma con un mio punto di vista», racconta.
Le fotografie la ritraggono così nella sua casa, nel giardino, insieme alle persone con cui condivide la vita, i genitori, il compagno, i figli. Il suo sguardo si sposta verso la sua città, Latina, o verso quelle che frequenta per lavoro, come Parigi o New York. I ritratti sono l’esatto contrario dei selfie del nostro tempo, perché in ogni immagine Anna Di Prospero ci appare di spalle, assumendo così una nuova forma ogni volta, per raccontare quella complessità che ci accomuna e permettendo il coinvolgimento e l’immedesimazione di chi osserva: «Le straordinarie fotografie di Anna di Prospero ci ricordano che ognuno di noi ospita molti sé. È nella natura degli esseri umani», spiega Francine Prose nel testo che apre il volume.
Così, storia dopo storia, di Anna Di Prospero vediamo il corpo muoversi nello spazio, adagiarsi per terra, stringere al petto il figlio o abbracciare un’amica, ma non vediamo mai il suo viso. La sua presenza, delicata e misteriosa, si muove in ambienti quotidiani che diventano subito scenari da favola e, in ogni immagine, vediamo quel che vedono i suoi occhi e la seguiamo, come seguiremmo Alice alla scoperta del Paese delle meraviglie.
Info
Anna Di Prospero nasce a Roma nel 1987. Ha studiato fotografia presso l’Istituto Europeo di Design a Roma e presso la School of Visual Arts di New York. La sua ricerca fotografica si caratterizza per il segno introspettivo con cui esplora la quotidianità e il rapporto tra uomo e spazio. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e Stati Uniti, tra cui Les Rencontres D’Arles, Month of Photography Los Angeles, La Triennale di Milano e il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Tra i suoi riconoscimenti il Sony World Photography nella categoria Portraiture, il People Photographer of the Year degli International Photography Awards e il Discovery of the Year dei Lucie Awards 2011.
Il bacio di Giuda. Fotografia e verità
interverranno Francesca Adamo, Michele Smargiassi
edizioni Mimesis
In un percorso di otto saggi critici sulla fotografia, scritti nel corso di una lunga esperienza professionale, Joan Fontcuberta riflette sulla creazione delle immagini e sulla cultura che le vorrebbe espressione della verità e prova dell’esistente.
Ribellandosi alla credenza secondo cui il messaggio fotografico non necessiti di essere interpretato in quanto, per natura, “evidente”, Fontcuberta mette in dubbio l’idea di fotografia come specchio della realtà ed espressione della verità e il ruolo stesso del fotografo, che, crudelmente, dell’anima di ciò che ritrae restituisce solo la forma esteriore. Proseguendo con esempi tratti da vari ambiti della cultura – tra cui letteratura, cinema, teatro –, l’Autore mette in parallelo fotografia e scrittura e illustra i modi in cui l’immagine rappresenta o, piuttosto, semplicemente attrae.
Il bacio di Giuda è un classico della teoria della fotografia, già presente in bibliografia nei corsi universitari di comunicazione visiva.
Joan Fontcuberta, artista, fotografo, saggista, curatore di mostre. È autore di testi critici sulla fotografia, di cui esplora e manipola i confini tra reale e illusorio, verità e finzione. Interprete della fotografia contemporanea, premiato a livello internazionale, Fontcuberta ha esposto, tra gli altri, al MoMA di New York e allo Science Museum di Londra. Tra le sue ultime pubblicazioni: La furia delle immagini (2018).
Michele Smargiassi, giornalista di Repubblica e curatore del blog Fotocrazia.
Francesca Adamo, caporedattore di Mimesis edizioni, direttrice della collana Sguardi e Visioni.
Paris Photo–Aperture Foundation PhotoBook Awards
Paris Photo–Aperture Foundation PhotoBook Awards
Presentazione del Premio e approfondimento su alcuni libri presenti in mostra
con Fiorenza Pinna
Fastidiosa
Overlapse 2022
Un racconto intenso, personale e senza filtri della Xylella, l’epidemia vegetale che minaccia l’Europa; “Fastidiosa” è il risultato di un progetto a lungo termine di Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni che hanno fotografato i contadini locali e la devastazione ambientale in Puglia per un periodo di sei anni.
Il duo ha trascorso mesi nella regione vivendo in un vecchio frantoio tra gli uliveti, a stretto contatto con i contadini alle prese con la distruzione della loro tradizione ancestrale, della loro cultura e storia e dei loro mezzi di sostentamento, costretti ad abbattere gli ulivi per prevenire la diffusione dell’infezione nel Nord Europa.
Milioni di alberi sono già stati eradicati e non si conosce una cura per la malattia. “Fastidiosa” presenta un mix drammatico di ritratti analogici in bianco e nero e paesaggi, immagini a colori che evidenziano la ricerca scientifica e gli sforzi della sperimentazione, fotografie d’archivio di un’epoca perduta e le parole delle vittime che raccontano con le loro voci questo disastro epocale.
L'importanza della fotografia sociale
L’importanza della fotografia sociale
Presentazioni dei progetti curati da: Simona Filippini – Camera 21, Tania Boazzelli con Scatto Libero, Andrea Petrosino e Ornella Mazzola – progetto Wendy
WENDY
Laboratorio di racconto fotografico per bambin* e adolescent* (Palermo 2022)
di Andrea Petrosino e Ornella Mazzola
WENDY è il nome di un progetto laboratoriale di racconto fotografico nato dal nostro profondo amore per la fotografia.
Siamo due fotografi, Ornella Mazzola e Andrea Petrosino, fermamente convinti che la fotografia, così come l’arte in ogni sua forma, possa generare bellezza in ogni luogo e da ogni persona, se si fornisce uno stimolo e a questo si associa la libertà di sperimentare.
Il laboratorio, ideato dai fotografi Ornella Mazzola e Andrea Petrosino, è un progetto YOLK Palermo, sostenuto da Allenora Foundation, ospitato e promosso da Palazzo Butera Collezione Francesca e Massimo Valsecchi, curato da Valentina Bruschi e da Ferdinando Foresta, con la preziosa collaborazione di Baco About Photographs (Andrea Campesi e Valentina Sestieri).
Il Reportage - Incontri di fotogiornalismo #50
Martedì 17 maggio alle 19 presentiamo il 50 numero de Il Reportage a Officine Fotografiche Roma. A moderare l’incontro ci sarà: Riccardo De Gennaro, direttore de Il reportage, Maria Camilla Brunetti, caporedattrice, Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni, fotografi, Guido Guglielminotti, fotografo.
La copertina del nuovo numero è dedicata al portfolio del fotografo praghese Michal Novotny, che documenta lo sport più crudele del mondo, lo sport nazionale del Kirghizistan, una sorta di rugby a cavallo, giocato con la pelle di una capra al posto della palla ovale. Il numero, tuttavia, non poteva non essere aperto da un reportage dall’Ucraina, dove si parla della resistenza degli abitanti all’invasione russa: da un lato attraverso l’organizzazione di numerosi corsi di addestramento militare e di tiro al bersaglio, dall’altro con l’evacuazione dal Paese delle donne e dei bambini. Il servizio è di Jean Marc Caimi e Valentina Piccinni, che sono stati a Kiev e al confine con la Polonia.
Il secondo reportage è della fotografa Violeta Santos Moura ed è stato realizzato nelle aree rurali del Portogallo, aree sempre più isolate e svuotate per i problemi di natalità, emigrazione e pandemia. In Uganda, invece, il caso è inverso: al contrario della crisi delle nascite si è verificato un boom anagrafico, basti pensare che – come racconta Riccardo Bononi – la metà della popolazione ha meno di 15 anni. Filippo Venturi ci porta invece a Dubai durante l’Esposizione universale per scoprire che la città-baraccone degli Emirati arabi uniti ha due volti: quello dei milionari, degli uomini d’affari e dei turisti e quello degli “schiavi”, che con il loro lavoro sottopagato contribuiscono all’ostentazione della ricchezza e al perfetto funzionamento delle più sbalorditive tecnologie.
Se nel Golfo abbiamo una città in pieno sviluppo, dall’altra parte del mondo, negli Usa, ce n’è un’altra che rinasce dopo una fragorosa caduta. È il caso di Detroit, l’ex capitale dell’auto, diventata negli anni Novanta una “città fantasma”, la prima metropoli americana ad aver dichiarato bancarotta: oggi ha cambiato vocazione e punta sugli investimenti immobiliari, l’industria discografica, la cultura, l’economia green (il reportage è di Mauro Guglielminotti, che l’ha frequentata spesso nel corso degli ultimi trent’anni).
Il secondo portfolio è del fotografo Pietro Magnani, che è andato a Pyramiden, l’ex città mineraria di proprietà sovietica, ora completamente abbandonata, situata su di un’isola della Norvegia.
Non manca, naturalmente, la consueta e approfondita intervista: a raccontarsi a Maria Camilla Brunetti è, questa volta, lo scrittore, giornalista e “camminatore” Paolo Rumiz, il quale parla dei suoi libri e dei suoi viaggi. Anche nel numero 50, infine, ci sono la rubrica con le cinque recensioni librarie, nonché quella intitolata “Un autore un libro” ancora di Maria Camilla Brunetti (dedicata all’ultimo romanzo di Alessandro Bertante) e quella con la poesia inedita e commentata di Valerio Magrelli.
Il racconto inedito è di Riccardo De Gennaro, mentre la foto vintage ricorda il processo e l’esecuzione del criminale nazista Adolf Eichmann, sessant’anni fa, in Israele, dopo la sua cattura in Argentina.
Info
Ingresso libero
Temporary Life di Francesca Cao
a cura di Irene Alison edito da PostCart
Martedì 26 aprile alle 19 presentiamo il libro “Temporary Life” di Francesca Cao a cura di Irene Alison, edito da PostCart.
La presentazione è libera, ma su prenotazione a questo link: https://forms.gle/awkP5EJDaSdf4k7g6
I terremoti hanno aperto nel fragile tessuto geologico e sociale dell’Italia strappi spesso mai ricuciti, lasciando sul territorio tracce profonde. Dopo il sisma che ha colpito l’Abruzzo nel 2009, la fotografa Francesca Cao ha intrapreso un percorso di mappatura del paese, alla ricerca dei residui dei terremoti passati e delle architetture dell’emergenza che hanno segnato il paesaggio post-sismico anche nei modi e nelle forme del vivere delle comunità colpite. Balsorano, Montevago, Sant’Angelo a Scala, Messina, Poggioreale, L’Aquila.
Ognuno, nella quiete dei luoghi fotografati da Francesca Cao, ha il suo terremoto in testa. Ognuno coltiva in un modo diverso la memoria di un evento che ha cambiato – con modi, conseguenze e intensità diverse, ma sempre dirompenti – la storia di uomini, cose, città.
Dopo che la polvere si è posata, che è scemata l’eco delle grida dei sopravvissuti, delle sirene delle ambulanze e delle edizioni straordinarie dei telegiornali, dopo che l’italia ha rivolto altrove la sua attenzione, ricominciando a guardare avanti, Francesca ha scelto di tornare indietro. Con la pazienza e la cura di chi vuole cucire insieme una storia di fantasmi e di silenziose resistenze, di paesaggi e di vite interrotte.
Una storia che oggi, si dischiude dalle pagine del libro Temporary Life curato da DER*LAB e pubblicato da Postcart – a evocare l’idea di una vita “temporanea”, rimasta in sospeso, in attesa di un trasloco verso un futuro migliore.
Per assistere alla presentazione è necessario avere il green pass rafforzato.
Massimo Vitali - Una storia italiana
Il volume Massimo Vitali. Una storia italiana di Noemi Pittaluga, pubblicato dalla casa editrice Ledizioni di Milano, intende analizzare per la prima volta l’intero excursus artistico dell’autore, riconoscibile e famoso a livello internazionale soprattutto grazie alla sua Beach series.
Intervengono:
Noemi Pittaluga, autrice
Massimo Vitali, fotografo (diretta online)
Nicola Cavalli, editore Ledizioni di Milano (diretta online)
modera:
Anna Maria Monteverdi, Università degli Studi Statale di Milano
——- seguirà proiezione video intervista Photography for me is everything ——-
Evento in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi Statale di Milano.
Il libro ripercorre gli anni di formazione di Massimo Vitali e individua le fonti testuali e iconografiche (in particolare il legame con la tradizione della fotografia oggettiva, con l’arte rinascimentale e la storia del teatro) in connessione con la produzione delle ultime tre decadi.
Il testo, che presenta una cinquantina di scatti significativi dal 1994 ad oggi e rare immagini del primo periodo di attività del fotografo, mette in evidenza come la poetica dell’autore abbia una salda relazione anche con la grande tradizione della pittura di paesaggio e quella fiamminga del Cinquecento e Seicento e sottolinea come l’opera dell’artista sia orientata ad indagare le dinamiche relazionali che si instaurano tra le persone.
L’interesse di Massimo Vitali per i cambiamenti sociali e politici emerge nell’intervista esclusiva che, insieme con il testo critico, individua un chiaro fil rouge con gli scatti giovanili in bianco e nero del fotografo.
Lontano dall’evento spettacolare e traumatico, l’artista oggi osserva dalla sua alta pedana i cambiamenti degli usi e dei costumi prediligendo come set fotografico la spiaggia, ma non disprezzando altri luoghi come la montagna, la discoteca e la piazza.
Con una visione mediterranea che si coniuga con uno sguardo sottile e imparziale, il lavoro di Massimo Vitali, maturato negli anni ’90, mette al centro della sua ricerca l’uomo, presentato sempre come protagonista e mai come un segno grafico.
EN GARDE
Mercoledì 30 marzo alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche roma il progetto En Garde con le fotografie Fabio Renzi e i testi di Diana Pintus. Andrea Pellegrini è un atleta, è un simbolo dello sport, nel senso più puro del termine, quello dell’allenamento quotidiano e del gesto atletico straordinario, capace di fare la storia della Scherma e del Basket, in una carriera lunga venticinque anni.
Per partecipare alla presentazione che si terrà solo in presenza registratevi qui: https://forms.gle/oEEa5HKiTEwkNnjm6
Con la prima ha partecipato a sei edizioni dei Giochi Paralimpici, vincendo complessivamente nove medaglie, di cui un oro conquistato ad Atene nel 2004. Con il secondo può vantare ventidue anni di carriera nella squadra del Santa Lucia, dove tutto è cominciato nell’estate del 1992, proprio quando non l’avrebbe più creduto possibile.
Il 24 novembre 1991 Andrea ha un incidente ferroviario alla stazione di Ladispoli. Lo trasportano d’urgenza all’Aurelia Hospital, dove subisce vari interventi, ma nonostante gli sforzi dei medici gli viene amputata una gamba. In ospedale Andrea fa la conoscenza di alcuni ragazzi che gli cambieranno la vita, aiutandolo a recuperare la speranza, consigliandogli di rivolgersi all’Istituto Santa Lucia per la riabilitazione.
Andrea è stato capace, grazie allo sport, di riprendersi la sua vita a trecentosessanta gradi. E’ un uomo convinto che le barriere fisiche non contino niente e che l’unica barriera è la capacità di accettarsi.
“Se uno si accetta allora va incontro al futuro. È lì che nasce la forza. Questo è quello che vorrei insegnare ai ragazzi: la possibilità, grazie allo sport, di tornare a sorridere e di regalare sorrisi.”
Chi fa sport sogna sempre di vincere, ma Andrea con il tempo si è accorto che c’è molto più di quello. Aver fatto sport con passione e dedizione, è la più affilata arma che abbia mai avuto in mano, e riuscire a trasmettere questa passione è il suo sogno per il futuro.
Fabio Renzi
è un fotografo documentarista. Vive a Roma, ha frequentato corsi di formazione di fotografia documentaria e reportage fotografico presso Officine fotografiche.
Concentra le sue ricerche personali e i suoi progetti documentaristici su tematiche sociali e antropologiche.
Nel 2011 ha partecipato al progetto collettivo promosso da Officine Fotografiche “Dio Altrove”. Un viaggio attraverso i diversi luoghi di culto nella città di Roma, con l’obiettivo di documentare alcune comunità straniere di confessioni anche molto lontane tra loro, la cui immigrazione in Italia ha differenti ragioni storiche e sociali.
Dal 2012 lavora al progetto “En Garde” sul tema della disabilità, con l’obiettivo di raccontare la storia dell’atleta paralimpico Andrea Pellegrini.
Diana Pintus
Scrittrice e sceneggiatrice, dal 2013 si occupa di comunicazione sociale. Dal settembre 2014 lavora al progetto Storie Paralimpiche, tramite il quale ha costruito una rete solida di organizzazioni e istituzioni che si occupano di sport e disabilità in Italia, Brasile e Argentina, in particolare a Roma, Buenos Aires e a Rio de Janeiro, sede delle Paralimpiadi 2016.
Nel 2012 ha svolto Servizio Civile in Brasile (Foz Do Iguaçu) con il CESC Project, realizzando fra l’altro laboratori di video, giornalismo e narrazione.. Nel 2013-2014 ha svolto attività con persone disabili nei Laboratori Socio – Occupazionali della Comunità Capodarco di Roma e nel 2015 con il Grupo Luar Sem Limites e con la Cooperativa Sociale Integrata Matrioska.
Nel 2018 ha pubblicato il romanzo “Due Rimbalzi”, un romanzo ambientato durante le Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Dall’incontro, nell’ambito di Storie Paralimpiche, con Andrea Pellegrini e Fabio Renzi è nato il progetto “EN GARDE”, per il quale ha scritto i testi.
FotoSintesi di Marco Scataglini
Giovedì 24 marzo ore 19 presentazione del libro FotoSintesi di Marco Scataglini a Officine Fotografiche Roma.
Questo progetto celebra la bellezza e potenza del Sole e della sua capacità di generare la vita grazie a un alleato straordinario: le piante (e le foglie in particolare).
Naturalmente, per realizzare delle foto che rappresentassero in modo non “letterale”questi aspetti, avevo bisogno di tecniche diverse del solito.
Alcune erano già disponibili (Antotipia, Lumenprinting, Lumigrafia, Fotogrammi…) altre sono frutto di riadattamento “invenzioni” personali (Oxydolumenprinting, Lumenphoto).
Si tratta di tecniche“cameraless”, ma per una parte del progetto ho utilizzato fotocamere stenopeiche ricavate da barattoli per ottenere delle Solargrafie, mentre una sezione è stata realizzata in digitale sfruttando tecniche come il mosso intenzionale (ICM, Intentional CameraMovement) o le esposizioni multiplein-camera.
Il libro tratto dal progetto fotografico è organizzato in tre sezioni: la prima racconta la bellezza del sole, il “motore” della vita planetaria, la seconda mostra l’armonia delle forme delle foglie, la terza è dedicata agli alberi, ai boschi, al popolo delle piante.
Biografia
MARCO SCATAGLINI
Fotografo e un autore di saggi sulla fotografia e sui territori (sinora ha pubblicato 13 titoli) la sua formazione è avvenuta sul campo, collaborando per oltre 15 anni con le più importanti riviste di viaggi e turismo (“I Viaggi di Repubblica”, “Gente Viaggi”, “Tuttorismo”, “Qui Touring”, “Plein Air“, “Viaggi del Gusto”, ecc.), pubblicando oltre 200 reportage. Oggi si occupa di fotografia creativa, alternativa e irregolare, sia analogica che digitale, ed è un ricercatore di “cose interessanti” da raccontare, soprattutto nel campo della fotografia, dei luoghi, della natura e dei paesaggi, anche grazie alle tecniche dello Storytelling. E’ docente di fotografia e tiene corsi online e in presenza. Pubblica libri fotografici e libri sulla fotografia. I suoi ultimi due lavori sono “Una Momentanea Eternità” (2019), “La Sapienza delle Rocce” (2020) e “FOTO | SINTESI” (2021). Vive e lavora a Tuscania.
Sito Internet: www.marcoscataglini.eu
blog: www.kelidon.eu
Dentro una Storia - appunti sulla fotografia
Mimesis editore
Venerdì 18 marzo ore 18.30 Valerio Bispuri presenta a Officine Fotografiche ” Dentro una Storia – appunti sulla fotografia” edito da Mimesis. Interverranno alla serata:
Stefano Cipolla, Art director de L’Espresso
Angelo Rinaldi, Art director e vicedirettore de La Repubblica
Francesca Adamo, dirigente della collana e caporedattore di Mimesis
Valerio Bispuri, fotografo
L’evento si terrà solo in presenza, per partecipare registrarsi qui: https://forms.gle/kaTjvhLBYsWRMn8q9
“In fondo credo che la fotografia unisca la possibilità di rimanere bambini e di essere uomini forti, coraggiosi e incoscienti, dove le emozioni si rispecchiano allo stesso tempo nella velocità dello scatto e nella lentezza di saper guardare oltre, dove l’attimo può rimanere in superficie e allo stesso tempo toccare grandi profondità e dove l’istinto funziona solo quando si muove nel recinto della ragione”. Dentro una storia è il viaggio di un fotoreporter all’interno delle sue immagini.
Valerio Bispuri ci porta nel mondo degli ultimi, dei dimenticati e ci racconta il suo percorso fotografico e umano attraverso gli sguardi, i gesti di chi ha fotografato.
Un mondo osservato o meglio scrutato con pazienza e coraggio, due parole ricorrenti nel suo lavoro. Un fotoreporter controcorrente che usa il tempo per conoscere e raccontare, che ama le storie lunghe e che riesce a unire le proprie emozioni con la realtà.
Tra gli occhi di chi vive dietro le sbarre di una prigione, nel mondo della droga in Sudamerica, nell’universo di chi è sordo e nella realtà della malattia mentale, le storie di Bispuri nascono sempre osservando gli altri e la propria interiorità: “Ho sempre visto la fotografia come un guardare attraverso il mondo con la lente d’ingrandimento delle nostre emozioni. Un gesto che diventa forma, uno spazio che si interpone agli angoli remoti delle nostre linee interiori”.
Ingresso in sala con green pass rafforzato, la presentazione è gratuita e aperta a tutti.
Info
Valerio Bispuri è nato a Roma e lavora come fotoreporter dal 2001. Il suo lavoro è incentrato sulle storie degli emarginati e degli invisibili. Ha prodotto reportage in Africa e Asia, ma è in America Latina che ha trascorso gran parte della sua vita, scegliendo l’Argentina come suo secondo Paese. Collabora inoltre con diverse riviste italiane e internazionali.
Mari El - A Pagan Beauty di Raffaele Petralla
a cura di Annalisa D'Angelo e Anna Lavezzoli
Giovedì 3 marzo alle 19 presentiamo a Officine Fotogrfaiche Roma l’ultimo libro di Raffaele Petralla Mari El – A pagan beauty. All’incontro parteciperanno anche Annalisa D’Angelo, editor e curatrice indipendente e Anna Lavezzoli, grafica. Per partecipare è necessario essere in possesso del green pass rafforzato.<
Nei dintorni di Yoshkar-Ola, nella Repubblica di Mari El, una sperduta area rurale dellaRussia centrale, vive una popolazione attualmente di circa 650.000 abitanti, di origine finnica. Si chiamano Mari, parlano una lingua appartenente al ceppo ugro- finnico e usano una versione modificata dell’alfabeto cirillico. Si sono insediati in questo territorio attorno al V secolo d.C.
I Mari sono l’ultima popolazione pagana d’occidente. Vivono in rapporto simbiotico con la Natura, che viene celebrata come base della loro esistenza ed esercita una religiosità magica sulle persone. Essa è la madre benefica che protegge l’essere umano. La ciclicità della terra si fonde con le antiche pratiche pagane. La fede dei Mari venera le divinità dei quattro elementi naturali.
Nel sedicesimo secolo venne imposta loro la cristianità da Ivan il terribile e il loro territorio fu annesso all’ impero Russo. L’assoggettamento religioso non fu mai accettato completamente, essi infatti conservano ancora nel proprio credo una quantità significativa di elementi pre-cristiani. Nel XX secolo, con la nascita dell’Unione Sovietica, ai Mari fu proibito ufficialmente di celebrare rituali e sacrifici.
Negli anni della guerra fredda, molti personaggi di spicco dell’ Armata Rossa si rivolgevano in segreto alla guida spirituale Mari – Alexandr Tanygyn- , ponendo quesiti sui possibili esiti di strategie militari, perché affascinati dal loro potere magico.
Negli anni ’90, l’economia dei Mari, basata su agricoltura e allevamento, in linea con i dettami dei Soviet, entra in forte crisi con il dissolversi dell’ Unione Sovietica. La popolazione attuale è di circa 650.000 persone che vive sparsa in migliaia di piccolissimi villaggi nella regione di Mari El.
Nonostante le difficoltà legate all’impoverimento generale delle aree rurali che ha interessato tutta la Russia dopo il crollo dell’Unione Sovietica, i Mari sono rimasti ancorati alle proprie tradizioni in un luogo in cui il tempo sembra esser rimasto sospeso.
Il lavoro è stato pubblicato su Internazionale, GEO, The New Yorker, The Washington Post, Days Japan, De Morgen, La Nuova Ecologia, Trajectoire Magazine, Jyllands Polsten, Wu Magazine.
Premi e riconoscimenti: Premio Fotografia Etica di Lodi, PDN Storyteller, Lugano Photo Days, Siena International Photography Award, Organ Vida, Angkor Photo Festival, Burn Emerging Fund, Fotoleggendo, Verzasca foto festival,Umbria World Fest, Premio Voglino Best Dummy Photobook.
Bio
Raffaele Petralla, è un fotoreporter, documentarista e docente di fotografia. Si è diplo- mato presso la Scuola Romana di Fotografia nel 2007.
Dopo aver lavorato per qualche anno sui set cinematografici in qualità di assistente alle luci, focus puller e operatore, decide di dedicarsi interamente alla fotografia di reportage e al video documentario, con particolare attenzione a tematiche sociali ed antropologiche.
I suoi lavori sono stati pubblicati sulle principali testate internazionali tra le quali: New York Times, National Geographic U.S.A., Geo Magazine, Bloomberg Businessweek, The Washington Post, The New Yorker, Internazionale, L’Espresso, Days Japan, CNN photos, Der Spiegel, Terra Mater, D La Repubblica, La Repubblica, Corriere della Sera, De Morgen, VICE, De Morgen e molti altri.
Negli ultimi anni Petralla ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali e nominees tra cui: PDN Storytellers, Burn Emerging Fund, Premio Fotografia Etica, Premio Voglino, Lugano Photo Days, Fotoleggendo, Siena International Photography Awards, Verzasca foto festi- val, New Visions COTM, Kolga Tblisi, miglior autore – Portfolio Italia 2019.
Dal 2015 è membro dell’agenzia Prospekt Photographers.
E’ docente fotografia di reportage presso il Centro Romano di Fotografia di Roma e la Scuola Spazio Tempo di Bari.
Nel 2021 ha pubblicato il libro Mari people, a pagan beauty edito da Voglino Editrice. www.raffaelepetralla.com - www.instagram.com/raffaelepetralla
Pornoland Redux di Stefano De Luigi
modera Tiziana Faraoni
Venerdì 18 febbraio alle 19 Stefano De Luigi presenta a Officine Fotografiche Roma “Pornoland Redux”, nuova versione di uno dei suoi lavori più celebrati. Sarà l’occasione per capire come sia possibile, a distanza di tempo e con occhi nuovi, rileggere la propria esperienza e reinterpretare la propria visione.
Prenotazioni obbligatorie qui: https://forms.gle/
Stefano De Luigi è un fotografo italiano che attualmente vive tra Roma, Milano e Parigi. Ha iniziato la sua carriera lavorando per il Museo del Louvre come fotografo dal 1989 al 1996. Nel 2000 ho ricevuto la Menzione d’Onore del Leica Oskar Barnack Award .
I suoi numerosi premi includono quattro premi World Press Photo (1998, 2007, 2010, 2011), la borsa di studio Eugene Smith (2008), il Getty Grant for Editorial Photography, il Days Japan International Photojournalism Award (2010) e il Syngenta Photography Award (2015).
Durante il suo percorso fotografico, ha pubblicato 4 libri: Pornoland (Contrasto 2004), Blanco (Trolley Books, 2010), iDyssey (Editions Bessard, 2017), Babel con Michela Battaglia (Postcart Edizioni, 2018).
Attualmente lavora regolarmente con diverse riviste internazionali tra cui The New Yorker, Geo, Paris Match e Stern.
Dal 2008, Stefano De Luigi è membro della VII Agency.
Per accedere è necessario essere in possesso del green pass rafforzato.
Il Reportage - incontri di fotogiornalismo
Mercoledì 02 febbraio 2021 alle 19.00 presentiamo l’ultimo numero de IL REPORTAGE – Trimestrale di scrittura, giornalismo e fotografia. Per partecipare all’incontro è necessario registrarsi a questo form: https://forms.gle/UaZ1bp8gkdUimHZk6
Modera: Maria Camilla Brunetti (caporedattrice Reportage)
Intervengono:
Giuliano Battiston (giornalista)
Maria Camilla Brunetti (caporedattrice Reportage)
Raffaele Petralla (fotografo)
Numero massimo di partecipante a questo evento: 30 Per partecipare è obbligatorio possedere il GREEN PASS rafforzato. La registrazione è necessaria per accedere all’evento in presenza.
Reportage n.49, il primo numero del 2022, anno XIII del trimestrale, si apre con una lunga intervista allo scrittore e giornalista olandese Jan Brokken, che – intervistato a Torino da Maria Camilla Brunetti – parla della sua infanzia e svela i segreti di ognuno dei suoi libri.
Il servizio successivo è un viaggio per i paesini alle pendici dell’Etna, che gli abitanti chiamano ‘A Muntagna, dalla quale si sentono più protetti che minacciati (il lavoro è di Emanuele Occhipinti). Segue un reportage di Ines Della Valle dall’India, in particolare dalla città di Palani, dove ha sede un tempio dedicato al dio Murugan, al quale le donne donano le loro lunghe chiome, che andranno ad arricchire l’industria dei capelli.
Il fotografo spagnolo Oscar Espinosa ci porta invece alla scoperta della miniera d’oro della Rinconada, in Perù, dove le condizioni di lavoro sono molto vicine alla schiavitù e i minatori vengono pagati soltanto con le pepite che riescono (forse) a estrarre negli ultimi cinque giorni del mese lavorativo.
La “guerra segreta” degli Stati Uniti nel Laos è il tema del portfolio di Raffaele Petralla, una serie continua di bombardamenti che il mondo ha potuto conoscere soltanto a partire dal ’91 quando sono stati desecretati i relativi documenti della Cia.
Il dramma, oggi, è quello delle bombe inesplose, che si stima abbiano fatto 50mila vittime, 20mila delle quali dopo la fine del conflitto.
Segue, quasi inevitabilmente, un reportage dall’Afghanistan dopo la presa del potere dei talebani: Giuliano Battiston è andato nella Valle dei melograni e ha parlato con i lavoratori che raccolgono e smistano un frutto importantissimo per l’economia della zona. Gianluca Uda, invece, ci porta in Kenya, per l’esattezza a Dandora, dove sorge la più grande discarica a cielo aperto dell’Africa. Qui uomini, donne e bambini rovistano ogni giorno nei rifiuti in cerca di cibo e materiali riciclabili. Il secondo portfolio è della fotografa georgiana Natela Grigalashvili, che con le sue foto testimonia la vita della comunità nomade sui monti Adjara.
Non mancano la rubrica con le cinque recensioni librarie, nonché quella che ha per titolo “un autore, un libro”, che in questo caso ha per protagonista Gaia Manzini (l’intervista è, come di consueto, di Maria Camilla Brunetti). Una novità d questo numero è il cambiamento della rubrica curata da Valerio Magrelli, che – al posto della “lettera aperta” – d’ora in avanti pubblicherà una sua poesia inedita corredata dal suo commento personale. L’editoriale del direttore Riccardo De Gennaro è dedicato al caso del giovane egiziano Patrick Zaki. La foto vintage ricorda la morte di Giangiacomo Feltrinelli.
This hard land di Daria Addabbo
inviene Gino Castaldo