From static oblivion - Presentazione editoriale
Saranno in dialogo Giuliana Prucca - Avarie Publishing e Lina Pallotta - docente e fotografa
In collaborazione con la nona edizione di “Visioni Fuori Raccordo – Rome Documentary Fest"
All’interno della nona edizione del “Festival Visioni Fuori Raccordo – Rome Documentary Fest” martedì 13 dicembre ore 19.30 ospitiamo l’appuntamento per la sezione Visioni Extra: Giuliana Prucca (Avarie Publishing) in dialogo con Lina Pallotta presenta il libro From Static Oblivion, foto e video-performance dell’artista rumeno Ion Grigorescu.
From static oblivion intende approfondire, a partire dalla ricca produzione dell’artista contemporaneo rumeno Ion Grigorescu, la riflessione sullo statuto dell’immagine in quanto equilibrio di forze in tensione, forma di ciò che è in continuo movimento e operazione paradossale di cancellazione del corpo attraverso la sua stessa rappresentazione.
Nel lavoro di Grigorescu, come nel libro, il corpo è esibito continuamente sotto diverse forme – dalla fotografia al film, dalla performance al disegno – eppure assente, sospeso. Nell’impossibilità di performare e mostrare la propria attività artistica durante il regime, il corpo di Grigorescu finisce per nascondersi, scomparire nell’immagine. L’immagine cela, invece di mostrare, perché non è documentaria e trasmissibile, ma è costitutiva ed esecutiva, è un atto di nascita, una prova di (r)esistenza dell’artista innanzitutto in quanto uomo, dentro (o contro) ogni contesto geografico e storico. Non c’è arte, dice Deleuze, senza liberazione di una potenza di vita: nella ritualità dei suoi gesti e nel simbolismo delle sue perfomances, Grigorescu trova un modo per restare vivo, preservando il proprio essere intellettuale ma anche difendendo la dignità del quotidiano.
In una completa sovrapposizione di micro e macrocosmo, l’artista ingloba simultaneamente elementi della realtà circostante, mostrandoci una continuità tra arte e vita, un’interferenza tra l’opera e lo spazio di lavoro o di esperienza quotidiana: la sua dissidenza non è provocazione estrema e ostentata, ma un’operazione antiestetica che attraverso la sperimentazione e i mezzi tecnici limitati ci svela la finzione dell’arte e denuncia gli artifizi della rappresentazione.
Come una linea che progressivamente prende volume, il corpo di Ion Grigorescu si trasforma da occhio a obiettivo, fino a farsi schermo o pagina su cui si proiettano visioni interne o esterne, convertendosi da soggetto che fotografa in oggetto fotografato e osservato. Vera e propria narrazione di una “imago”, la parabola del corpo in realtà traccia un ritorno non al corpo stesso ma alla sua immagine. Il corpo “si scorpora”, diserta, si astrae, rendendo così, per proprietà transitiva, ogni immagine astratta. Nel tentativo di combinare l’orientamento concettuale e minimalista dell’opera di Grigorescu con la pratica segreta della body-art, il libro cerca di “sfreddare” il proprio contenuto dal carattere fortemente organico e poetico inscrivendolo in forme più geometriche ed epiche.
Le azioni di Ion Grigorescu, nudo davanti allo specchio o davanti alla camera, si accompagnano alla trascrizione dei suoi sogni notturni degli anni 70-80 dove sono evocati elementi della situazione politica e storica in cui egli si trovava ad operare. Le interrogazioni sul genere e sull’identità sessuale si associano ai dubbi di un’identificazione con il potere e ai timori di un’influenza dei discorsi propagandistici che attraversano la materia notturna. Grigorescu si produceva comunque nella segretezza del suo studio, sfidando le proibizioni o i pericoli di denuncia e dimostrando così che l’arte alla fine può essere un universo più libero di quello del sogno, capace di rappresentare il vero spazio del desiderio come categoria critica e di affermare l’immagine come strumento di un potere sovversivo.
Il montaggio del libro e l’editing delle fotografie si fa per reiterazioni successive, laddove l’immagine ripetuta non è mai uguale alla precedente per prospettiva, temporalità e modalità tecnica diverse. I vari materiali del libro sono spesso estrapolati da complessi figurativi più ampi, che possono dare un’impressione continua di déjà-vu e costringono in qualche modo il lettore ad arrestarsi, a tornare indietro eventualmente e a muoversi così all’interno del volume, coinvolgendolo in una lettura altrettanto performativa. Alcune delle sequenze dei film riprodotti sono montate specularmente in modo che il rispecchiamento tra l’artista e lo spettatore sia totale, mentre una serie di testi più descrittivi associati a schizzi, disegni e litografie dell’artista funzionano come piccoli manuali d’istruzione: anche in questo caso si richiede una partecipazione attiva del lettore che può così fare “accadere” il libro ogni volta come fosse un evento o la 25esima immagine di un film, l’immagine fantasma o inesistente che si produce per arresto (o avaria appunto) della pellicola e che il volume, nella sua forma, cerca di rendere visibile.
copyright Giuliana Prucca/Avarie Pubblishing
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immagini: copyright Ion Grigorescu/Avarie