LA LOTTA, IL CORAGGIO E L'AMORE. 12 storie di violenza di stato

Fotografie di Antonio De Matteo e Amnesty International Italia

SDT - LA LOTTA, IL CORAGGIO E L'AMORE - Rapporto 2023-24

Inaugurazione mostra 3 aprile ore 18:00 con interventi di:
Antonio De Matteo (fotografo)
Ilaria Cucchi (sorella di Stefano)
Cristiano Sandri (fratello di Gabriele)
Grazia Serra (nipote di Franco Mastrogiovanni
Laura Renzi (Amnesty International Italia)

Amnesty International Italia e il fotografo Antonio De Matteo realizzano una mostra fotografica dedicata alle vittime e ai sopravvissuti alla violenza di Stato, al fine di mantenere vive le loro storie e quelle dei loro familiari che, in alcuni casi per anni, hanno ricercato verità e giustizia per i loro cari. Da Stefano Cucchi a Gabriele Sandri, da Davide Bifolco a Andrea Soldi: sono tante le persone che negli ultimi 30 anni, in Italia, sono morte ingiustamente per mano dello Stato, uccise da chi doveva proteggerle. E c’è anche chi, per fortuna, è sopravvissuto, come Paolo Scaroni. Le fotografie mostrano i volti di chi non si è arreso e ha continuato a lottare affinché quello che è successo ai propri cari non accada mai più. I 16 dittici raccontano chi ha lottato per ottenere verità e giustizia e, attraverso oggetti e ricordi personali, chi è scomparso, a testimoniare quanto queste persone siano ancora presenti nelle vite e nella memoria di tutti.

 

MOSTRA VISITABILE DAL 3 ALL'11 APRILE
Orario mostra:
lunedì-venerdì 9:30 - 13:00 | 15:30 - 19:00
sabato 10:00 - 12:30
domenica e festivi chiuso
ingresso libero

RASSEGNA UNDERGROUND - Gli autori di Officine - mercoledì 19 marzo 2025 ore 18:30 - Officine Fotografiche Roma

The fabulous destiny of Dainaly

di Liliana Ranalletta

Invito-Ranalletta

The fabulous destiny of Dainaly

Dainaly, 24 anni, è una ragazza autistica, nata e cresciuta in una famiglia circense. Ama il Circo, è la sua casa fatta di sogni e colori. Qui possono prendere vita i personaggi del suo universo, qui la sua fantasia può tessere le sue trame, solo qui Dainaly  non è sola, sempre circondata dall’affetto dei suoi cari. Il Circo, quel mondo dove tutto appare finto, diventa l’universo del possibile, teatro incondizionato dove Dainaly riesce a declinare le impercettibili sfumature del suo immaginifico universo, così impenetrabile ed a tratti indecifrabile e segreto, eppure fatto di disarmante fragilità e dolcezza. Da 3 anni seguo Dainaly, con pazienza e con l’aiuto dei suoi cari, sono entrata a contatto con la sua quotidianità, fatta di piccoli gesti quotidiani, del suo rapporto speciale con gli animali e con i componenti della sua famiglia circense. Sua madre mi ripete spesso Dainaly è amore e riceve amore. Capisco che l’amore è l’unica chiave possibile per decifrare l’intricato tessuto del suo modo di relazionarsi con i suoi cari e con il resto del mondo. Qui alcune foto di il mondo di Dainaly che fanno parte di un progetto più ampio ed articolato.
Il 21 dicembre 2017 è stato stampato da Arti Grafiche Pasquarelli.

Liliana Ranalletta
Laureata in Lettere Moderne, ha studiato fotografia con professionisti di fama internazionale come Dario ColettiAugusto PieroniDario De DominicisClaudio Palmisano.
Street photographer per vocazione ha esplorato, prima di affrontare questa specifica disciplina, diversi tipi di fotografia passando dalla macrofotografia alla fotografia sociale producendo, in questi campi, lavori che hanno contribuito ad accrescere le sue capacità di osservazione oltre che essere oggetto di attenzione di giurie di premi nazionali e internazionali. 
Al centro della sua ricerca la “vita di strada” che negli anni ha generato un corpo di immagini ed esperienze incentrate sul rapporto tra gli spazi della metropoli e le persone che vi abitano. Architettura, studio del territorio, ma soprattutto l’uomo sono i temi che caratterizzano i suoi scatti.
Negli ultimi anni oltre ad aggiudicarsi diversi premi in concorsi internazionali ha dato alla luce questi libri: “The fabolous destiny of Dainaly” curato dalla photoeditor Irene Alison, “I sogni li spendo per strada” curato dal fotografo Dario Coletti, “La domenica mattina” curato dal fotografo Dario Coletti.

Rassegna OBIETTIVO DONNA - 06 marzo 2025 ore 18:30 - Officine Fotografiche Roma

IMOGEN CUNNINGHAM. 91 Fotografie a Martha Graham

a cura di Gloria Grandolini e Samantha Marenzi

Martha Graham 89, 1931
Martha Graham 1931 © Imogen Cunningham Trust

Nel 1931 Imogen Cunningham, al tempo quarantottenne e già considerata la fotografa sperimentale più indipendente e sofisticata della Costa Ovest degli Stati Uniti, scatta 91 fotografie a Martha Graham, protagonista della nascente Modern Dance americana.Sono fotografie intime e sensuali, molto diverse dalle immagini pubbliche della Graham e a lungo rimaste in gran parte inedite.
Quello dell’estate del 1931 è il loro unico incontro.
In occasione di un progetto formativo sulla fotografia di danza guidato da Samantha Marenzi per Officine Fotografiche, queste immagini sono diventate oggetto di ricerca e fonte di ispirazione in particolare per Gloria Grandolini, che ne ha ricostruito la storia e ottenuto i permessi di utilizzo. Grazie a questo intreccio di passioni e collaborazioni si riporta alla luce l’incontro tra due artiste nodali della cultura del Novecento. Oltre a restituire l’idea complessiva del ‘progetto di un giorno’, la mostra propone una selezione di immagini scelte dalle curatrici insieme allo staff di Officine Fotografiche.
Ringraziamo per l’autorizzazione a esporre e pubblicare il progetto l’Imogen Cunningham Trust, e in particolare la sua direttrice Meg Partridge, nipote della fotografa.
Samantha Marenzi

Info mostra
Orario mostra:
lun-ven: 9.30 - 13.00 | 15.00 - 19.30
sabato 9.30 - 12.30
domenica chiuso
ingresso libero
Rassegna OBIETTIVO DONNA - 06 marzo 2025 ore 18:30 - Officine Fotografiche Roma

IL RESPIRO IRREGOLARE DELLA VITA

di Ninni Romeo
a cura di Lina Pallotta

Bamboo Blues Sadan - Calcutta - India - 2008 Tanztheater Wuppertal Pina Bausch
Bamboo Blues – Sadan – Calcutta – India – 2008 – Tanztheater Wuppertal Pina Bausch

 

La mostra Il respiro irregolare della vita è una selezione del lavoro ventennale della fotografa siciliana Ninni Romeo sull’opera della grande coreografa Pina Bausch e del suo Tanztheater Wuppertal.
Con un editing trasversale, la scelta delle immagini mira sia ad evocare la poetica rappresentazione bausciana della vita (e del suo respiro irregolare), sempre in bilico tra humor e tragedia, tra manifesto e velato, ostentato e camuffato, sia a testimoniare la vicinanza emotiva tra Ninni e la Bausch, maturata nel corso di una lunga collaborazione professionale e di una profonda amicizia.
Così come la Bausch rifuggiva dallo stereotipo, interessata com’era soltanto a ciò che comunica davvero, anche Ninni, nel suo lavoro, è lontana da ogni cliché sia della creatività che della forma. Come scrive Leonetta Bentivoglio “C’è un’aria lisa e vera, nelle fotografie di Ninni Romeo, che si addice bene alla peculiare bellezza “bauschiana”. Un gesto, una luce, una presa, un abbandono, una violenza. Mai alcun compiacimento né alcuna vanità. Piuttosto la rarefazione della memoria e la delicata poesia dell’attimo.
Non sono “foto di spettacoli”, ma momenti d’essere.
Ninni non cerca la visione “ad effetto”, insegue il battito d’ala, il respiro irregolare della vita.”
Lina Pallotta

Info mostra
Orario mostra:
lun-ven: 9.30 - 13.00 | 15.00 - 19.30
sabato 9.30 - 12.30
domenica chiuso
ingresso libero
RASSEGNA UNDERGROUND - Gli autori di Officine - 28 febbraio 2025 ore 18:30 - Officine Fotografiche Roma

JAZZ IT

fotografie di Emilio D'Itri

Invito-Jazz it

In occasione dei 25 anni di Officine Fotografiche siamo lieti di presentare una rassegna di autori che in questi anni ci hanno accompagnato e contribuito alla crescita delle attività dell’associazione. Le mostre che saranno esposte nello spazio sotterraneo della sede e si susseguiranno per tutto il 2025.

Primo appuntamento con le fotografie del fondatore di Officine Fotografiche, Emilio D’Itri un lavoro in bianco e nero sul jazz.

 

Info mostra
Orari mostra:
lun - ven 10:00-13:00 | 15:00-19:30
 sabato 10:00-12:30
 domenica chiuso
 ingresso libero
Inaugurazione - 31 gennaio 2025 ore 18:30 - Officine Fotografiche Roma

DYING FOR WATER

di Nicola Zolin

Zolin_Mostra Invito

31 gennaio ore 18:30
inaugurazione mostra con presentazione del progetto PAESAGGI ANTROPICI.

Interverranno:
Amedeo Ciaccheri (Presidente Municipio Roma VIII)
Luciano Ummarino (Ass. Cultura Municipio Roma VIII)
Annalisa Cipriani (Italia Nostra)
Emilio D’Itri (Presidente Officine Fotografiche Roma)
Claudio Romanelli (Associazione Culturale Controchiave)
Clara Lolletti  (Resp. organizzativa Dominio Pubblico)

In America Latina, difendere le risorse naturali—specialmente l’acqua—è diventato un compito pericoloso e spesso mortale. Secondo l’ultimo rapporto di Global Witness, negli ultimi dieci anni sono stati uccisi 1.335 attivisti ambientali. Nonostante questa statistica allarmante, la resilienza delle comunità in prima linea continua a resistere alla violenza che cerca di fermare i loro sforzi.  Nel mondo, ogni due giorni un ambientalista perde la vita per questa ragione: il 39% di queste vittime appartengono a popoli indigeni, nonostante questi ultimi non rappresentano che il 5% della popolazione mondiale. Queste comunità hanno sopportato intimidazioni, violenze sessuali e fisiche, e la perdita dei loro membri più impegnati. L’impunità che segue questi omicidi permette alla distruzione ambientale di prosperare senza ostacoli, con solo la resistenza di queste comunità a fare da argine. Le cronache di questa vicende, molto spesso, raggiungono al massimo le pagine di stampa locale.

Insieme alla giornalista Paloma De Dinechin, abbiamo cercato di dare voce a tre di queste comunità, ciascuna delle quali ha perso un leader importante e continua a lottare per la protezione dell’acqua, un bene essenziale con cui sono profondamente legate culturalmente e spiritualmente.

In Messico, abbiamo seguito il popolo Wixárika nel loro mitico pellegrinaggio verso Wirikuta, un sito sacro, stravolto dalla siccità. Margarito Díaz, uno sciamano e leader della comunità, si è opposto all’industria mineraria e agricola, ma è stato ucciso durante la notte da un soggetto legato alla criminalità organizzata.
In Brasile, ho lavorato con una comunità quilombola nell’Amazzonia, colpita dall’espansione delle coltivazioni di soia, favorite dalle politiche di Jair Bolsonaro. Haroldo Betcel, un calciatore, è stato ucciso mentre difendeva l’accesso all’acqua potabile del suo piccolo villaggio circondato da proprietari terrieri impiegati nell’agro business.
In Guatemala, ho seguito la storia di Sebastián Alonso, un contadino ucciso mentre protestava contro un progetto idroelettrico che minacciava i fiumi della zona, vitali per i suoi raccolti e per la vita del suo popolo. Nonostante la resistenza avesse portato alla cancellazione dei finanziamenti dalla Banca InteramericanaBanca interamericana di sviluppo (BIS), l’omicidio di Alonso rimane irrisolto.

Questi casi mostrano che in America Latina la difesa delle risorse naturali non è solo un atto di tutela ambientale, ma una lotta esistenziale che spesso costa la vita ai leader comunitari. Nonostante i traumi e le sofferenze, il coraggio e la determinazione di queste comunità continuano a brillare per la difesa del bene più prezioso, l’acqua.

 

L’evento è realizzato nell’ambito del progetto Paesaggi Antropici  sostenuto da Laboratorio di Creatività Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura.

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Info mostra
Orari mostra
dal lunedì al venerdì 10.00 - 13.00 | 15.30 - 19.00
sabato 10.00 - 12.30
domenica chiuso
Ingresso libero
Laboratori OF - 12 dicembre 2024 ore 18:00 - Officine Fotografiche Roma

VISIONI DI GRUPPO OF LABS

MOSTRE

Mostra degli OF LABS 2024

Giovedì 12 dicembre alle 18:00, dopo la presentazione dei prossimi OF LABS 2025, faremo un brindisi natalizio con pandoro, panettone e spumante per l’inaugurazione della mostra degli OF LABS, laboratori fotografici tematici del 2024 ideati per promuovere la crescita formativa di tutti gli associati nella realizzazione di un lavoro front-end: ripresa, editing, stampa e destinazione delle immagini.

In mostra:
IDENTITÁ - coordinatori Mariella Boccadoro, Francesca Pietrisanti e Nico Piersanti

IN_STRADA - coordinatori Stefano Mirabella, Massimo Valdarchi

L’ALTRO VERDE - coordinatrici Laura Bussotti, Carola Gatta e Antonella Simonelli

MACRO – Close Up Laboratorio – coordinatore Stefano Majolatesi

PLAYLIST – coordinatori  Luca Chiaventi e Mauro Cittadini

INFO MOSTRA:
dal 12 dicembre all’8 gennaio 2025
(Ingresso libero)

ATLANTE DELLA FOTOGRAFIA DI DANZA

Invito Atlante web22 NOVEMBRE ore 18:00
L’inaugurazione della mostra sarà successiva al Convegno
GRAFIE DEL CORPO #CONVEGNO
Studi e ricerche sul rapporto tra fotografia e arti performative (IV edizione)
Ideato da Samantha Marenzi
A cura di: Giordana Citti, Samantha Marenzi, Francesca Pietrisanti, Simona Silvestri

PROGRAMMA DEL CONVEGNO:
ore 10:00 – 13:00

  •  Introduzione alla giornata di convegno
  •  Presentazione del progetto dell’Atlante della fotografia di danza con:
    Samantha Marenzi (DAMS Roma Tre)
    Simona Silvestri (DAMS Roma Tre)
    Francesca Pietrisanti (Officine Fotografiche)
  • Raimondo Guarino (DAMS Roma Tre)

 

ore 15:00 – 18:00

  • Massimo Agus (fotografo)
  • Paola Favoino (fotografa)
  • Augusto Pieroni (docente e curatore

ore 18:00

Inaugurazione  mostra
Atlante della fotografia di danza. Prospettive storiche e sguardi sul presente
Fotografie di Massimo Agus, Paola Favoino e immagini dall’archivio fotografiaedanza.it

 

Scarica programma convegno

La mostra Atlante della fotografia di danza. Prospettive storiche e sguardi sul presente raccoglie gli esiti di una ricerca sui rapporti tra danza e fotografia nei primi decenni del Novecento, che si apre in questa circostanza ad alcune esperienze del contemporaneo. Allestita in occasione della quarta edizione del convegno Grafie del corpo. Studi e ricerche sul rapporto tra fotografia e arti performative, contribuisce all’obiettivo di mettere in relazione le ricerche artistiche e quelle scientifiche, le indagini storiche e quelle espressive, l’elaborazione teorica e la creazione.

Il progetto Atlante, avviato nel 2018 dal gruppo di studi coordinato da Samantha Marenzi e curato in collaborazione con Giordana Citti (Officine Fotografiche Roma), Francesca Pietrisanti (Officine Fotografiche Roma) e Simona Silvestri (DAMS Roma Tre), si basa su un lavoro collettivo di riorganizzazione del materiale iconografico oggetto di raccolta e di studio secondo criteri formali, stilistici, concettuali, o guidati da codici coreutici e/o figurativi. A questo si affianca una ricognizione bio e bibliografica dei soggetti in campo, attivi dai due lati dell’obiettivo fotografico. In tal senso, l’Atlante della fotografia di danza è un progetto ma è anche una pratica, che si rinnova nel tempo e che ragiona su come gestire il grande corpus fotografico accumulato.

L’allestimento proposto è una rappresentazione visiva del metodo di Atlante: dalla raccolta di immagini chiave, attorno alle quali si muovono altre immagini come sciami visuali, alla creazione di focus specifici in cui la rappresentazione ravvicinata di alcune immagini diviene una nuova proposta di visione, un possibile strumento per addentrarsi, scoprire, spostare il punto di vista sull’oggetto in esame.

Atlante accoglie, in questo contesto visivo, anche la fotografia contemporanea, ampliando il proprio immaginario con i lavori di Paola Favoino, fotografa che utilizza la performance nel processo creativo dei progetti fotografici e nel loro allestimento finale, invertendo l’ordine dei fattori che determinano il rapporto tra fotografia e azione esibita, e Massimo Agus, docente e fotografo impegnato nella ricerca sia pratico-artistica che critico-teorica, che lavora sui suoi materiali creando prototipi di libro dedicati a registi o gruppi che hanno lasciato un segno nella storia del teatro, proponendo modelli di auto-organizzazione e valorizzazione del proprio archivio.

FAGHAN - FIGLIE DELL’AFGHANISTAN

di Simona Ghizzoni
a cura di Giulia Tornari
La mostra è parte del progetto "I nostri diritti: dalla negazione all'acquisizione dei diritti per le donne afghane" realizzato da Nove Caring Humans e Zona.

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I TALEBANI STANNO CANCELLANDO I LORO VOLTI E LE LORO VOCI
19 DONNE AFGHANE SI RIPRENDONO IL DIRITTO DI ESISTERE

FAGHAN – FIGLIE DELL’AFGHANISTAN

Inaugura venerdì 18 ottobre alle 18.30 la mostra Faghan. Figlie dell’Afghanistan: 19 ritratti di donne afghane, fuggite dal loro Paese e ora residenti in Italia, realizzati dalla fotografa Simona Ghizzoni, oltre a un documentario inedito di Emanuela Zuccalà che racconta le loro storie. La mostra fa parte del progetto “I nostri diritti: dalla negazione all’acquisizione dei diritti per le donne afghane” realizzato da Nove Caring Humans e Zona.
L’obiettivo è quello di promuovere la conoscenza della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea da parte delle afghane rifugiate in Italia, per sottolinearne  l’importanza attraverso le voci e i volti di chi se li è visti negare. Le 19 protagoniste hanno partecipato a una serie di workshop di ascolto e confronto sul tema, organizzati da NOVE Caring Humans, e parallelamente sono state coinvolte da Zona come protagoniste di un set fotografico e del documentario.
L’intero percorso è stato finanziato da ActionAid International Italia E.T.S. e dalla Fondazione Realizza il Cambiamento nell’ambito del progetto The Care – Civil Actors for Rights and Empowerment, cofinanziato dall’Unione Europea. La mostra è a cura di Giulia Tornari.

Il 15 agosto 2021 i talebani riconquistano l’Afghanistan dopo vent’anni di presenza militare occidentale, instaurando di nuovo una dittatura di stampo religioso. Il Paese sprofonda in un caos di violenze, povertà estrema, violazioni dei diritti umani. I talebani sanciscono  un’apartheid di genere che segrega le donne tra le mura domestiche, vietando loro di studiare oltre la scuola primaria, lavorare fuori casa, frequentare palestre, parchi, saloni di bellezza. In pubblico, alle donne è proibito mostrare il volto, e persino far sentire la loro voce. Per le afghane, l’unica scelta è tra la morte sociale e la fuga all’estero.

Le 19 donne protagoniste della mostra “Faghan. Figlie dell’Afghanistan” sono riuscite a scappare e oggi vivono in Italia da rifugiate. Le loro storie ci restituiscono esistenze  dinamiche e ricche di progetti, prima che i talebani tornassero al potere: studentesse universitarie, operatrici umanitarie, guide turistiche, campionesse sportive, attiviste per i diritti delle donne… Fino alla fuga angosciosa, nei giorni convulsi del 2021 in cui  guardavano i loro sogni sgretolarsi, forzate ad abbandonare una terra che, nonostante tutto, continuano ad amare con profonda nostalgia.

Ora sto vivendo in un luogo in cui posso godere dei diritti umani fondamentali: ho la libertà, la libertà d’espressione, la libertà di scegliere cosa fare, cosa studiare, che lavoro intraprendere, come vivere… Ma da un altro lato penso: perché non posso godere di questi diritti a casa mia, nel mio Paese, con la mia famiglia? Perché oggi sono qui in Italia? Perché ho dovuto diventare una rifugiata, per godere di questi diritti?”, si chiede Mahdia, 19 anni, già campionessa nazionale di Taekwondo, studentessa e attivista.

Libertà, per me, significa avere il diritto di scegliere. Libertà è avere diritto all’istruzione, a potersi evolvere. Libertà è l’orgoglio di essere donna senza la paura che, poiché sono donna, non posso essere libera”, insiste Sonia, 30 anni, in passato autista del primo e unico servizio di trasporto locale in Afghanistan gestito da solo donne per le donne, noto come “Pink Shuttle”.
In lingua dari, faghan significa un gemito, un pianto di dolore. La parola è tratta da un verso di Figlia dell’Afghanistan della poetessa Nadia Anjuman (1980-2005), picchiata a morte dal marito che non tollerava la sua indipendenza di donna e di intellettuale affermata.

Nel fotografare queste donne, Simona Ghizzoni ha immaginato di restituire loro la possibilità, per anni esclusivamente maschile, di entrare in uno studio fotografico per il puro piacere di farsi ritrarre. Le donne si sono truccate, vestite e pettinate in autonomia, come solevano fare prima della censura talebana, per offrire all’obiettivo la loro rappresentazione più autentica.
Ad accompagnare le fotografie, un cortometraggio con la regia di Emanuela Zuccalà che, con interviste e video esclusivi della presa di Kabul nel 2021, approfondisce le storie di cinque di loro.

Questo il link per visionare il trailer del filmato: https://vimeo.com/1009835373

Orari mostra:
(Ingresso gratuito)
OFFICINE FOTOGRAFICHE
Via Giuseppe Libetta 1, Roma
19 ottobre – 16 novembre 2024
Aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19.30;
Sabato dalle ore 10:00 alle 13:00.

ALTA FORMAZIONE IN MOSTRA

Alta Formazione di Officine Fotografiche

Invito Alta Formazione in Mostra(Foto di Liman Wang)

INAUGURAZIONE 02 OTTOBRE ore 18:00

L’Alta Formazione di Officine Fotografiche offre ai suoi associati una formazione fotografica specialistica e professionale oltre che nell’ambito critico e curatoriale. Vanta un prestigioso corpo docente grazie al quale gli studenti possono acquisire ottime competenze attraverso  un valido percorso accademico.

Quest’anno, per l’Alta Formazione, saranno esposti i lavori di:
Sofiya Chotyrbok – Enrica De Nicola – Michele De Santis – Ilaria Gioia – Sestino Letizia​ – Daniele Mele – Tiziana Nicolini – Manuela Turtura – Francesco Vigliotti – Liman Wang

L’ALTA FORMAZIONE DI OFFICINE FOTOGRAFICHE:
FIRMA VISIVA
– con Augusto Pieroni
FOTOGIORNALISMO CONTEMPORANEO – con Alessandro Penso
IL LIBRO FOTOGRAFICO. Fra sperimentazione e progettualità – con Chiara Capodici
SHOOT! Narrazione e Ricerca – con Lina Pallotta

 

Info mostra

02 – 11 OTTOBRE 2024
Inaugurazione 02 Ottobre ore 18:00
Ingresso Libero

Officine Fotografiche Roma

Via G. Libetta 1 | Roma (Metro Garbatella)