Roma, novembre 2009. Via dei Fori Imperiali.
vendita straordinaria di libri e stampe - Martedì 18 dicembre 2018 ore 19.00 - Officine Fotografiche Roma

Una serata in ricordo di Emiliano Mancuso

in collaborazione con Zona, Postcart e PCM Studio

Martedì 18 dicembre alle 19.00 siete invitati ad Officine Fotografiche per una serata in ricordo di Emiliano.
Vi aspettiamo con un aperitivo e un po’ di musica, accompagnati da clip video e immagini dei suoi lavori.

Durante la serata sarà possibile acquistare a prezzo di copertina i libri Terre di Sud e Stato d’Italia, quest’ultimo disponibile anche in una versione limitata di 50 copie arricchite da una stampa 12×18 cm su carta Hahnemühle FineArt al prezzo di 45 euro.
Potrete anche ordinare alcune foto tratte da Stato d’Italia in formato 20×30 cm, che saranno stampate da Digid’a su carta Hahnemühle FineArt, al costo di 35 euro.

Pre-ordini sono possibili fino alle ore 12.00 del 14 dicembre 2018, scrivendo alla mail: servizi@officinefotografiche.org, specificando la/le foto scelte e il numero di stampe per tipo. In questo modo le stampe saranno consegnate il 18 dicembre.
Tutti i proventi della serata saranno devoluti alla famiglia di Emiliano.

Scarica l’invito

Le foto in vendita sono le seguenti:
Roma, novembre 2009. Via dei Fori Imperiali.
Roma, novembre 2009. Via dei Fori Imperiali.
Roma, novembre 2008. Studenti universitari in protesta davanti a Montecitorio contro la riforma Gelmini
Roma, novembre 2008. Studenti universitari in protesta davanti a Montecitorio contro la riforma Gelmini
Roma, novembre 2008. Assemblea generale del movimento studentesco "Onda Anomala" all'Università di Roma La Sapienza contro i tagli all'istruzione pubblica voluti dal ministro Gelmini.
Roma, novembre 2008. Assemblea generale del movimento studentesco “Onda Anomala” all’Università di Roma La Sapienza contro i tagli all’istruzione pubblica voluti dal ministro Gelmini.
Taranto, novembre 2009. La nipote di Antonello, giovane operaio delle Acciaierie Ilva, gioca vestita da principessa in una casa alla periferia di Taranto.
Taranto, novembre 2009. La nipote di Antonello, giovane operaio delle Acciaierie Ilva, gioca vestita da principessa in una casa alla periferia di Taranto.
Asinara, Porto Torres, giugno 2010. Un operaio in cassa integrazione della Vinyls fa il bagno in un momento di relax
Asinara, Porto Torres, giugno 2010. Un operaio in cassa integrazione della Vinyls fa il bagno in un momento di relax

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Presentazione del progetto fotografico - venerdì 30 novembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Monsanto® : a phographic investigation

di Mathieu Asselin

Venerdì 30 novembre alle 19 il fotografo Mathieu Asselin presenterà negli spazi di Officine Fotografiche Roma il suo progetto fotografico: Monsanto® : a photographic investigation. Ingresso libero.

Dozzine di siti Superfund della Monsanto® (ampi siti contaminati ad alta criticità, secondo l’agenzia statunitense Environmental Protection) negli Stati Uniti stanno colpendo centinaia di comunità e il loro territorio con terribili conseguenze sanitarie ed ecologiche. Monsanto® ha forti legami con il governo degli Stati Uniti e in particolare con la FDA (United States Food and Drugs Administration).

L’azienda mantiene rapporti ravvicinati con numerose altre potenze economiche e politiche in tutto il mondo, si impegna in campagne di disinformazione e nell’osteggiare istituzioni e singoli individui, come scienziati, agricoltori e attivisti che osano rivelare i suoi crimini. Monsanto® sta aprendo la strada a nuove tecnologie e nuovi prodotti, mentre scienziati, istituzioni ambientaliste e organizzazioni per i diritti umani stanno lanciando allarmi su temi come salute pubblica, sicurezza alimentare e sostenibilità ecologica, temi da cui dipende il nostro futuro su questo pianeta.

Questo è particolarmente inquietante dal momento che Monsanto® sta iniziando una nuova fase di non curanza nei confronti del nostro pianeta, attraverso la creazione e la commercializzazione di OGM.

Guardando il passato e il presente dell’azienda, questo progetto mira a immaginare a cosa assomiglierà il futuro sviluppo di Monsanto®.

Evento realizzato con il contributo della Fondazione Primoli.

Logo Fondazione Primoli alta ris

Mathieu Asselin (FR/VEN, 1973) vive e lavora tra Arles, Francia e New York. Ha iniziato la sua carriera lavorando nell’ambiente cinematografico a Caracas, in Venezuela, ma ha plasmato la sua pratica fotografica negli Stati Uniti.

Il suo lavoro consiste principalmente in progetti documentaristici a lungo termine, come il suo ultimo libro “Monsanto: A Photographic Investigation”, che ha ricevuto il plauso internazionale, vincendo il Kassel FotoBook Festival Dummy Award nel 2016, l’Aperture Foundation First Book Award nel 2017 ed è stato selezionato per il Deutsche Börse Photography Foundation Prize nel 2018.

Les Rencontre d’Arles in Francia, Photographer’s Gallery a Londra, il Fotomuseum Antwerp in Belgio e il Parlamento Europeo a Strasburgo sono tra le sedi più recenti in cui il suo lavoro è stato esposto.

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Incontri per i soci - Giovedì 13 dicembre ore 19 - La libreria di Officine Fotografiche

Marziane in libreria

a cura di Samantha Marenzi e Mariella Boccadoro

Giovedì 13 dicembre ore  19 terzo dei quattro incontri gratuiti per i soci “Marziane in Libreria – Storie di Cultura Fotografica”.
Lo Spazio di incontro sarà presso la libreria di Officine Fotografiche, dove Samantha Marenzi, in collaborazione con Mariella Boccadoro, organizzano incontri dedicati alla fotografia e ai libri.

Ultimo incontro giovedì 20 dicembre.
Vi aspettiamo!

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Passeggiate fotografiche per i soci - domenica 25 novembre dalle 10.00 -

Passeggiata per Garbatella

Vi aspettiamo numerosi alle ripresa delle uscite fotografiche, in programma la mattina di domenica 25 novembre a Garbatella, a partire dalle 10.

L’uscita sarà coordinata da Claudio Imperi, e prevede un percorso circolare intorno ai famosi Lotti, che toccherà le piazze più caratteristiche del Rione.
Chi volesse partecipare deve inviare una mail alla segreteria.
A ridosso dell’appuntamento, in base anche alle condizioni meteo, verrà inviata agli iscritti una mail con il punto esatto dell’appuntamento.
In caso di maltempo la passeggiata slitterà automaticamente alla domenica successiva.
La partecipazione all’attività è gratuita, ma riservata ai Soci in regola col pagamento della quota associativa annuale.

Gibellina vecchia (Trapani), febbraio 2016 - Cretto di Burri
Presentazione editoriale - Mercoledì 28 novembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Il Cretto Grande - di Massimo Siragusa

di Massimo Sicracusa

Mercoledì 28 novembre alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma il libro  “Il Cretto Grande – 50 anni dopo il Terremoto del Belice, un viaggio nella memoria”

Edito da PostCart edizioni.

Pagina dopo pagina, con Siragusa si scopre e si accede a una nuova lettura del Cretto, uno studio anatomico che ne rivela la forza quanto la fragilità, la bellezza dei dettagli, lo stupore degli scorci, la magia dei labirinti. Quando le rare viste dell’insieme appaiono, la sorpresa è ancora più grande di fronte a una sorta di topografia immaginaria, di città immobile, addormentata per sempre sotto un lenzuolo di cemento bianco.
Laura Serani, in Il Cretto Grande, Postcart Edizioni, 2018

Alberto Burri fu chiamato a realizzare un’opera d’arte per ricordare l’immane tragedia che colpì la valle del Belice nel 1968. L’artista scelse di coprire le macerie del paese distrutto, mantenendone l’impianto urbanistico, con un’immensa colata di cemento bianco. Il monumento è un enorme velo di 29 acri che ha inghiottito l’intera area del centro storico. Nella sua concezione originaria era interamente bianco; oggi il Cretto è mutato: il tempo ha annerito i muri, le sterpaglie sono cresciute tra le crepe del materiale. Dall’alto appare come un insieme di fratture nel terreno. Racconta Siragusa: “Gli anni hanno creato delle ferite. La superficie si è spaccata, è uscito il ferro dell’anima interna”. È un luogo -il Cretto- in cui l’arte non è fine a se stessa ma diventa lo strumento indispensabile per la salvezza della memoria.

 

 

Biografia

Massimo Siragusa è nato a Catania e vive a Roma, dove insegna allo IED. Ha esposto in numerosi musei e gallerie in Italia e all’estero e collabora con le più importanti testate internazionali. 
Con i suoi lavori di corporate ha raccontato la realtà delle maggiori industrie italiane. Ha vinto numerosi premi tra cui quattro World Press Photo – nel 1997, 1999, 2008, 2009 – e tre Sony Awards.

Ha pubblicato i libri: Il Vaticano, Il Cerchio Magico, Credi, Teatro d’Italia, L’Emozione della vertigine e Respirano i muri. www.massimosiragusa.it

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Progetto della scuola Biennale 2016/2018 - Presentazione martedì 13 novembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

’GRAFIE METROPOLITANE - TRIONFALE e VALLE AURELIA

Martedì 13 novembre alle 19  a Officine Fotografiche Roma presentiamo

Grafie Metropolitane un  progetto di Alice Fiorenza, Danilo Rea, Francesco Frugoni e Giordana Citti a cura di Andrea Kunkl.

Una ricerca corale e transmediale attraverso la memoria dei quartieri Trionfale e Valle Aurelia. Topografie metropolitane parte dalla pratica della sociologia visuale, l’esplorazione del territorio e la documentazione corale. Video ritratti, video interviste, archivi fotografici e mappe mentali costruiscono una galassia della percezione della memoria.

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Proiezione - Venerdì 16 novembre ore 19 - La casa del Cinema

Le Cicale un documentario di Emiliano Mancuso e Federico Romano

a cura di Zona e Officine Fotografiche Roma

Zona in collaborazione con Officine fotografiche organizzano una serata per ricordare il regista e fotografo Emiliano Mancuso
A Roma il 16 Novembre presso La Casa del Cinema di Roma sarà proiettato il film Le Cicale, l’ultimo documentario scritto e girato da Emiliano Mancuso insieme a Federico Romano.

Quando l’estate finisce, racconta la fiaba di Esopo, la formica previdente passerà un inverno sereno, la cicala che ha sperperato tutto invece morirà al freddo. Ma che succede se anche i chicchi di grano messi da parte dalla formica non sono più sufficienti ad affrontare l’inverno ?
Le cicale è un viaggio intimo nella vita di chi, già andato in pensione o in procinto di andarci, si ritrova a lottare ancora per sopravvivere, perché lo stato sociale oggi non basta più a garantire una serena “età del riposo”. Per tutti, quando l’inverno è arrivato, i chicchi di grano messi da parte non erano sufficienti, spesso nemmeno ad avere la certezza di poter dormire con un tetto sopra la testa. Ma il destino non li ha piegati, questi pensionati ed esodati: non sono rassegnati ma pieni di energia, perché sanno che è un loro diritto arrivare vivi alla morte. Un racconto corale, dove attraverso le voci di queste ‘cicale’ loro malgrado, ci troviamo di fronte una possibile verità, che il futuro dei giovani sarà molto simile al presente dei vecchi

Intervengono:
Federico Romano, co-regista
Aline Hervé, montatrice
Giuseppe D’Amato, montatore del suono
Giulia Tornari, produttrice per Zona
Giuseppe Riccardi, uno dei protagonisti del documentario
Modera l’incontro Jacopo Zanchini, vicedirettore di Internazionale.

Si consiglia la prenotazione scrivendo all’indirizzo:
v.deberardinis@zona.org

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Visita guidata - mercoledì 24 ottobre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Visita Guidata alla mostra Resolution 808 - Inside The Yugoslavia Tribunal

alla presenza della curatrice Daria Scolamacchia e del fotografo Martino Lombezzi

Mercoledì 24 ottobre alle 19 alla presenza del fotografo Martino Lombezzi e Daria Scolamacchia organizziamo una visita guidata alla mostra, L’ingresso è libero e aperto a tutti.

Il Tribunale penale internazionale per l’ex Yugoslavia (ICTY) è stato creato nel 1993 dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per indagare sui crimini di guerra che avvenivano nel conflitto balcanico: assedio, detenzione in campi di concentramento, uccisioni di massa, genocidio. Per la prima volta nella storia un tribunale è stato istituito nel mezzo di una guerra, con il compito di perseguire e giudicare i principali responsabili politici e militari delle atrocità. Non esistevano precedenti per guidare il lavoro pratico di questa istituzione, la prima corte penale internazionale dopo i processi di Norimberga e Tokyo alla fine della seconda guerra mondiale.

Il fotografo Martino Lombezzi e la giornalista Jorie Horsthuis nel corso del 2017 hanno avuto un accesso privilegiato a questa istituzione, e nella mostra “Resolution 808” ci portano dietro le quinte del tribunale, raccontandolo attraverso immagini degli interni, ritratti di molti protagonisti ed interviste esclusive. Accanto a ciò, hanno avuto la possibilità di lavorare negli archivi e fotografare oggetti provenienti dalla scena dei crimini che hanno segnato la fine della Jugoslavia.

Il Tribunale ha pronunciato la sua ultima sentenza lo scorso novembre: Ratko Mladic, ex comandante dell’esercito serbo bosniaco, accusato di genocidio e crimini contro l’umanità per il massacro di Srebrenica e molti altri crimini di guerra commessi dalle sue truppe durante la guerra del 1992-1995, è stato condannato all’ergastolo. Dopo questo giudizio lungamente atteso, l’ICTY ha chiuso i battenti, mettendo fine a venticinque anni di indagini sui crimini di guerra.

Il progetto “Resolution 808” vuole essere anche una riflessione sul senso di questa esperienza, il primo esempio pratico di giustizia penale internazionale.

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Presentazione fotografica - Giovedì 25 ottobre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Viaggio in Oman - dov'è possibile assistere al respiro della Terra

a cura di Giovanni Dalla Valle, Geologo di Kalias Viaggi

Giovedì 25 ottobre alle 19, Giovanni Dalla Valle, Geologo di Kalias Viaggi, presenterà a Officine Fotografiche Roma “Viaggio in Oman – dov’è possibile assistere al respiro della Terra” una selezione di immagini .

“Un viaggio in Oman ci fa scoprire un territorio ricco di paesaggi differenti, deserti, montagne e una costa selvaggia che si affaccia sull’Oceano Indiano.
Ci offre la possibilità di esplorare il suo territorio in tutta sicurezza, raggiungendo angoli silenziosi, accampandoci solitari tra le dune di sabbia del Rub Al Kali, uno dei deserti di sabbia più vasti del pianeta, camminando tra le pareti del Gran Canyon della Penisola Araba e scoprendo le comunità di pescatori che vivono sulla costa.
Con le immagini e i filmati del Geologo e Guida Kailas Giovanni Dalla Valle entreremo nel vivo di questo meraviglioso paese.”

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Presentazione editoriale - Giovedì 13 settembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Il Reportage - Incontri di Fotogiornalismo

Giovedì 13 settembre alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma il numero 35 della rivista “Il Reportage”.  All’incontro interverranno: Maria Grazia Calandrone (poetessa), Andrea Di Biagio (fotografo), Malì Erotico (fotografa), Graziano Graziani (scrittore). Modera l’incontro Maria Camilla Brunetti (caporedattore Reportage).

Copertina e portfolio centrale del Reportage n.35 sono dedicate alla rivolta e alla repressione nel sangue dei palestinesi della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano in occasione dello spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme. L’autore delle foto è il fotoreporter Fabio Bucciarelli, che testimonia la rabbia e la sofferenza di un popolo. Il numero si apre con una lunga e articolata intervista di Michela A.G.Iaccarino, che l’anno scorso vinse il nostro premio per il miglior reportage edito sulla stampa italiana, allo scrittore russo Edvard Limonov. Iaccarino è entrata nella sua casa di Mosca e ha parlato con Limonov, reso celebre dalla biografia di Emanuel Carrère, di politica, letteratura, storia della Russia.

   I primi due reportage riguardano due fiumi che attraversano diversi Stati (di qui i problemi), ovvero il Mekong e il Nilo. Ci è piaciuto collegarli e intitolarli “Storie fluviali”. Gli autori delle foto sono rispettivamente Andrea Di Biagio (il testo è di Angela Gennaro) e Nicola Zolin (che firma anche il pezzo). Con la poetessa Maria Grazia Calandrone ci spostiamo in Bosnia, un Paese che sembra ancora fermo all’indomani della fine della guerra civile. Calandrone racconta il paesaggio e le storie di due donne che vogliono andarsene (le foto sono di Stefano Stranges). Daniela Sala, invece, ci parla delle donne giordane, che hanno scoperto l’autodifesa, grazie alla nascita di numerosi palestre che insegnano le arti marziali.

   Lo scrittore Angelo Ferracuti, che sta scrivendo una biografia di Luigi Di Ruscio, è andato a Oslo anche per trovare la coppia di fondatori, negli anni Settanta, di un gruppo teatrale che portava in scena testi di denuncia contro il potere norvegese, ispirandosi, oltre che a Brecht, a Dario Fo e a Franca Rame. Con Graziano Graziani, invece, riscopriamo la Buenos Aires delle migliaia di  migranti italiani, i “tanos”, tra il cimitero della Cacharita e il Museo dell’Immigrazione. 

   Il problema dell’eutanasia è il tema del reportage di Francesca Del Boca e Federica Cocciro, che – attraverso la testimonianza dei parenti – raccontano otto storie di interruzione vita a partire dai casi più celebri (Welby, Englaro, dj Fabo). Nicola Rabbi e la fotografa Malì Erotico si occupano invece dell’ospitalità delle famiglie a Bologna per i malati psichici, un’esperienza pienamente riuscita. Il secondo portfolio parla delle miniere di calcare in Egitto ed è firmato dalla giovane fotografa francese Sidney Lèa Le Bour.

   Chiudono il numero, le recensioni, le rubriche “Un autore un libro” di Maria Camilla Brunetti, che intervista Gabriele Del Grande, e “Lettera aperta” di Valerio Magrelli. Il racconto è di Andrea Carraro. L’editoriale di Riccardo De Gennaro è dedicato all’insostenibile pesantezza del “governo Salvini”.

 

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Presentazione editoriale - Giovedì 24 maggio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Immagini di danza - Fotografia e arte del movimento nel primo Novecento

di Samantha Marenzi
Editoria & Spettacolo, Spoleto 2018.

Giovedì 24 maggio alle 19 Samantha Marenzi presenta a Officine Fotografiche Roma il suo libro Immagini di danza. Fotografia e arte del movimento nel primo Novecento

Cosa sono le immagini di danza? Scenari interiori che affiorano e modellano il corpo, forme create dai movimenti, capolavori del passato che ispirano le movenze e riempiono i gesti di significati. Ma anche raffigurazioni che documentano e conservano la memoria.

Nei primi decenni del Novecento le immagini contribuiscono alla grande rigenerazione della danza che accede al dominio dell’arte e penetra nelle opere degli artisti visivi.

Pittori, scultori, disegnatori, e, dall’inizio del secolo, anche fotografi, fondatori della fotografia artistica sulla cui scena la danza trova uno dei suoi piani di realizzazione. Una fotografia che non si limita a registrare il movimento del corpo, ma vuole evocare gli impulsi e le sorgenti della danza. Questo libro traccia i contorni della genesi della fotografia di danza, dei contorni sfumati che conservano l’idea di trasformazione che caratterizza l’inizio del secolo.

Intervengono:

Samantha Marenzi, Docente di Iconografia del teatro e della danza presso l’Università Roma Tre, fotografa e insegnante di tecniche analogiche e storia della fotografia del Novecento.

Raimondo Guarino, Storico del teatro, Professore Ordinario di Discipline dello Spettacolo presso Università degli Studi Roma Tre.

 

Samantha Marenzi insegna Iconografia del teatro e della danza al Dams dell’Università Roma Tre, dove sta concludendo il suo terzo anno da assegnista con un progetto sui rapporti tra arti visive e performative.

Specializzata in fotografia analogica e antiche tecniche di stampa, cura progetti di diffusione della cultura, della storia e delle pratiche della fotografia.

Dal 2010 collabora con Officine Fotografiche.

Presentazione numero 34 della rivista - Martedì 8 maggio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Il Reportage - incontri di fotogiornalismo

Martedì 8 maggio dalle ore 19 presentazione del nuovo numero di Reportage, saranno presenti alla serata:

Giulia Bosetti, giornalista di Presadiretta e autrice di “Uomini e no”, la nuova rubrica di Reportage dedicata ai diritti umani. Marco Sconocchia, che ha firmato per il nuovo numero di Reportage l’intervista a Martin Parr e il fotoreportage sulla Londra sottoproletaria.
Alice Ferranti, che ha intervistato Gabriele Lavia, uno degli ultimi maestri del palcoscenico.

A moderare Riccardo De Gennaro, direttore di Reportage

Il numero 34 di Reportage (aprile-giugno 2018) si apre con un’autentica chicca: un’intervista al grande fotografo inglese Martin Parr di Marco Sconocchia, suo amico. Il primo reportage in ordine di apparizione riguarda il leggendario cosmodromo di Bajkonur, da dove Yuri Gagarin venne lanciato nello spazio, come primo uomo, all’inizio degli anni Sessanta.

Questo reportage di Andrea Sorini ed Eliseo Acanfora anticipa un documentario che sarà realizzato nei prossimi mesi e che avrà per titolo “Bajkonur, Terra”, nonché un libro che sarà pubblicato dal Saggiatore. Segue un fotoreportage (con racconto) di un viaggio da Bucarest ai Carpazi, passando per la Transilvania, di Luciano Baccaro. Ci spostiamo poi a Londra, dove ancora Marco Sconocchia documenta la vita dei “dropouts” nei casermoni popolari della metropoli inglese. Di residenze di lusso, viceversa, ci parla Virginia Negro, che analizza il fenomeno delle “gated community” in Messico e nel Sudamerica, vere e proprie prigioni dorate per ricchi, protette da telecamere, guardie e filo spinato (le foto sono di Lidia Radwanski).

Damiano Beltrami e il fotografo Simone Perolari ci portano poi in un poligono di tiro del centro di New York, dove gli americani “giocano” con le pistole. Il portoflio centrale è firmato da Didier Bizet ed è dedicato alla ricostruzione della battaglia di Stalingrado a Minsk, sulla linea Stalin, in occasione del centenario della rivoluzione russa. Segue una sezione italiana: il fotografo Claudio Menna documenta la vita dei ragazzi non vedenti nell’istituto Colosimo di Napoli; Angelo Mastrandrea (col fotografo Piero Papa) conversa sull’isola di Pantelleria con Paolo Ponzo, il quale ispirò a Garcia Marquez un personaggio di un suo racconto, ambientato appunto a Pantelleria; il reportage di Lello Voce è un viaggio nel Vicentino con approdo a Molvena, dove sorge l’azienda tessile Bonotto, che è anche un museo di opere del Novecento, un caso di “simbiosi” tra industria e arte (le foto sono di Nicola Righetti); l’attrice e documentarista Alice Ferranti, infine, intervista l’ultimo grande attore e regista teatrale del Novecento, Gabriele Lavia, il quale parla del passato, del presente e del futuro dell’arte drammatica (le foto di Lavia sono di Tommaso Lepera).

Il portfolio di chiusura del numero è di un fotografo iraniano, Farhad Babaei, che ha fotografato i curdi nei loro momenti di svago. Seguono le consuete cinque recensioni di libri, l’intervista di Maria Camilla Brunetti a Sandra Petrignani sulla figura di Natalia Ginzburg, la rubrica di Valerio Magrelli con la sua “lettera aperta” e un racconto inedito di Veronica Raimo: “La casa di Arcopinto”. La foto vintage è dedicata ai 50 anni del Maggio francese, l’editoriale di Riccardo De Gennaro alla crisi della sinistra.

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Presentazione editoriale - Giovedì 19 aprile ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Presentazione Yogurt magazine

Yogurt, proiezione cartacea di Yogurtmagazine.com  si discosta dai consueti paradigmi editoriali, affermandosi piuttosto come una proposta curatoriale aperiodica, la cui ambizione è coltivare l’unicità dell’approccio autoriale, proponendo narrazioni che coltivino linguaggi visuali  inaspettati.

In questa uscita ci siamo soffermati sul corpo:  involucro e catalizzatore delle nostre pulsioni.

Antimatter è  quindi l’intenso viaggio visivo di quattro autori, il cui sguardo perturbante frantuma i paradigmi stessi dell’estetica fotografica, trasmutando il corpo in un simulacro, disgregato metafisicamente, violentemente carnale, suggerito o imposto, ma sempre presente.

Autori:
Dirk Braeckman
Julie Van Der Vaart
Fosi Vegue
Tian Doan Na Champassak


Yogurtmagazine.com

La Fattoria della Piana
Il cambiamento, tutto intorno a noi - Giovedì 5 aprile ore 19 - Officine Fotografiche Roma

CONCORSO STORIE DI ECONOMIA CIRCOLARE

Giovedì 5 aprile ore 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma il
CONCORSO STORIE DI ECONOMIA CIRCOLARE – Il cambiamento, tutto intorno a noi
Intervengono:
Marica Di Pierri – presidente CDCA
Alessandra De Santis – coordinatrice equipe di ricerca progetto Storie di Economia Circolare
Emiliano Mancuso e Federico Romano- fotografi e autori Storia Pilota “Fattoria della Piana”
Presentazione dell’iniziativa
 
Un concorso a premi annuale per videomaker, fotografi, giornalisti e scrittori e un Atlante web che censisce e racconta le esperienze di Economia Circolare in Italia: sono i due strumenti dedicati alla cittadinanza e agli addetti ai lavori nel campo dell’informazione dal progetto Storie di Economia Circolare. L’obiettivo: stimolare coscienza diffusa sull’entità e le conseguenze della crisi ambientale attuale e l’urgenza di orientare alla sostenibilità tanto il modo di produrre che di consumare. In particolare, il Concorso a premi Storie di Economia Circolare è rivolto a giornalisti, videomaker, fotografi, scrittori, storyteller. Il concorso è uno strumento per sostenere ed incoraggiare chi è impegnato nel racconto, attraverso i vari linguaggi espressivi, di buone pratiche in campo economico e sociale. Raccontare storie di economia virtuosa è al contempo utile strumento per valorizzare l’impegno delle imprese impegnate in processi produttivi a basso impatto e per sensibilizzare il pubblico ad un consumo critico e sostenibile. Il concorso avrà cadenza annuale e prevede 4 categorie di prodotti culturali, ciascuno incentrato su una diversa forma espressiva: video, foto, radio e scrittura. Dopo una fase di votazione popolare on line, una giuria tecnica di qualità provvederà a proclamarne i vincitori. Le storie vincenti saranno proposte a testate e media nazionali.
Nel corso dell’incontro sarà presentato il progetto e saranno forniti tutti i dettagli sulle modalità di partecipazione e le finalità dell’iniziativa.

 


Il concorso è patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti.
ISCRIZIONE GRATUITA
SCADENZA INVIO MATERIALI: 31 MAGGIO 2018

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Presentazione editoriale - Giovedì 22 marzo ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Il Vento e Il Melograno

un libro di Maurizio G. De Bonis e Orith Youdovich
interverrà Claudio Corrivetti/Postcart

Giovedì 22 marzo ore 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma il libro Il vento e il melograno – fotografia contemporanea israeliana di Maurizio G. De Bonis e Orith Youdovich.

All’appuntamento interverrà Claudio Corrivetti della casa editrice Postcart edizioni.

L’evento sarà basato su un percorso analitico e divulgativo (con visione di numerose immagini), comparazioni e approfondimenti sui singoli artisti e sull’intero movimento fotografico israeliano.

Il vento e il melograno. Fotografia Contemporanea Israeliana rappresenta un approfondimento critico relativo ai maggiori fotografi israeliani attivi negli ultimi trent’anni e costantemente presenti in numerose manifestazioni internazionali. Si tratta di una selezione di artisti, tra i molti che hanno contribuito allo sviluppo della scena di Israele, in grado di evidenziare un fenomeno creativo che oltrepassa, a causa del suo spessore culturale, della varietà di stili e di poetiche, i confini nazionali. Il risultato di questa ricerca sul campo durata alcuni anni, basata su ripetuti incontri nonché su lunghe visite agli studi dei fotografi, ha così evidenziato la vivacità e le innumerevoli sfaccettature di un movimento fotografico tra i più prolifici, stimolanti e moderni del panorama contemporaneo.

 

I fotografi presenti nel libro: Ilit Azoulay, Oded Balilty, Yair Barak, Deganit Berest, Yossi Breger, Elinor Carucci, Michal Chelbin, Barry Frydlender, Ori Gersht, Uri Gershuni, Pesi Girsch, Gaston Zvi Ickowicz, Vardi Kahana, Shai Kremer, Naomi Leshem, Ohad Matalon, Adi Nes, Gilad Ophir, Orit Raff, Simcha Shirman, Tal Shochat, Yanai Toister, Orit Siman-Tov, Pavel Wolberg, Sharon Ya’ari, Anna Yam, Lee Yanor

 

Danakil

Visita guidata alla mostra "Dancalia"

con il geologo guida Kailas Nicolas Martinoli

Il 16 marzo alle 18 negli spazi di Officine Fotografiche, il geologo – guida Kailas, Nicolas Martinoli, proporrà la visita guidata della mostra, raccontando le esperienze di viaggio, le sensazioni, le emozioni di un territorio in continua trasformazione. 

Nel febbraio 2016, Kailas Viaggi e Trekking ha organizzato e accompagnato il viaggio in Dancalia del fotografo Andrea Frazzetta.

Le fotografie di Andrea Frazzetta commissionate e pubblicate sul New York Times, vengono esposte nell’estate 2017 al Cortona On TheMove il festival internazionale di fotografia, per poi essere ospitate negli spazi di Officine Fotografiche in autunno a Milano e dal 23 febbraio 2018 a Roma.

Situata nel Nord Est dell’Etiopia, la vasta depressione della Dancalia è l’anello di congiunzione di tre placche tettoniche in costante espansione. Nell’attraversarla si scoprono aree geotermiche con sorgenti di acque calde a diverse temperature e fortemente mineralizzate, numerosi vulcani caratterizzati da lave molto liquide e ricche di gas.

Le fotografie testimoniano la meraviglia del luogo con le infinite distese di sale, i laghi dai mille colori sempre diversi e in continua trasformazione.

Un ambiente tra i più vulnerabili ed inospitali del pianeta – terra degli Afar, un popolo nomande, capace di  sopravvivere alla quasi totale mancanza di vegetazione e a temperature che possono raggiungere i 48 gradi.

©Lina Pallotta
Ciclo di incontri - martedì 13, lunedì 19 martedì 20 marzo 2018 ore 19 - Officine Fotografiche Roma

IMPARI OPPORTUNITÁ. Riflessione sul rapporto tra fotografie e genere

a cura di Lina Pallotta
Tre appuntamenti con: Raffaella Perna, Samantha Marenzi, Simona Filippini e Lina Pallotta.

In occasione del mese della donna, OF propone 3 incontri che confrontano il problema della paritá, di rappresentazione ed equitá, nel mondo della fotografia. Obiettivo è superare la cosiddetta sensibilizzazione, ma ampliare la comprensione della problematica e aumentare la conoscenza di figure fuori dalla comunicazione mainstream.

Femminismo per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti e opportunità: è la teoria dell’uguaglianza tra i sessi – politica, economica e sociale.

In un momento in cui le domande sui diritti, le responsabilità e i pericoli insiti nell’essere rappresentati e nel rappresentare gli altri, sono oggetto di riflessione in tutto il mondo, é necessario innescare una conversazione sul gap di presenza delle donne, abitualmente escluse o marginalinalizzate, sia nelle organizzazioni fotografiche, artistiche ed editoriali, sessisti nella loro selezione, che nella diffusione e divulgazione del lavoro stesso.

Il problema intrinseco nell’analizzare l’esclusione sulla base di genere, razza, sessualità e possibili categorie “altro” è che automaticamente si relega il gruppo in uno spazio separato, specchio della narrazione dominante che spesso esclude o ghettizza la molteplicitá di voci ed esperienze. Ma é dall’analisi di questa rapporto di potere che bisogna partire per costruire un inclusione culturale, lavorativa e sociale equa.

Per esempio, nel rapporto del WPP, The State of News Photography 2016 –

https://www.worldpressphoto.org/sites/default/files/upload/The%20State%20of%20News%20Photography%202016.pdf

Il sondaggio ha rilevato che, il gap di genere è pari all’incirca all’85% maschile e al 15% femminile.

James Estrin, fotografo e editore di Lens Blog del The New York Times osserva nell’articolo “Highlighting Women in Photojournalism”, https://lens.blogs.nytimes.com/2017/02/01/highlighting-women-in-photojournalism/ , che “le donne costituiscono la maggioranza degli studenti nei programmi di fotografia universitari e post-laurea e che molti dei migliori foto-editor sono donne”. Daniella Zalcman fondatrice di “Women Photograph,” dice “non c’è carenza di donne fotografe, solo una mancanza di un equa assunzione”. I numeri non mentono!

 

Martedì 13 Marzo, ore 19
Raffaella Perna

Riflessioni attorno a una mostra: la fotografia delle donne nella Collezione Donata Pizzi

L’incontro propone una riflessione sulla fotografia delle donne in Italia a partire dall’esperienza della mostra L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2015, tenutasi tra il 5 ottobre 2016 e l’8 gennaio 2017 alla Triennale di Milano, in cui è stata presentata per la prima volta la Collezione Donata Pizzi, costituita con lo scopo di valorizzare e promuovere la ricerca fotografica di alcune tra le più significative interpreti nel panorama italiano dalla metà degli anni Sessanta a oggi. Nell’incontro verranno presi in esame i criteri storico-critici che hanno guidato la selezione delle opere, l’allestimento, la cura del catalogo e la comunicazione dell’evento, mettendo a fuoco le metodologie e le questioni di carattere teorico e pratico emerse durante l’organizzazione della mostra. Qual è il significato di operare, oggi, una selezione in base al sesso? Quali ricadute ha sul piano culturale, estetico e politico una scelta siffatta? Da questi interrogativi muove l’incontro, che intende riflettere sul rapporto tra fotografia e genere, e sulla formazione di un racconto della storia fotografica alternativo a quello dominante, che tuttora marginalizza la presenza femminile.

Raffaella Perna è dottore di ricerca in storia dell’arte. Dal 2016 è professore a contratto di storia dell’arte contemporanea all’Università di Macerata. I suoi studi si sono concentrati sull’arte italiana degli anni Sessanta e Settanta e sui rapporti tra arte, fotografia e femminismo, argomenti a cui ha dedicato diversi saggi, conferenze e i libri: Piero Manzoni e Roma (Electa, 2017); Pablo Echaurren. Il movimento del ’77 e gli indiani metropolitani (Postmedia Books, 2016); Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta (Postmedia Books, 2013); In forma di fotografia. Ricerche artistiche in Italia tra il 1960 e il 1970 (DeriveApprodi 2009). È inoltre curatrice dei volumi: Ketty La Rocca. Nuovi studi (con F. Gallo, 2015); Etica e fotografia. Potere, ideologia e violenza dell’immagine fotografica (con I. Schiaffini, 2015); Il gesto femminista. La rivolta delle donne: nel corpo, nel lavoro, nell’arte (con I. Bussoni, 2014) e Le polaroid di Moro (con S. Bianchi, 2012). Ha curato mostre in gallerie e spazi pubblici (Triennale di Milano, Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Auditorium Parco della Musica di Roma, Scala Contarini del Bovolo di Venezia, Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea dell Sapienza di Roma). 

Lunedì 19 Marzo, ore 19
Samantha Marenzi

Donne che ritraggono le donne: tre esempi celebri dalla storia profonda della fotografia

Nell’ambito dei seminari Storie della fotografia per Fotografia e donna, aperto in via eccezionale al pubblico 

Un piccolo seminario sul meccanismo del ritratto al femminile che usa l’immagine come uno specchio e trasforma muse e celebrità dei primi decenni del secolo in fragili e meravigliosi esseri umani. Tre esempi bastano a disegnare la mappa di intere storie della fotografia del Novecento venate dalla presenza femminile. I ritratti di Lotte Jakobi a Valeska Gert (ca. 1930), di Dora Maar a Nusch Eluard (1935), e di Martine Franck a Lily Brik (1976).

Samantha Marenzi è docente di Iconografia del teatro e della danza al Dams dell’Università Roma Tre, dove sta concludendo il suo terzo anno da assegnista con un progetto di ricerca sui rapporti tra arti visive e performative.  Specializzata in fotografia analogica e antiche tecniche di stampa, realizza e organizza mostre, cura progetti di diffusione della cultura e delle pratiche della fotografia. Insegna stampa analogica in bianco e nero, fotografia di scena, storia della fotografia del Novecento.

 

Martedì 20 Marzo, ore 19                 

Simona Filippini
Istantanee dall’Iran – Il possibile incontro con una cultura altra attraverso le immagini pubblicate su Instagram dalle giovani fotografe iraniane

 

Lina Pallotta
Fotografe afro-americane

 

Istantanee dall’Iran  – Il percorso proposto da Simona Filippini nasce dalla visione e selezione di diversi profili di Instagramers iraniane presenti nel progetto #1415IRAN della piattaforma 1415mobilephotographers.com, un percorso guidato dalla curiosità di scoprire un luogo mai visitato, ma non sconosciuto, attraverso lo sguardo delle giovani donne che vi vivono in un momento storico cruciale a livello globale sui temi delle libertà individuali delle donne e della parità di genere.

 

Fotografe afro-americane – Pioniere dell’esplorazione e critica culturale, sociale, relazionale e politica, il lavoro delle fotografe-artiste afro-americane è lo spazio dove critica e riflessione sullo stato del mondo e le problematiche legate alla rappresentazione visiva diventano resistenza attiva.

Raccontare le storie e produrre immagini in prima persona, è la priorità che sfida la lunga eredità di rappresentazioni razziste e sessiste del mondo afro-americano. Un riappropiarsi del discorso che ri-costruisce identità e autoaffermazione.

Simona Filippini si occupa di fotografia dal 1986. Pubblica i suoi ritratti, reportage e testi su riviste italiane e straniere, partecipa a mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Fonda nel 2008 l’Associazione Culturale “Camera21, fotografia contemporanea”.

Collabora con numerosi istituti scolastici sul territorio nazionale, organizzando laboratori di educazione all’immagine e corsi di fotografia. E’curatrice di mostre e ideatrice di progetti fotografici e co-regista di cortometraggi.

www.simonafilippini.it

Lina Pallotta, classe 1955, fotografa campana, vive tra NY e Roma. Nel 1990 si diploma in Fotogiornalismo e Documentario Fotografico all’ICP-International Center of Photography di New York. Ha lavorato per l’agenzia Impact Visuals Agency (NY) e dal 1992 al 2002 per l’Agenzia Grazia Neri di Milano.
Ha pubblicato per varie riviste nazionali e internazionali. Numerose le mostre personali e collettive, in Europa e America, tra le quali al Queens Museum of Art (New York) e a L’Atelier de Visu (Marsiglia). Tra i premi ottenuti The Catalogue Project 1998 della New York Foundation for the Arts.
Ha pubblicato “Shattering Myths And Claiming The Futur” (2002); “Piedras Negras” (1999); “ImmaginAction-poesia in movimento” (1999); “I’m from Lower East Side” (1998). Dal 1990 ha insegnato e tenuto stage per diversi istituti come l’ICP e l’Empire State College di New York.

immagine utilizzata in copertina è di ©Lina Pallotta.

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Presentazione editoriale - Giovedì 15 marzo ore 19 - Officine Fotografiche Roma

STILL EUROPE di Luca Nizzoli Toetti

Interviene all'incontro Claudio Corrivetti

 L’uniformità e il vuoto culturale.  E contro tali due orchi che è necessario dichiarare e condurre in maniera netta una guerra all’ultimo sangue, per salvare la “ricchezza della differenza” che caratterizza tutto quanto c’è di importante nella cultura umana.

Zygmunt Bauman

Dopo “ALMOST EUROPE”, il primo libro di Luca Nizzoli Toetti, un viaggio alla ricerca dell’Europa, da Kaliningrad a Istanbul, lungo la “Cortina blu”, il nuovo confine disegnato dopo l’allargamento a est della Comunità Europea.

Postcart Edizioni è lieta di presentare “STILL EUROPE”, il secondo volume della trilogia sull’Europa di LNT, un viaggio alla riscoperta dell’Europa, alla ricerca del minimo comune denominatore che definisce il Vecchio Continente.

Con un testo di Francesco Acerbis e di Zygmunt Bauman, 128 fotografie che ci accompagnano nella straordinaria normalità di un’Europa fatta prima di tutto di persone che si muovono, si incontrano, dialogano e imparano a conoscersi. 3 primavere, 3 viaggi, 16000 km in treno, 39 città a piedi, un fotografo.

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Presentazione editoriale e incontro - giovedì 1 marzo ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Selfie&cibo - La grande abbuffata 3.0

di Loredana De pace
Editore: emuse

TUTTO PER UNA RAGIONE. DIECI RIFLESSIONI SULLA FOTOGRAFIA

di Loredana De Pace

Di fronte al titolo di questo libro viene spontaneo domandarsi: qual è questa ragione?

La prima risposta è strettamente connessa alla meravigliosa duttilità dell’immagine fotografica.

Le altre ragioni che hanno portato l’autrice, Loredana De Pace, a riflettere sulla fotografia, sono raccontate in ciascuno dei dieci capitoli attraverso le immagini, le considerazioni, gli interrogativi, gli approfondimenti, pagina dopo pagina.

Dieci i capitoli, dieci i ragionamenti su altrettanti temi che la fotografia sfiora, tocca, attraversa.

Nate anche attraverso il lavoro corale di autorevoli menti (sociologi, psicologi, filosofi, direttori di festival e di musei, esperti di fotografia) che, a vario titolo, hanno partecipato alla riflessione, le pagine si sono riempite di considerazioni, domande e forse anche di qualche risposta.

Ma soprattutto, della possibilità di sviluppare una personale visione e coltivare senso critico, partendo ciascuno dalla propria ragione.

Loredana De Pace è giornalista pubblicista, curatrice indipendente e, quando sente di avere qualcosa da dire, anche fotografa. Scrive da quattordici anni per la testata FOTO Cult – Tecnica e Cultura della Fotografia. Ha collaborato con vari media on line dedicati alla cultura e alla fotografia. Cura l’archivio dell’autrice Gina “Alessandra” Sangermano; partecipa a giurie di premi nazionali e internazionali e letture portfolio.

Collabora con associazioni culturali nell’organizzazione di eventi e conferenze sulla fotografia e partecipa alla realizzazione di progetti editoriali.

Come fotografa, ha esposto il reportage El pueblo de Salinas, Ecuador: il piccolo gigante (2011) che è anche un libro con introduzione di Luis Sepúlveda, Sono un cielo nuvoloso (2014, Galleria Interzone-Roma), Qualcosa è cambiato (Priverno, 2017).

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Presentazione editoriale - Martedì 27 febbraio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Destino Final

fotografie di Giancarlo Ceraudo
Interviene Marco Pinna, redattore del National Geographic Italia e in collegamento skype Miriam Lewin, giornalista e co-autrice dell'inchiesta

Martedì 27 febbraio all 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma il libro “Destino Final” di Giancarlo Ceraudo. Ingresso libero.

“Destino Final” è un’espressione in lingua spagnola usata dai piloti nei voli di linea per indicare il luogo di arrivo di un aereo. “Destino Final” è anche un lungo lavoro, iniziato intorno al 2003, che unisce fotografia e indagine e che ha portato il fotografo Giancarlo Ceraudo, insieme alla giornalista Miriam Lewin, ex-desaparecida, al ritrovamento degli aerei e dei piani di volo usati dalla giunta militare argentina, dal 1976 fino al 1983, per eliminare gli oppositori al regime.

Per circa 5.000 persone “Destino Final” ha assunto un significato atroce: drogate, prive di sensi, caricate su aerei militari, tristemente noti come i “voli della morte”, venivano gettate, ancora vive, nell’Oceano Atlantico, la loro destinazione finale. Solo alcuni dei loro corpi sono stati recuperati.

Ceraudo e Lewin hanno condotto un’indagine che ha portato alla scoperta, dopo più di 30 anni, di cinque aerei della Marina argentina utilizzati per i “voli della morte” e i piani di volo dettagliati conservati a bordo. Gli aerei sono stati trovati nelle città argentine di Buenos Aires e Bahia Blanca (due velivoli modello Lockheed Electra) e in Lussemburgo, Inghilterra e Fort Lauderdale negli Stati Uniti (tre velivoli modello Short Skyvan).

I piani di volo includevano il modello dell’aereo, il numero di serie, la data di volo, l’itinerario, il nome del pilota, la durata della missione: tutto era stato registrato. Questi documenti hanno rappresentato un’incredibile e preziosa prova d’accusa consegnata alla giustizia argentina.

Tra l’8 e il 10 dicembre 1977, alcune Madri di Plaza de Mayo, due suore francesi e altri attivisti per i diritti umani furono sequestrati dopo un incontro nella Chiesa della Santa Cruz a Buenos Aires, portati alla ESMA (Escuela Superior de Mecánica de la Armada), il campo di concentramento più grande durante la dittatura argentina, torturati e gettati vivi da uno dei voli della morte, presumibilmente dal volo del 14 dicembre 1977. Pochi giorni dopo il sequestro, l’Oceano ha restituito alcuni dei loro corpi, ritrovati sulla spiaggia di Santa Teresita, 300 chilometri a sud di Buenos Aires.

Incrociando le perizie medico-legali sui corpi, i pubblici ministeri conclusero che le vittime erano state gettate dallo Skyvan PA51 ritrovato da Ceraudo e Lewin a Fort Lauderdale in Florida.

Il 12 aprile 2011, a seguito dell’esame di queste prove, e in particolare dei piani di volo ritrovati, un procuratore della corte di Buenos Aires ha chiesto l’arresto di Enrique José De Saint Georges, Mario Daniel Arru e Alejandro Domingo D’Agostino, tre dei piloti presumibilmente al comando del volo della morte operato dallo Skyvan PA51 la notte del 14 dicembre 1977.

Dopo cinque anni in carcere in attesa di giudizio, il 29 novembre 2017 Arrù e D’Agostino sono stati condannati all’ergastolo (Enrique José De Saint Georges è deceduto in carcere per cause naturali nel febbraio del 2017) nell’ambito della Megacausa ESMA, il maxiprocesso per la morte dei desaparecidos e per tutti i crimini commessi durante gli anni della dittatura che si è concluso con 48 condanne.

Nel corso degli anni Giancarlo Ceraudo è stato in numerosi centri clandestini di detenzione e morte, ha lavorato con le Madri di Plaza de Mayo e con gli antropologi forensi e ha fotografato alcuni dei sopravvissuti.

“Destino Final” racconta un appassionante lavoro di indagine che ha squarciato il velo su una delle pagine più tristi della storia recente, non solo argentina.

 

 

 

Giancarlo Ceraudo è un fotografo documentarista nato a Roma. Ha una formazione accademica in antropologia e lavora indagando questioni sociali, ambientali e legate ai diritti umani. Dal 2001 si occupa di America Latina, raccontando molti dei principali eventi e cambiamenti che hanno investito il Continente. Ha lavorato, inoltre, in Europa, Nord Africa e Medio Oriente.

Il suo lavoro è ampiamente pubblicato sulla stampa italiana e internazionale e le sue immagini fanno parte della collezione permanente del Maxxi.

“Destino Final”, il lavoro a cui si è dedicato per oltre dieci anni, è un’inchiesta sulla dittatura argentina condotta insieme alla giornalista Miriam Lewin, sopravvissuta ai campi di concentramento, con cui è riuscito a rintracciare gli aerei dei “voli della morte” usati per gettare in mare i corpi narcotizzati dei desaparecidos. L’inchiesta ha portato all’arresto di quattro persone, tre piloti e un civile, ancora in attesa di giudizio. Nel 2015 “Destino Final” è arrivato finalista all’Eugene Smith Grant e nel 2017 è stato pubblicato da Schilt Publishing.

 

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Presentazione multimediale - mercoledì 21 febbraio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

RELOCATED IDENTITIES

fotografie di Alessio Cupelli

Mercoledì 21 febbraio, alle ore 19 a Officine Fotografiche si terrà la presentazione del progetto multimediale RELOCATED IDENTITIES, realizzato dall’organizzazione umanitaria italiana INTERSOS e finanziato dal Dipartimento per la protezione civile e gli aiuti umanitari della Commissione europea (ECHO).

Interverranno, insieme agli operatori di INTERSOS, il fotografo Alessio Cupelli e la giornalista Maria Cuffaro.

Centinaia di migliaia di rifugiati siriani vivono in Giordania senza documentazione legale e civile. Sono invisibili, stanno perdendo le loro identità, sono esposti a varie forme di sfruttamento e abuso, oltre al rischio di essere trasferiti con la forza nei campi o deportati in Siria. Raccogliere le loro storie, a quasi sette anni dall’inizio della guerra in Siria, significa sottrarre le loro esistenze al silenzio.

Il racconto multimediale, raccolto nel sito relocatedidentities.intersos.org, documenta le esperienze personali di uomini, donne e bambini che lottano per salvaguardare la propria identità di esseri umani e proteggere i propri diritti e la propria libertà.

Storie e interviste uniche delle famiglie di rifugiati siriani che affrontano la sfida di regolarizzare lo stato della propria documentazione legale e civile, raccolte da Alessio Cupelli e dalla produttrice multimediale Katia Marinelli nelle settimane trascorse con gli operatori di INTERSOS in Giordania.

Nel corso della presentazione del 21 febbraio oltre a contributi fotografici, video proiezioni e testimonianze dal vivo, sarà possibile usufruire di due postazioni per navigare direttamente il sito.

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Presentazione editoriale - martedì 23 gennaio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

The fabulous destiny of Dainaly

Fotografie di Liliana Ranalletta
progetto a cura di DER*LAB
book project: Irene Alison
art direction Alessandra Pasquarelli
production: Antonella Sava
communication: Francesca Avallone

Martedì 23 gennaio alle 19 a Officine Fotografiche Roma presenteremo il libro The fabulous destiny of Dainaly di Liliana Ranalletta a cura di DER*LAB. 

Dainaly ha 24 anni, ama gli elefanti e la sua “casa” è il circo. Dainaly è speciale. È speciale perché il suo cielo è un tendone a strisce, la sua stanza è in una roulotte, e suo fratello è un supereroe. Ma è speciale anche perché è autistica. Per il mondo di fuori, Dainaly è “diversa”. Ma che significa essere “diversi” nel confine del circo, dove Dainaly da sempre vive, circondata dall’amore di sua madre e dei suoi nonni, felicemente sospesa sul filo di un’immaginazione che la fa volare insieme agli acrobati e che non le fa temere i leoni, chiusa nel suo universo interiore ma integrata in un mondo nomade in cui la diversità non fa paura?

Il Favoloso Mondo di Dainaly di Liliana Ranalletta, nuovo photobook curato da DER*LAB, è il racconto del suo quotidiano in questo reame di meraviglia e stupore, in bilico tra luce e ombra, segatura e polvere di stelle.

 

 

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Presentazione nuovo numero della rivista - Mercoledì 31 gennaio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Il Reportage - incontri di Fotogiornalismo

Mercoledì 31 gennaio alle 19 riprendono gli incontri di presentazione della  rivista Il Reportage. Intervengono: Floriana Bulfon, giornalista, Viviana Berti, fotografa, Angelo Mastrandrea, giornalista. Modera l’incontro: Riccardo De Gennaro, direttore il Reportage.

Ad aprire il primo numero di Reportage del 2018 trovate un’intervista al grande scrittore inglese Ian McEwan, che parla dei suoi libri e dei problemi del Regno Unito. L’autore è Angelo Mastrandrea.

Il primo servizio, invece, è quello di copertina: la blindatissima Corea del Nord come l’ha vista e fotografata Filippo Venturi, compresi i retroscena. Segue un reportage negli allevamenti di salmoni in Norvegia, tra aumento della produzione e rischio malattie. Lo firma Marcello Rossi, le foto sono di Alessandro Iovino.

Con Samuel Bregolin, invece, andiamo in Spagna, dove è particolarmente sviluppato e cresce ogni giorno un movimento femminista che non conosce confini tra Madrid e Barcellona e che oggi lotta in particolare contro la violenza sulle donne e i femminicidi. In Tunisia, invece, la Primavera è lontanissima, il regime è nuovamente repressivo ed è qui, infatti, che si è formato il più recente flusso di migranti che cercano la libertà attraversano il Mediterraneo (il reportage è di Federica Tourn, le foto di Stefano Stranges).

Il portfolio centrale è dedicato all’insospettabile squadra di cricket dello Stato del Vaticano, squadra che partecipa, sotto le insegne del cattolicesimo, a un campionato dove sfida i team anglicano, musulmano e induista. L’autrice è Viviana Berti, che ha recentemente scelto di affiancare alla ritrattistica il fotoreportage. Con Flaviana Frascogna restiamo in Europa e voliamo in Polonia, un Paese che oggi ha due facce: quella della crescita economica e quella del fascismo montante, anche a causa di un governo di estrema destra. A Misnk, la capitale della Bielorussia, invece, il pericolo dell’Onda nera non esiste. Come raccontano la giornalista Angela Gennaro e il fotografo Andrea Di Biagio, i giovani imitano, nel possibile, i modi di vita degli occidentali e non si interessano alla politica.

Chiudono tre servizi dall’Italia. Il primo riguarda tre navi cargo, una russa e due ucraine, che sono ormeggiate e abbandonate da moltissimi anni nel porto di Ravenna. Il rischio, come raccontano Chiara Bissi e Alessandro Mazza, l’autore delle foto, è che affondino. La giornalista d’inchiesta Floriana Bulfon ci spiega, tramite interviste ad esperti, magistrati e investigatori, l’infondatezza della tesi secondo la quale i terroristi dell’Isis non colpiscono l’Italia grazie a un patto di scambio sulle armi e la droga con la mafia. Il secondo portfolio è di Christian Mantuano e racconta del progressivo declino fisico di Silvio Berlusconi, tornato nuovamente in campo per le elezioni del 3 marzo, ma ormai la caricatura di se stesso.

Non mancano le consuete rubriche di Maria Camilla Brunetti (“Un autore un libro”, breve intervista con Davide Orecchio) e di Valerio Magrelli, oltre all’editoriale di Riccardo De Gennaro (dedicato questa volta allo sdoganamento “elettorale” dell’estrema destra) e alle cinque recensioni di libri. Il racconto è di Mario Andrea Rigoni, la foto vintage ricorda un grande giorno, quello dell’arresto di Totò Riina, deceduto pochi mesi orsono. E per questo primo numero è tutto. Abbonatevi per il 2018, ne vale la pena.

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Incontro - martedì 30 gennaio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

"La fotografia é altrove? Discussione sulla relazione tra la fotografia e l’esotico”.

In occasione della mostra “Canindé – L’anima francescana del Brasile” martedì 30 gennaio alle 19 in sala espositiva ospitiamo un incontro che vuole essere uno scambio di idee su come ciascuno affronta il problema di “dove e cosa fotografare”, prendendo spunto dalle esperienze di due fotografi viaggiatori: Dario De Dominicis e Giorgio Negro.

La fotografia, come ogni forma d’arte, non poggia su verità assolute, ma lascia a ciascuno la libertà di scegliere il proprio processo creativo.

Questa libertà spesso porta il fotografo a guardare lontano, forse troppo, a cercare il “diverso” o “l’esotico”, e a considerare tutto ciò  che è vicino e quotidiano come banale o poco ispiratore.

Ingresso libero.