a cura di Lina Pallotta
Tre appuntamenti con: Raffaella Perna, Samantha Marenzi, Simona Filippini e Lina Pallotta. In occasione del mese della donna, OF propone 3 incontri che confrontano il problema della paritá, di rappresentazione ed equitá, nel mondo della fotografia. Obiettivo è superare la cosiddetta sensibilizzazione, ma ampliare la comprensione della problematica e aumentare la conoscenza di figure fuori dalla comunicazione mainstream.
Femminismo per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti e opportunità: è la teoria dell’uguaglianza tra i sessi – politica, economica e sociale.
In un momento in cui le domande sui diritti, le responsabilità e i pericoli insiti nell’essere rappresentati e nel rappresentare gli altri, sono oggetto di riflessione in tutto il mondo, é necessario innescare una conversazione sul gap di presenza delle donne, abitualmente escluse o marginalinalizzate, sia nelle organizzazioni fotografiche, artistiche ed editoriali, sessisti nella loro selezione, che nella diffusione e divulgazione del lavoro stesso.
Il problema intrinseco nell’analizzare l’esclusione sulla base di genere, razza, sessualità e possibili categorie “altro” è che automaticamente si relega il gruppo in uno spazio separato, specchio della narrazione dominante che spesso esclude o ghettizza la molteplicitá di voci ed esperienze. Ma é dall’analisi di questa rapporto di potere che bisogna partire per costruire un inclusione culturale, lavorativa e sociale equa.
Per esempio, nel rapporto del WPP, The State of News Photography 2016 –
https://www.worldpressphoto.org/sites/default/files/upload/The%20State%20of%20News%20Photography%202016.pdf
Il sondaggio ha rilevato che, il gap di genere è pari all’incirca all’85% maschile e al 15% femminile.
James Estrin, fotografo e editore di Lens Blog del The New York Times osserva nell’articolo “Highlighting Women in Photojournalism”, https://lens.blogs.nytimes.com/2017/02/01/highlighting-women-in-photojournalism/ , che “le donne costituiscono la maggioranza degli studenti nei programmi di fotografia universitari e post-laurea e che molti dei migliori foto-editor sono donne”. Daniella Zalcman fondatrice di “Women Photograph,” dice “non c’è carenza di donne fotografe, solo una mancanza di un equa assunzione”. I numeri non mentono!
Martedì 13 Marzo, ore 19
Raffaella Perna
Riflessioni attorno a una mostra: la fotografia delle donne nella Collezione Donata Pizzi
L’incontro propone una riflessione sulla fotografia delle donne in Italia a partire dall’esperienza della mostra L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2015, tenutasi tra il 5 ottobre 2016 e l’8 gennaio 2017 alla Triennale di Milano, in cui è stata presentata per la prima volta la Collezione Donata Pizzi, costituita con lo scopo di valorizzare e promuovere la ricerca fotografica di alcune tra le più significative interpreti nel panorama italiano dalla metà degli anni Sessanta a oggi. Nell’incontro verranno presi in esame i criteri storico-critici che hanno guidato la selezione delle opere, l’allestimento, la cura del catalogo e la comunicazione dell’evento, mettendo a fuoco le metodologie e le questioni di carattere teorico e pratico emerse durante l’organizzazione della mostra. Qual è il significato di operare, oggi, una selezione in base al sesso? Quali ricadute ha sul piano culturale, estetico e politico una scelta siffatta? Da questi interrogativi muove l’incontro, che intende riflettere sul rapporto tra fotografia e genere, e sulla formazione di un racconto della storia fotografica alternativo a quello dominante, che tuttora marginalizza la presenza femminile.
Raffaella Perna è dottore di ricerca in storia dell’arte. Dal 2016 è professore a contratto di storia dell’arte contemporanea all’Università di Macerata. I suoi studi si sono concentrati sull’arte italiana degli anni Sessanta e Settanta e sui rapporti tra arte, fotografia e femminismo, argomenti a cui ha dedicato diversi saggi, conferenze e i libri: Piero Manzoni e Roma (Electa, 2017); Pablo Echaurren. Il movimento del ’77 e gli indiani metropolitani (Postmedia Books, 2016); Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta (Postmedia Books, 2013); In forma di fotografia. Ricerche artistiche in Italia tra il 1960 e il 1970 (DeriveApprodi 2009). È inoltre curatrice dei volumi: Ketty La Rocca. Nuovi studi (con F. Gallo, 2015); Etica e fotografia. Potere, ideologia e violenza dell’immagine fotografica (con I. Schiaffini, 2015); Il gesto femminista. La rivolta delle donne: nel corpo, nel lavoro, nell’arte (con I. Bussoni, 2014) e Le polaroid di Moro (con S. Bianchi, 2012). Ha curato mostre in gallerie e spazi pubblici (Triennale di Milano, Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Auditorium Parco della Musica di Roma, Scala Contarini del Bovolo di Venezia, Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea dell Sapienza di Roma).
Lunedì 19 Marzo, ore 19
Samantha Marenzi
Donne che ritraggono le donne: tre esempi celebri dalla storia profonda della fotografia
Nell’ambito dei seminari Storie della fotografia per Fotografia e donna, aperto in via eccezionale al pubblico
Un piccolo seminario sul meccanismo del ritratto al femminile che usa l’immagine come uno specchio e trasforma muse e celebrità dei primi decenni del secolo in fragili e meravigliosi esseri umani. Tre esempi bastano a disegnare la mappa di intere storie della fotografia del Novecento venate dalla presenza femminile. I ritratti di Lotte Jakobi a Valeska Gert (ca. 1930), di Dora Maar a Nusch Eluard (1935), e di Martine Franck a Lily Brik (1976).
Samantha Marenzi è docente di Iconografia del teatro e della danza al Dams dell’Università Roma Tre, dove sta concludendo il suo terzo anno da assegnista con un progetto di ricerca sui rapporti tra arti visive e performative. Specializzata in fotografia analogica e antiche tecniche di stampa, realizza e organizza mostre, cura progetti di diffusione della cultura e delle pratiche della fotografia. Insegna stampa analogica in bianco e nero, fotografia di scena, storia della fotografia del Novecento.
Martedì 20 Marzo, ore 19
Simona Filippini
Istantanee dall’Iran – Il possibile incontro con una cultura altra attraverso le immagini pubblicate su Instagram dalle giovani fotografe iraniane
Lina Pallotta
Fotografe afro-americane
Istantanee dall’Iran – Il percorso proposto da Simona Filippini nasce dalla visione e selezione di diversi profili di Instagramers iraniane presenti nel progetto #1415IRAN della piattaforma 1415mobilephotographers.com, un percorso guidato dalla curiosità di scoprire un luogo mai visitato, ma non sconosciuto, attraverso lo sguardo delle giovani donne che vi vivono in un momento storico cruciale a livello globale sui temi delle libertà individuali delle donne e della parità di genere.
Fotografe afro-americane – Pioniere dell’esplorazione e critica culturale, sociale, relazionale e politica, il lavoro delle fotografe-artiste afro-americane è lo spazio dove critica e riflessione sullo stato del mondo e le problematiche legate alla rappresentazione visiva diventano resistenza attiva.
Raccontare le storie e produrre immagini in prima persona, è la priorità che sfida la lunga eredità di rappresentazioni razziste e sessiste del mondo afro-americano. Un riappropiarsi del discorso che ri-costruisce identità e autoaffermazione.
Simona Filippini si occupa di fotografia dal 1986. Pubblica i suoi ritratti, reportage e testi su riviste italiane e straniere, partecipa a mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Fonda nel 2008 l’Associazione Culturale “Camera21, fotografia contemporanea”.
Collabora con numerosi istituti scolastici sul territorio nazionale, organizzando laboratori di educazione all’immagine e corsi di fotografia. E’curatrice di mostre e ideatrice di progetti fotografici e co-regista di cortometraggi.
www.simonafilippini.it
Lina Pallotta, classe 1955, fotografa campana, vive tra NY e Roma. Nel 1990 si diploma in Fotogiornalismo e Documentario Fotografico all’ICP-International Center of Photography di New York. Ha lavorato per l’agenzia Impact Visuals Agency (NY) e dal 1992 al 2002 per l’Agenzia Grazia Neri di Milano.
Ha pubblicato per varie riviste nazionali e internazionali. Numerose le mostre personali e collettive, in Europa e America, tra le quali al Queens Museum of Art (New York) e a L’Atelier de Visu (Marsiglia). Tra i premi ottenuti The Catalogue Project 1998 della New York Foundation for the Arts.
Ha pubblicato “Shattering Myths And Claiming The Futur” (2002); “Piedras Negras” (1999); “ImmaginAction-poesia in movimento” (1999); “I’m from Lower East Side” (1998). Dal 1990 ha insegnato e tenuto stage per diversi istituti come l’ICP e l’Empire State College di New York.
immagine utilizzata in copertina è di ©Lina Pallotta.