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mostre fotografiche - venerdì 16 dicembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Visioni di Gruppo - In mostra gli OF LABS

Visioni di Gruppo

Mostra degli OF LABS 2022

Venerdì 16 dicembre alle 19 brindisi natalizio con pandoro, panettone e spumante per l’inaugurazione della mostra degli OF LABS, laboratori fotografici tematici del 2022 ideati per promuovere la crescita formativa di tutti gli associati nella realizzazione di un lavoro front-end: ripresa, editing, stampa e destinazione delle immagini.
In mostra:

SFIDE coordinatore Alessandro Cola

In_Strada “Sulle strade del Neorealismo” coordinatori Simone Falcomatà, Mauro Trabalza Massimo Valdarchi – con la supervisione di Stefano Mirabella

BLUE MONDAY - coordinatori Mauro Cittadini

MACRO – Close Up Laboratorio coordinato da Stefano Majolatesi

Ingresso libero.

Info mostra

Visioni Di Gruppo

Mostra degli OF LABS

Dal 16 dicembre al 27 gennaio 2023

Ingresso Gratuito

chiusura natalizia 22 dic – 8 gen. 2023

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Mostra fotografica - 18 novembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Fortuiti scorci di luce e vedute taciturne

Amelia Dely e Tanguy Bombonera
a cura di Libri Finti Clandestini
prodotta da Bonvini 1909 Milano

Inaugura Venerdì 18 novembre alle ore 19 a Officien Fotografiche Roma la mostra “Fortuiti scorci di luce e vedute taciturne” 50 fotografie di Amelia Dely e Tanguy Bombonera a cura di Libri Finti Clandestini

 

Utilizzando pellicole fotografiche 35 mm a colori, scadute agli inizi degli anni 2000, imprevedibilmente alterate dal passaggio del tempo, gli artisti hanno affrontato l’esercizio della doppia esposizione, scegliendo di esplorare aree urbane e luoghi resi anonimi dalla sovrapposizione degli scatti in diverse zone della penisola.

Amelia Dely ha fotografato con una macchina fotografica Contax 159, ha poi riavvolto il rullino che è stato nuovamente utilizzato da Tanguy Bombonera con una macchina View-Master Personal Stereo Camera a due obiettivi.

I risultati di questa pratica condivisa, di volta in volta pensati oppure lasciati al caso, sono sorprendenti e poetici, frutto di un lavoro totalmente svolto con strumenti e materiali analogici.

Un libro d’artista fatto a mano e realizzato in due/tre copie dal collettivo Libri Finti Clandestini, interpreta con pop-up e altri interventi e materiali le immagini.

Infine il catalogo edito in occasione della Mostra da Bonvini 1909 raccoglie e presenta tutta la ricerca e le immagini con un testo critico di James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Belle Arti di Brera, e un articolo di Simone Sbarbati direttore della rivista online FrizziFrizzi.

Le opere sono in vendita.

 

Amelia Dely al secolo Elisa Mapelli (Monza, 1998) è una fotografa e grafica italiana. Trova divertente e stimolante distorcere la realtà associandola a un volto, una forma o un semplice colore diverso.

Tanguy Bombonera (Milano, 1988) è un fotografo italo-argentino con la passione per le macchine fotografiche analogiche acquistate nei mercatini dell’usato, fino a, talvolta, rischiare di diventarne un accumulatore seriale.

Libri Finti Clandestini è un collettivo artistico che realizza oggetti editoriali sperimentali, in copia unica o in piccole tirature, utilizzando gli scarti provenienti da cartiere, tipografie o magazzini abbandonati, collaborando con artisti dalle diverse provenienze.

Bonvini 1909 è un’impresa culturale e creativa nata dal recupero dell’antica Cartoleria e Tipografia Fratelli Bonvini Milano. Gli spazi restaurati testimoniano oltre un secolo di storie e passioni: scrittura, lettura, editoria, tipografia, grafica e arte.

Info mostra

Fortuiti scorci di luce e vedute taciturne
fotografie di Amelia Dely e Tanguy Bombonera
a cura di Libri Finti Clandestini

dal 18 novembre al 7 dicembre 2022
via Giuseppe Libetta, 1
00154 Roma
Orari: dal lun al ven
dalle 10 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19

CITIES, a contemporary view
Mostra Fotografica - venerdì 21 ottobre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Cities - a contemporary view

di ISP

La mostra collettiva “CITIES – a contemporary view“, dal 21 ottobre sarà visitabile a Officine Fotografiche Roma.

Nel 2022 il magazine CITIES arriva al numero 10: da 5 anni il magazine offre uno spaccato sulla Fotografia Urbana, pubblicando su ogni numero stampato in tiratura limitata una decina di storie di autori internazionali ed Italiani, storie che potete sfogliare anche online a https://issuu.com/isp-italianstreetphotography.
Per festeggiare degnamente questo traguardo abbiamo preparato con alcuni nostri partners una grande iniziativa: la mostra collettiva “CITIES – a contemporary view“, che dopo il Festival Fotografico Europeo e Corigliano Calabro Fotografia approda ora da Officine Fotografiche Roma con inaugurazione venerdì 21 ottobre ore 18,30.
La mostra offre uno spaccato sulla fotografia urbana contemporanea attraverso le immagini di alcuni Autori, che compariranno con alcune opere tratte dalle loro storie progettuali. Ecco le serie da cui sono tratte le opere, su stampe fine art 70×50 realizzate da Cler LabStudio, e gli autori coinvolti nella collettiva:
Gabi Ben Avraham – Journey of Freedom, Diego Bardone – SfilaMi, Daniela Calò – Le Farfalle, Stefania Carraturo – Here comes the Sun, Beppe Castellani – Bidonville, Luigi Cipriano – Storefront Signs, Fulvio Eandi – il rumore di Torino, Giovanni Firmani – Solitario me ne vo, Dimitar Harizanov – Spiderman, Umberto Lucarelli – azzurro, Stefano Mirabella – Porta Portese, Pia Parolin – Bleuazur, Lia Taddei – Dream World, Giedo Van der Zwan – Postcards for Kiev, Federico Ventriglia – Emergenze.
La fotografia di strada sta evolvendo, e CITIES segue tale evoluzione, focalizzandosi sui diversi linguaggi fotografici proposti attualmente per cercare di definire una fotografia urbana moderna declinata secondo visioni personali da autori con forti connotazioni stilistiche. Uno dei protagonisti di Cities è Giedo Van Der Zwan, che sarà presente all’inaugurazione.

Info mostra

Orari mostra
dal 21 ottobre all’11 novembre 2022
dal lunedì al venerdì
dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
sabato 9.30 – 12.30

Ingresso libero

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Letters From The Past

di Rebecca Simons
a cura di Equilatera

L’associazione culturale EQUILATERA è lieta di presentare la mostra multimediale Letters from the Past, progetto ideato dall’artista finlandese Rebecca Simons. L’evento si terrà a Roma, presso la sede di Officine Fotografiche, dal 16 settembre al 14 ottobre 2022. Parallelamente, si terranno tre appuntamenti dedicati ad attività di workshop. 

L’inaugurazione si terrà il 16 settembre, alle ore 19.00. 

Letters from the Past è un progetto concepito da Rebecca Simons e iniziato a seguito di un’esperienza traumatizzante vissuta dalla stessa artista all’interno del contesto familiare. Il progetto si compone di un documentario (mediometraggio 40’), mostra e workshops. 

Dopo il primo appuntamento in maggio con la proiezione del documentario, tenutosi presso lo spazio di Officine Fotografiche, l’associazione EQUILATERA inaugura la mostra completa. 

La mostra si compone di foto, video, oggetti e installazioni audio, oltre che dello stesso film e di tre appuntamenti con laboratori didattici.

Sul Progetto:

Un incontro spiacevole tra Rebecca e il nonno che ha portato in superficie ricordi, sensazioni, disgusto, rabbia, perdono; un vero e proprio confronto con il passato che solleva domande e riflessioni. E’ possibile cancellare un nonno, un marito, un padre? Letters from the Past racconta una storia personale e complessa, fatta di realtà in conflitto e ricordi di una famiglia.

La volontà dell’artista è quella di portare all’attenzione del pubblico una tematica quanto mai attuale, quale quella dell’abuso sessuale, attraverso lo strumento artistico e culturale. Il tema è raccontato con un’installazione interdisciplinare ed eterogenea che coinvolge diversi tipi di media.

L’artista non si limita a presentare dei fatti, ma crea un ambiente che consente ai visitatori di riflettere. Nell’installazione lo spettatore si confronta con ricordi familiari in cui il protagonista appare sia come uomo ideale che come perpetratore. Letters from the Past non vuole solo presentare lavori che portino alla luce il punto di vista dell’artista, ma mira a dare spazio alle riflessioni dei visitatori creando la base per un dialogo da intendersi come punto di partenza per un progetto educativo.

I workshops, pensati per diversi target, vanno a corredare e completare il progetto e approfondiscono argomenti considerati tabù, sensi di colpa, supporto e processi di guarigione.

Letters from the Past è stato presentato in diversi festival e conferenze:

Presentazione alla ‘Violence Conference’, Parse Journal, Gothenburg, SWE, 2021

Mostra collettiva ‘Nordic Village’, Helsinki, FIN, 2021

Mostra collettiva ‘Fearless’ Helsinki Photofestival, FIN, 2021

Presentazione documentario al WOWmen Festival, Brussels, BE 2020

Presentazione a ‘De Donkere Kamer’ / The Dutch Photomuseum, Rotterdam, NL 2019

Mostra personale a Platform, Vaasa, FIN 2018

Presentazione durante il TV talkshow ‘Efter Nio’, YLE, FIN, 2018

Mostra collettiva ‘Family of No Man’, Les Rencontres d’Arles, Arles, FRA, 2018

 

Sull’artista:

Rebecca Simons è una visual artist finlandese, curatrice indipendente, educatrice e coordinatrice di progetti legati alla fotografia e all’arte.

Rebecca attualmente lavora come Direttore Creativo presso Fotomat, insegna fotografia alla Willem de Kooning Academy e partecipa a workshop e progetti internazionali.

Dal 2009 al 2016 ha lavorato come Senior Producer & Interim manager presso il dipartimento di formazione di World Press Photo.

Attraverso il suo progetto Letters from the Past, affronta il tema della violenza sessuale all’interno del nucleo familiare e delle relazioni strette. 

 

Su EQUILATERA:

L’associazione culturale EQUILATERA è stata fondata da Bérénice Freytag, Elena Volpato, curatrici indipendenti, e Natalia Zonova, provenienti da diverse parti del mondo e da diverse esperienze professionali. L’associazione nasce con l’intento di promuovere un concetto di cultura inclusivo, dinamico e stimolante. Alla base dell’associazione c’è il desiderio di veicolare tematiche sociali e di interesse per il singolo e per la comunità attraverso la cultura, declinata in tutte le sue forme. EQUILATERA nasce fra Venezia e Roma e crede fortemente nella diffusione e nella diversità, proponendosi di realizzare progetti itineranti, senza porsi limiti territoriali.

 

Sponsors:

Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana  2022 – Riaccendiamo la Città, Insieme” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

La mostra e gli eventi collaterali sono realizzati in collaborazione con BeFree, cooperativa sociale contro tratta, violenze e discriminazioni e con il supporto istituzionale dell’Ambasciata Finlandese a Roma e del Municipio Roma VIII. A rendere possibile il progetto hanno contribuito inoltre Svenska Kulturfonden, The Swedish Cultural Foundation in Finland e Taike.

 

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Orari di apertura:

Lunedì – Venerdì

10.00 – 13.30 / 14.30 – 19.00*

*durante lo svolgimento dei workshop mercoledì 21 settembre fino alle 16 e venerdì 23 settembre dalle 17 alle 19.30 la visita alla mostra è sospesa.

Ingresso libero

Workshop

Mercoledì 21 Settembre 13.30-16.00 (visita guidata 13.00) >> Al completo!
Venerdì 23 Settembre, 17.00-19.30 (visita guidata 16.30)
Sabato 24 Settembre 10.00-12.30 (visita guidata 9.30)

Per prenotazioni: https://www.eventbrite.com/e/biglietti-letters-from-the-past-a-corpo-libero-419435541997

Letters From The Past
di Rebecca Simons
a cura di Equilatera

 

 

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Collettiva fotografica - Sovrappasso Atac metro B - Garbatella - Da martedì 28 giugno a mercoledì 20 luglio - Sovrappasso Atac - metro B - garbatella

Un ponte per la fotografia -

a cura di Officine Fotografiche Roma

Da martedì 28 giugno alle 18.30 apre la mostra collettiva “Un ponte per le fotografia” all’interno della programmazione di FotoLeggendo.

Sul sovrappasso della metro B Garbatella saranno esposti dal 28 giugno al 20 luglio quasi 50 progetti provenienti dagli associati a Officine Fotografiche Roma.

Gli autori in mostra sono: Alessia Cicala, Alice Loseto, Angelica Porrari, Arianna Speranza, Assunta Amicuzi, Assunta Mezzanotte, Aurora Massini, Camillo Granchelli, Capulli Loredana, Chiara Vettori, Cindi Emond, Cinzia Profili, Claudio Mantovani, Federico Forte, Flaminia Gentile, Francesca Della Ratta, Franco Desiato, Franca Valcella, Giacomo Biassoni, Giacomo Pierpaolo Pepe, Gian Marco Venturi, Giovanni Cappiello, Irene Carnevale, Lorenzo Roncaglione, Ludovica Smargiassi, Mannino Bordet, Marco Valente, Martina Morbelli, Massimo Angelini, Massimo Mazzotta, Matteo Domenico Recine, Mauro Cittadini, Michela Poggipollini, Michele Damiano Bonfitto, Michele De Vincentis, Ornella Latrofa, Paola Vinciguerra, Paolo Costantino, Paolo Ottone, Patrizia Di Nola, Romina Tancredi, Sandro Luciani, Saverio Guarna, Serena Pergola, Serena Urbinati, Sergio Marchi, Stefano Gregori, Stefano Selci, Viviana Bertelli

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FotoLeggendo 2022 - XV edizione - Venerdì 24 giugno ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

Borderlines di Paolo Pellegrin

di Paolo Pellegrin

Pellegrin ha viaggiato lungo la frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti e tra i sobborghi di

Rochester, Miami e Milwaukee documentando le tensioni e i conflitti che segnano l’america contemporanea.

Seguendo il percorso delle pattuglie di confine, gli interventi della polizia nelle città e lavorando a stretto contatto con le comunità, il video esplora le dinamiche legate alle linee di separazione, fisiche e metaforiche, che caratterizzano gli Stati Uniti.

Paolo Pellegrin è nato a Roma nel 1964. Dopo aver studiato architettura, il suo interesse si focalizza sulla fotografia. Dopo dieci anni all’Agence Vu, entra a far parte di Magnum Photos come nominee nel 2001, diventando membro a pieno titolo nel 2005. Ha lavorato a contratto per “Newsweek” per dieci anni. Nella sua carriera ha ricevuto molteplici riconoscimenti internazionali, tra cui il Robert Capa Gold Medal Award. Nel 2006 gli viene riconosciuto il W. Eugene Smith Grant in Humanistic Photography. Le sue foto sono state esposte in numerosi musei e gallerie tra cui: La Maison Européenne de La Photographie, i Rencontres d’Arles, il San Francisco Museum of Modern Art, la Corcoran Gallery of Art, il MAXXI di Roma, l’Aperture Foundation Gallery, il Foam Fotografiemuseum Amsterdam, la Deichtorhallen ad Amburgo, la Reggia di Venaria Reale e le Gallerie d’Italia a Torino.

Info mostra

FotoLeggendo 
dal 24 giugno al 15 luglio 2022
via Giuseppe Libetta,
orari weekend di apertura
Inaugurazione 24 giugno ore 18.30
25-26 giugno : dalle 10 alle 20.30
Dal 27 giugno al 15 luglio 2022
dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19

sabato e domenica chiuso

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FotoLeggendo 2022 - XV edizione - Venerdì 24 giugno ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

Paris Photo - Aperture Foundation Photobook Awards

in collaborazione con Aperture e Paris Photo

Paris Photo-Aperture Foundation Photobook Awards è uno dei maggiori premi internazionali riservato esclusivamente alle pubblicazioni di libri fotografici e a cui partecipano le più importanti case editrici di tutto il mondo, quelle indipendenti, ed anche self-publishing. Da New York, sede della casa editrice Aperture, le pubblicazioni selezionate sono state inviate a Parigi per essere esposte al Grand Palais Éphémère nei giorni della fiera Paris Photos 2021. 

Durante lo svolgimento dell’evento parigino sono stati annunciati i vincitori. Quest’anno fanno parte della selezione 35 volumi, divisi tra le categorie  “Photography Catalogue of the Year”;  “Photobook of the Year”;  “First Photobook”; Menzione “Junio’s special”.

Officine Fotografiche ospita l’unica tappa italiana della mostra itinerante.

Info mostra

FotoLeggendo 
dal 24 giugno al 15 luglio 2022
via Giuseppe Libetta,
orari weekend di apertura
Inaugurazione 24 giugno ore 18.30
25-26 giugno : dalle 10 alle 20.30
Dal 27 giugno al 15 luglio 2022
dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19

sabato e domenica chiuso

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FotoLeggendo 2022 - XV edizione - Venerdì 24 giugno ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

Circus Love di Stephanie Gengotti

di Stephanie Gengotti

Il Circo.

Non si può immaginare qualcosa di più anacronistico.

Giusto un retaggio di un millennio passato, tenuto in vita in micro cosmi fuori dalla realtà, dentro piccoli stati dell’Europa, per diletto e nostalgia di epoche ormai sepolte tra le pagine rovinate di logori libri di storia.

Il Circo così sorpassato, eppure così perfetto come simbolo di un mondo senza più frontiere, una ruota che gira e cigola in modo perenne, senza sosta e senza riposo.Il Circo con le sue allegrie e le sue disperazioni, metafora della vita. Le vite degli Artisti, gli amori, le vittorie e i trionfi, le sconfitte e le umiliazioni.

Nomade è l’amore per sua intima natura, segue rotte diagonali oppure circolari; come i cicli delle stagioni che per secoli hanno scandito e regolato l’esistenza e il cammino degli Uomini sulla Terra.

Il Circo, simbolo di libertà e schiavitù.

La libertà di non obbedire a padroni, né a confini. La schiavitù di andare sempre avanti, con la pioggia quando magari è inverno e l’acqua invade il caravan o sotto il sole quando avvampa l’estate e sulle strade polverose non trovi un po’ d’ombra nemmeno a barattarla con il tuo ultimo respiro. Lavori per te stesso e per la tua ‘famiglia’, i tuoi compagni di avventura. Perché il circo non è solo arte e creatività, ma anche pazienza, preparazione, allenamento fisico e lavoro manuale. Studio, progettazione, sangue e sudore. Ore per ideare un nuovo show, giorni lunghissimi di prove estenuanti. E magari qualche volta pochi spiccioli in tasca e poco cibo in dispensa e allora il tuo palcoscenico può essere il parcheggio di un supermarket.

Il suo più grande pregio coincide con il suo limite più grande.

L’impossibilità di un approdo definitivo, un eterno scorrere alla ricerca di qualcosa che forse esiste.

O forse no. Sogni una casa e un pizzico di stabilità? Invece, sei ancora nella tua roulotte e sotto il tendone, o all’aperto davanti ad un selezionato pubblico di 60 persone, perché questo spettacolo non è per tutti.

Il Brunette Bros Circus, il “più grande e il secondo più piccolo del pianeta”, è la conferma che l’Umanità del III millennio, dove tutto è iper tecnologico e connesso, ha ancora e sempre bisogno di connessioni empatiche: parole, occhi che si guardano, persone che non solo comunicano, ma esprimono emozioni e pensieri, corpi che si sfiorano, si toccano, entrano in relazione.

Come ha scritto il romanziere italiano Fabio Stassi nel romanzo ‘L’ultimo ballo di Charlot’: solo nel disordine chiamato Amore, ogni acrobazia è possibile.

Noi tutti siamo funamboli in precario equilibrio su un filo sottile e quasi impercettibile.

Puoi farti un’istruzione per corrispondenza, come i bambini che crescono in questa compagnia delle Arti, ma la Vita la imparerai solo e sempre in viaggio, su strade di mille colori, consumando le tue scarpe all’inseguimento di sogni e meraviglie.

Stephanie Gengotti è una fotografa di nazionalità italo/francese con sede a Roma. Ha una laurea in Traduzione inglese e francese, un diploma di laurea in fotogiornalismo rilasciato dalla Scuola Romana di Fotografia, dove ha anche frequentato un Master in fotografia di moda e di ritratto. Si occupa principalmente di fotografia di reportage e ritratto. Il suo lavoro è stato premiato ed esposto in numerose mostre in Italia e all’estero. Ha Numerosi gli assegnati e le pubblicazioni sulle principali riviste italiane e straniere tra le quali: Internazionale, GEO Magazine, Le Monde Magazine, Stern, DER Spiegel, National Geographic, The New York Times, The Sunday Times Magazine, Sekai, The Guardian, Le Monde, 6 Mois, L’Espresso, Io Donna, China Newsweek, El Mundo, Vanity Fair, IL, Il Reportage ecc. Attualmente è rappresentata da Institute Artist.

Info mostra

FotoLeggendo 
dal 24 giugno al 15 luglio 2022
via Giuseppe Libetta,
orari weekend di apertura
Inaugurazione 24 giugno ore 18.30
25-26 giugno : dalle 10 alle 20.30
Dal 27 giugno al 15 luglio 2022
dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19

sabato e domenica chiuso

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FotoLeggendo 2022 - XV edizione - Venerdì 24 giugno ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

Pornoland Redux di Stefano de Luigi

di Stefano de Luigi

Stefano De Luigi, in punta di piedi, quasi un’ombra sul set cinematografico, riscrive le dinamiche di un immaginario ormai cristallizzato in una lunga ma definita serie di situazioni, contrapponendo la banalità del quotidiano al climax del momento eroico.   L’eroe non ha il pene perennemente eretto, brandito come un gladio, pronto ad affondare nel corpo della vittima predestinata, lo vediamo sussurrare amichevolmente un pensiero all’orecchio della partner. Il gruppo di maschi in mutande, sul palco illuminato dai riflettori, fa pensare ad un qualunque drappello di lavoratori in attesa di un qualunque faticoso lavoro. Né ci sono eroine, tranne una statua di Atena, vergine guerriera, che impugna una lancia, a vegliare indignata la scena di un amplesso. Una bambola gonfiabile e un set di vestiti da indossare fanno pensare ad una riduzione in comico del rito della vestizione dell’armatura. 

L’immagine pornografica è sempre evocata, ma mai esibita. Dentro una stanza che ricorda un salotto un uomo nudo tiene in mano il pene. Sul lato destro della fotografia una donna osserva la scena. Il suo corpo in controluce è scuro e in contrasto con una luce calda e gialla che avvolge la stanza. Il gesto dell’uomo è intimo, non pensa ci sia qualcuno che lo stia osservando. La donna invece osserva senza essere vista. Attende. Cosa? Ci si chiede. Che lui sia pronto per iniziare la scena. 

Le fotografie non descrivono e nemmeno raccontano, ma eludono, o più spesso alludono. Non vi sono corpi levigati che si muovono fra paradisi edenici o lussuose residenze californiane colme di specchi e piscine dalle acque blu. Non compare alcuna delle delizie di Bosch. Ciò che le immagini racchiudono e significano è volutamente rimandato a un dopo, quasi come se la funzione di queste foto fosse quella di proteggere nello spazio i corpi degli attori, e rimandare nel tempo le loro azioni. Lo sguardo del fotografo si sofferma spesso su ciò che non appare, che non ci si aspetta di vedere.

Stefano De Luigi è un fotografo italiano che attualmente vive a Parigi. Ha iniziato la sua carriera lavorando per il Museo del Louvre come fotografo dal 1989 al 1996.

Nel 2000 ha ricevuto la Menzione d’Onore del Leica Oskar Barnack Award .

I suoi numerosi premi includono quattro premi World Press Photo (1998, 2007, 2010, 2011), la borsa di studio Eugene Smith (2008), il Getty Grant for Editorial Photography, il Days Japan International Photojournalism Award (2010) e il Syngenta Photography Award (2015) la borsa alla produzione per ildocumentario”Mare Amarum” del CentroNazionaledel Cinema in Francia ed éstato invitato nel 2021 come artista residente con la borsa alla creazione al Festival Planches Contact a Deauville in Francia.

Durante il suo percorso fotografico, ha pubblicato 5 libri: Pornoland (Contrasto 2004), Blanco (Trolley Books, 2010), iDyssey (Editions Bessard, 2017), Babel con Michela Battaglia (Postcart Edizioni, 2018) e Pornoland Redux (selfpublished) 2021.

Attualmente lavora su dei progetti di lungo respiro sul paesaggio e collabora regolarmente con la Fondazione e l’Accademia della sua agenzia.

Dal 2008, Stefano De Luigi è membro della VII Agency.

Info mostra

FotoLeggendo 
dal 24 giugno al 15 luglio 2022
via Giuseppe Libetta,
orari weekend di apertura
Inaugurazione 24 giugno ore 18.30
25-26 giugno : dalle 10 alle 20.30
Dal 27 giugno al 15 luglio 2022
dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19

sabato e domenica chiuso

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FotoLeggendo 2022 - XV edizione - Venerdì 24 giugno ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

Kuiwait Soul di Gabriele Cecconi

di Gabriele Ceccono / Parallelozero
a cura di Laura Carnemolla
in collaborazione con Parallelozero

KUWAIT SOUL
Un paese in bilico fra Islam e materialismo

Stretto fra Iraq e Arabia Saudita, il Kuwait è uno dei paesi al tempo stesso più piccoli e ricchi del mondo. Raramente sotto i riflettori, l’emirato diventò protagonista fra il 1990 e il 1991 della Guerra del Golfo, il primo vero conflitto televisivo della storia. Ma perché trent’anni fa una scheggia di deserto priva di qualsiasi attrattiva divenne oggetto di contesa?

La risposta è nella sua storia: da sempre strategico porto naturale, il Kuwait venne sostanzialmente creato un secolo fa dagli inglesi per bloccare all’Iraq lo sbocco al mare. Ai tempi l’economia era basata sul commercio di perle, spezie e incenso, e la popolazione era composta da pescatori e beduini. Gli stessi che decenni prima, fuggendo dalla siccità, si accamparono lungo un corso d’acqua a ridosso di un antico kout, un fortino in terra battuta: nacque così il nome “Kuwait”, e la città sorse esattamente in quel luogo. La ricchezza vera arrivò con il petrolio (i primi pozzi furono scoperti nel 1934) e con la successiva indipendenza dalla Gran Bretagna, avvenuta sessant’anni fa (era il 19 giugno del 1961). Oggi il Kuwait resta un luogo estremo dove d’estate la temperatura si alza a livelli record e dove solo il due per cento del suolo è coltivabile; le raffinerie di petrolio contribuiscono alla pessima qualità dell’aria, con conseguenze nefaste per la salute della popolazione. Che si suddivide fra lavoratori immigrati, perlopiù asiatici ed egiziani (la maggioranza, quasi 2,5 milioni di persone) e i veri e propri cittadini, circa 1,5 milioni. Sono loro che negli ultimi anni, godendo di un’enorme ricchezza economica, hanno sviluppato una visione esasperata del modello capitalistico: una realtà dove un materialismo quasi distopico si mescola alla forte tradizione islamica. Due spinte moralmente conflittuali che generano depressioni e nevrosi: un vuoto interiore, spesso tabù per la società, al quale si risponde a volte con un consumismo estremo.

Gabriele Cecconi è un fotografo documentarista italiano interessato a questioni culturali, politiche e ambientali. Si è avvicinato alla fotografia dopo una laurea in legge e nel 2015 è stato selezionato da Camera Torino e Leica per una masterclass con il fotografo Magnum Alex Webb. Da allora ha realizzato diversi reportage fino al 2018 quando ha iniziato a lavorare su progetti a lungo termine.

Il suo progetto sulle conseguenze ambientali della migrazione dei Rohingya nel sud del Bangladesh ha ricevuto numerosi premi internazionali tra cui l’Yves Rocher Photography Award al Visa pour l’image, POY, Andrei Stenin Grand Prix, PX3 photographer of the year e il LUMIX Sustainability award tra gli altri.

Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in musei, festival e gallerie tra cui il Museo di Stato Hermitage, la sede delle Nazioni Unite, Photo Vogue Festival, Festival della Fotografia Etica, ed è stato pubblicato da giornali italiani e internazionali tra cui L’Espresso, National Geographic, Internazionale, Newsweek, Courrier international.

Parallelamente svolge attività di ricerca sul rapporto tra cultura, potere e rappresentazione e sugli aspetti spirituali e pedagogici delle arti visive.

 

Info mostra

FotoLeggendo 
dal 24 giugno al 15 luglio 2022
via Giuseppe Libetta,
orari weekend di apertura
Inaugurazione 24 giugno ore 18.30
25-26 giugno : dalle 10 alle 20.30
Dal 27 giugno al 15 luglio 2022
dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19

sabato e domenica chiuso