visioni di gruppo
Mostra collettiva dei Gruppi di Lavoro 2014/2015 - Martedì 15 dicembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

VISIONI DI GRUPPO#4

La mostra dei Gruppi di Lavoro dell’a.a. 2014/2015

Martedì 15 dicembre alle 19 inaugura la quarta edizione di Visioni di Gruppo#4, la collettiva fotografica dedicata ai cinque laboratori didattici gratuiti svolti nel corso dell’a.a. 2014/2015 a Officine Fotografiche Roma.
Come nelle scorse edizioni nel corso dell’anno i gruppi di lavoro hanno affrontato temi differenti tra loro sotto la guida dei coordinatori che seguivano la realizzazione dei progetti passo passo.

I temi indagati sono tra i più vari, si spazia dalle tematiche sociali e di attualità come l’emergenza abitativa affrontata dal gruppo OCCUPY guidato da Gianluca Abblasio, Karl Mancini e Valeria Ibello, agli spunti legati alle realtà geografiche e territoriali con il lavoro sulla STRADA STATALE N.5 seguito da Riccardo Beggiato, Nazzareno Falcone e Alberto Placidoli.
Per giungere alla sempre attuale tematica dell’abbandono edilizio affrontato dal gruppo ROMA DISMESSA curato da Fulvia Delfino e Fabrizio Latini passando attraverso le visioni colorate e ravvicinate del mondo che ci circonda con il gruppo MACRO&CLOSEUP curato da Stefano Majolatesi, Lilliana Ranalletta e Antonio Russo per arrivare infine ai luoghi quasi metafisici della conservazione della conoscenza e dell’arte con il gruppo MUSEO DELL’ISTANTE, coordinato da Mauro Raponi, Flavia Rossi, Luca Chiaventi.

_MG_1916a1500I gruppi di lavoro sono un’importante momento formativo per chi ama la fotografia e vuole misurarsi con l’idea di progettualità fotografica legata ad un tema sotto la guida paziente ed esperta dei coordinatori.

 

OCCUPY

Coordinatori: Gianluca Abblasio, Valeria Ibello e Karl Mancini

Fotografi:  Susanna Aldrovandi, Alessandro Amoruso, Angelo Antonelli, Alessandra Ascrizzi, Chiara Barraco, Roberto Biocco, Alessandra Caciolli, Ilaria Checchelani, Carlo Dal Fabbro, Marta Facchini, Stefano Manca, Adriana Miani, Martina Piermartini, Laura Tonon, Annalisa Vinci

ROMA DISMESSA

Coordinatori: Fulvia Delfino, Fabrizio Latini

Fotografi: Nicoletta Alborino, Dennis Berutto, Matias Biglieri, Maria Buttinelli, Lilia Chini, Giuseppe Cristiani, Carlo Dal Fabbro, Monica Del Duca, Fulvia Delfino, Rosaria Di Nunzio, Francesca Dini, Luca Fabbri, Fabrizio Latini, Melania Lipari, Tiziana Loiacono, Elisabetta Martinelli, Mimmo Mennillo, Giuseppe Naddeo, Chiara Papapietro, Danilo Sambiase, Angela Sanzone, Daniela Trucchia, Giuliano Vari, Michela Zedda


MACRO CLOSE-UP

Coordinatori: Stefano Majolatesi, Liliana Ranalletta e Antonio Russo

Fotografi: Fiammetta Carloni, Eugenio Clemente, Stefano D’Angeli, Giuseppe Giannone, Roberto Palombarani, Giuseppe Quattrone, Claudia Reale, Maria Francesca Rinaldi, Fabio Rossi, Patrizia Rulli, Achille Salerni, Silvia Scrocca, Ignazio Flavio Trovato, Alessandro Vitale

STRADA STATALE N.5

Coordinatori: Riccardo Beggiato, Nazzareno Falcone e Alberto Placidoli

Fotografi: Massimo Bottarelli, Roberta Cappelli, Nazzareno Falcone, Carmine Frigioni, Giulia Leporatti, Alberto Placidoli, Angela Vicino.

MUSEO DELL’ISTANTE

Coordinatori: Mauro Raponi, Flavia Rossi, Luca Chiaventi

Fotografi:

OPERE – Laura Bussotti, Angelo Miranda, Andrea Civenzini, Anna Ammendolia, Piero Di Domenicantonio, Stefano Conte, Fabrizio Noto, Alexandra Crasnaru Dragomir

SPAZI – Alessandra Calvani, Paola Fumagalli, Mauro Raponi, Flavia Rossi, Enrico Cubello, Giovanni Sabato, Federico D’addio

DIALOGHI – Antonella Albani, Claudia Tombini, Giovanni Coppi, Carola Gatta, Jeanny Ricci, Vittorio Nera, Piergiorgio Radaelli, Cristina Zompatori, Marco Colucci, Alessandro Congiu

 

Info mostra

VISIONI DI GRUPPO #4
dal 15 dicembre 2015 all’8 gennaio 2016
Officine Fotografiche Roma
Inaugurazione martedì 15 dicembre 2015, ore 19.00

orari di accesso:
16, 17, 18 dicembre 2015 e 7, 8 gennaio 2016,
ore 10-13.30 e 14.30-19

Apertura straordinaria sabato 19 dicembre 2015 ore 16.30-21.30

Ingresso gratuito

nuo sfocato
Inaugurazione - Giovedì 3 dicembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

DNAPictures, la fotografia incontra la danza

Mostra Collettiva
in collaborazione con Romaeuropa Festival

Spettatori speciali dietro alla macchina fotografica, i partecipanti a DNApictures – laboratorio di fotografia di scena, hanno osservato il movimento del corpo che si trasforma in danza.

Durante le prove e gli spettacoli ospitati da DNA nell’ambito del Romaeuropa Festival, hanno scattato le loro immagini sporgendosi al bordo del limite che separa la documentazione dalla visione soggettiva.

La danza e i suoi sconfinamenti, il corpo e i suoi disegni, lo spettacolo e i dettagli del gesto. In questo dialogo tra la visione e l’immaginazione, in questo incontro tra la fotografia e la scena, la danza ha lasciato le sue tracce, nelle immagini, e nella memoria.

Spettacoli

DNAeurope / 3 – 7 novembre 2015 / Teatro India

AOIFE MCATAMNEY – Softer Swells

ANNAMARIA AJMONE – Tiny

CHIARA FRIGO – West End

IGOR AND MORENO – Idiot-Syncrasy

LIAT WAYSBORT – Please me Please

HODWORKS - Conditions of Being a Mortal, Movement I., Movement III.

ALBERT QUESADA – Wagner & Ligeti

IOANNIS MANDAFOUNIS | ELENA GIANNOTTI – ApersonA

JAN MARTENS – ODE TO THE ATTEMPT (a solo for meself)

Fotografi

Marco Pasqua, Michela Corsi, Patrizia Chiatti, Fabio Caramelli, Dayana Montesano, Giorgio Termini, Silvia Aresca, Alessandra Ascrizzi, Gioia Onorati, Chiara Ernandes, Matteo Domenico Recine

Ai coreografi, ai danzatori e ai performer va il ringraziamento dei fotografi selezionati per partecipare al laboratorio guidato da Samantha Marenzi, organizzato dalla Fondazione Romaeuropa e da Officine Fotografiche Roma.

Info mostra

DNApictures
La fotografia incontra la danza
II edizione

Officine Fotografiche Roma
dal 3 al 9 dicembre 2015
apertura | aperitivo, giovedì 3 dicembre, ore 19

Orari di visita:

giovedì 3 dicembre, 19.00-21.00
venerdì 4 e dal 7 al 9 dicembre 2015, ore 10.00-13.30, 14.30-19.00 sabato e domenica chiuso
ingresso gratuito

donne b/n al mare
Inaugurazione - Venerdì 27 novembre ore 19 - Teatro Ambra alla Garbatella

Anonymous

A cura di Elisabetta Bini, Mariella Boccadoro e Alessandra Quadri

Anonymous presenta una serie di fotografie trovate per caso in soffitte polverose e mercatini dell’usato tra le strade di Roma e scattate da persone che – forse – non hanno mai raggiunto, né ricercato il successo.

“Dilettanti moderni”, come li definisce una delle buste per negativi, che hanno visto nella fotografia un mezzo per esprimere la propria visione del mondo, la propria creatività, o semplicemente documentare la propria vita quotidiana e costruire la memoria di sé.

Anonymous intende dare valore ai tanti fotografi rimasti anonimi, le cui immagini spesso rimangono chiuse in un cassetto, dimenticate dal passare del tempo e dall’oblio delle vite familiari, se non distrutte o disperse. Questi oggetti ritrovati costituiscono piccole tracce del passato, sguardi a volte sfuggenti, altre volte attentamente costruiti, su un mondo ormai scomparso, ma che ci riporta alle radici della nostra contemporaneità. Le immagini esposte ci ricordano quanto sia stata importante la fotografia per la costruzione dello status sociale della media e alta borghesia, così come delle gerarchie razziali e di genere proprie delle conquiste coloniali, e per la documentazione della vita al fronte dei tanti soldati che portarono con sé una macchina fotografica.

L’accuratezza dell’immagine, la proporzione degli spazi e dei volumi che caratterizzano alcuni degli scatti, rappresentano anche un invito a mettere in discussione l’esistenza di un rigido confine tra la fotografia professionale e quella dilettantistica.

Info mostra

Dal 27 novembre 2015 al 20 gennaio 2016
Teatro Ambra alla Garbatella – spazio AmbrArte
piazza Giovanni da Triora, 15 – Roma
mostra visitabile durante gli orari di apertura del teatro

lunedì ore 9.00-13.00
dal martedì al venerdì  ore 9.00-13.00 e 16.00-22.00 (nei giorni di spettacolo) oppure  ore 09.00-17.00 (negli altri giorni)
sabato ore 16.00-22.00
domenica ore 15.00-20.00
Giorni di chiusura: 8, 23, 24 e 25 dicembre, 1 gennaio
paesaggio scogliera b/n
inaugurazione - venerdì 23 ottobre, ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Emerging Talents

fotografie di Antoine Bruy, Salvi Danés, Jing Huang, Dina Oganova
a cura di Arianna Catania e Sarah Carlet
mostra del festival FotoGrafia

In occasione della XIV edizione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma, saranno in mostra i lavori di quattro fotografi emergenti, ancora inediti nella Capitale.
Dal 23 Ottobre al 20 Novembre gli spazi espositivi di Officine Fotografiche accoglieranno Scrublands del fotografo francese Antoine Bruy, Black Ice, Moscow dello spagnolo Salvi Danés, Sight on surroundings del cinese Jing Huang e My place della georgiana Dina Oganova. I lavori ruotano intorno al tema “Il Presente”, tema e filo conduttore dell’edizione di quest’anno di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma.

Sarà in mostra anche il video dei lavori esposti a Circulation(s) 2015.
Durante l’inaugurazione interverrà Audrey Turpin di Circulation(s) – Festival of Young European Photography.


Non capita spesso di immergersi completamente nelle vite degli altri. E di respirare l’atmosfera sincera che si nasconde dietro luoghi sconosciuti e situazioni inaspettate. Lo spettatore si avvicina in punta di piedi a mondi nuovi, grazie all’esperienza diretta di quattro autori che, tenendo la giusta distanza, hanno scelto non soltanto di fotografare, ma di raccontare la propria vita attraverso quella degli altri.
Un ritratto della contemporaneità, che racconta il nostro presente attraverso scelte individuali e collettive, isolamento e silenzio, ricerca di senso e fuga.
C’è chi, come il francese Antoine Bruy, sceglie di vivere insieme a quelle comunità che si allontanano da consumismo e frenesia, lontano dal rumore. E chi, come Dina Oganova, decide di raccontare il suo quotidiano attraverso le storie dei coetanei, la prima generazione cresciuta nella Georgia post URSS. La fotografa georgiana presenta, attraverso appunti e lettere, quei “cercatori di libertà” che rendono pubblici i loro segreti. Sono soli. Come molti abitanti delle metropoli. E come i cittadini di Mosca che appaiono dal buio e dal silenzio. Lo spagnolo Salvi Danés ha raccontato quel «sottile e
invisibile strato di ghiaccio», che impedisce la libertà di movimento e la scelta di una direzione. Un ostacolo fisico ma anche psicologico, in quanto gli uomini delegano il proprio pensiero ad altri, per sentirsi meno soli.
Una via di fuga forse c’è ed è quella dell’intimità. Una via individuale che lascia spazio alla sorpresa e all’irrazionale mentre descrive un quotidiano ricco di minimi dettagli. Jing Huang crea così un diario personale che racconta la sua Cina contemporanea: un racconto fuori dal tempo, intriso di onirico e richiami pittorici.

(foto in basso, da sinistra a destra, © Antoine Bruy, Salvi Danés, Jing Huang, Dina Oganova)

Emerging Talents è un progetto espositivo, curato da Arianna Catania e Sarah Carlet.
La mostra collettiva è organizzata in partnership con LensCulture, Circulation(s)- Festival de la jeune photographie européenne, Huffingtonpost.it e Fotocult
Sponsor: Metrophoto e Zerbo.

Info mostra

Emerging Talents
23 Ottobre- 20 Novembre 2015
Officine Fotografiche Roma
Orari di visita:
Lunedì – Venerdì: 10.30-13.30, 14.30-19.00
Sabato e Domenica chiuso
Ingresso gratuito

copertina chihuahua
Inaugurazione - giovedì 22 ottobre ore 19 - Teatro Ambra alla Garbatella

Chihuahua & Simoncino

Fotografie di Gabriele Guida e di Matteo Vieille
a cura di Eliana Bambino e Mauro Pelella
in collaborazione con Ulixes Pictures

Due fotografi, due ex-allievi del Master in Fotogiornalismo Contemporaneo di Emiliano Mancuso ora inseriti nel programma Mentorship di Ulixes Pictures, si confrontano con narrazioni di registro diverso, uniti dall’idea di raccontare delle storie del nostro tempo.

Chihuahua, di Gabriele Guida, è un lavoro divertente e divertito sul mondo che gravita intorno alle boutique per cani, dove in particolare la razza chihuahua rappresenta l’emblema dell’estrema umanizzazione del rapporto uomo/cane nella società occidentale.

Simoncino, di Matteo Vielle, è invece la storia di un fenomeno dell’era digitale, quella di un rapper che nel 2012, grazie a Youtube, è asceso velocemente a webstar. Da lì la vicenda è costellata di cadute, risalite e attese, che il lavoro fotografico documenta.

I due lavori sono stati presentati la prima volta nell’ambito del festival FotoLeggendo 2015.

Il collettivo fotografico Ulixes – Photoresearch & Documentation è una nuova realtà fortemente voluta da un gruppo di giovani professionisti specializzati nel fotogiornalismo, nel reportage e nella fotografia sociale. Una compagine dinamica e innovativa, attenta ai nuovi linguaggi visuali e pronta a cogliere le richieste del mercato editoriale.

Gabriele Guida, classe ‘89, ha sempre desiderato fare il fotogiornalista. Formatosi alla Scuola Romana di Fotografia, nel 2012 ha fondato con alcuni amici l’Associazione Culturale 001. Due anni dopo decide di approfondire il campo del reportage frequentando il Master in Fotogiornalismo Contemporaneo con Emiliano Mancuso. L’esperienza lo porterà ad una notevole crescita umana e fotografica, e gli varrà la selezione all’interno del progetto mentor di UlixesPictures. Attualmente lavora per l’agenzia fotogiornalistica AGR e su diversi progetti di reportage.

Matteo Vieille, classe ’86, è laureato al DAMS di Roma, indirizzo Regia e Spettacolo, e diplomato in montaggio di audiovisivi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Come regista e montatore ha realizzato documentari, cortometraggi, backstage, videoclip e spot commerciali, in Italia e all’estero. Nel 2014 frequenta il Master in Fotogiornalismo Contemporaneo di Officine Fotografiche Roma ed inizia a lavorare come fotografo freelance. Il progetto Simoncino partecipa al festival Fotoleggendo 2015 e viene pubblicato sulla rivista Vice.

Info mostra

Chihuahua di Gabriele Guida
Simoncino di Matteo Vieille
dal 22 ottobre al 25 novembre 2015
inaugurazione giovedì 22 ottobre, ore 19

orari di ingresso:
lunedì ore 9:00/13:00
dal martedì al venerdì (nei giorni di spettacolo) ore 09:00/13:00 e 16:00/22:00
dal martedì al venerdì (negli altri giorni) ore 09:00/17:00
sabato ore 16:00/22:00
domenica ore 15:00/20:00

Teatro Ambra alla Garbatella – spazio AmbrArte
piazza Giovanni da Triora, 15 – Roma

cammello trascina furgoncino
Apertura al pubblico - Martedì 22 settembre 2015 ore 18 - Officine Fotografiche Roma

La lettura visiva del mondo, un’antologica.

una mostra del Festival della Letteratura di Viaggio

«Viaggiare non serve molto a capire, ma serve per riattivare per un momento l’uso degli occhi, la lettura visiva del mondo», scriveva Italo Calvino. Il Festival della Letteratura di Viaggio propone una selezione di immagini da cinque mostre realizzate tra il 2008 e il 2015. Con fotografie contemporanee e materiali storici dagli archivi di Società Geografica Italiana.

A.bc: In Australia sulle tracce di Bruce Chatwin
Una personale del fotografo e giornalista Antonio Politano – dedicata a un’Australia ripercorsa lungo “Le Vie dei Canti” dello scrittore britannico Bruce Chatwin e realizzata in occasione della prima edizione del Festival della Letteratura di Viaggio nel 2008 – è rappresentata con alcune grandi stampe a colori, accompagnate da immagini di un’Australia in bianco e nero provenienti dagli archivi di Società Geografica Italiana.

Il disegno del mondo
. La Malesia di Hugo Pratt, la Praga di Vittorio Giardino, l’Iran di Marjane Satrapi, il Libano di David Polonsky
La mostra dedicata ad alcuni luoghi della “letteratura disegnata” realizzata nel 2009 in collaborazione con Rizzoli Lizard e le agenzie fotografiche Contrasto e Magnum Photos – è ripercorsa attraverso un’installazione di pagine del catalogo edito da Exòrma Edizioni che raccoglie tutti i materiali raccolti in un doppio binario che interseca le narrazioni di quattro disegnatori – Hugo Pratt, Vittorio Giardino, Marjane Satrapi, David Polonsky – e di sei fotografi: Abbas, Paolo Pellegrin, René Burri, Jan Berry, Stuart Franklin e Jean Gaumy.

Grande Venezia. Terre e genti, fino a Istanbul e Alessandria
L’antica rappresentazione del mondo nella cartografia di ieri e lo sguardo di fotografi contemporanei, per raccontare la vasta area geografica un tempo sotto l’influenza della Serenissima, da una mostra realizzata nel 2010. In collaborazione con l’agenzia LUZphoto, riproponiamo una collettiva di fotografi che ripercorre idealmente le antiche vie veneziane, mostrando questi luoghi e le persone che li abitano oggi, attraverso una molteplicità di sguardi e interpretazioni.  Gli autori sono: Lorenzo Castore, Emanuele Cremaschi, Giovanni Del Brenna, Alessandro Digaetano, Andrea Frazzetta, Gianni Galassi, Alessandro Gandolfi, Marco Garofalo, Fabrizio Gilardi, Alberto Giuliani, Alessandro Grassani, Mattia Insolera, Romina Marani, Massimo Mastrorillo, Andrea Pistolesi, Antonio Politano, Filippo Romano, Patrizia Savarese, Lorenzo Tugnoli.

Go West! La frontiera, il viaggio, l’immaginario
L’Ovest, l’America e il mito della frontiera raccontati in una mostra prodotta dal Festival della Letteratura di Viaggio nel 2013, attraverso fotografie d’epoca, fotografie contemporanee e fumetti. Le fotografie d’epoca portano la firma di Timothy H. O’Sullivan (e documentano le spedizioni di George M. Wheeler in Colorado, Nevada, Arizona, New Mexico, Utah, California del 1871-1874); le foto contemporanee sono di Antonio Politano; e i fumetti sono tavole di Tex Willer che riproponiamo per gentile concessione di Sergio Bonelli Editore.

Africa, Italia
I viaggi sono passaggi, attraversamenti. Viaggiare ti lascia prima senza parole, poi ti trasforma in un narratore di storie, ha scritto Ibn Battuta. La mostra Africa, Italia mette assieme viaggi diversi, in Afriche un tempo italiane, diventati storie, quadri di vita, frammenti di paesaggio: nella quotidianità dell’Eritrea contemporanea (A Passage to Eritrea), lungo i percorsi degli esploratori e dentro la capitale (Crossing Ethiopia Today), tra le sabbie libiche sulle tracce del proprio nonno (Libya, the Captain and Me), alla conquista e scoperta di terre e genti (Somalia, Time Ago).  Da questa mostra, prodotta nel 2015, riproponiamo immagini contemporanee – di Antonio Politano (Eritrea) e Francesco Fossa (Libia) – e immagini storiche di Manfredo Tarabini Castellani e dagli archivi di Società Geografica Italiana, oltre a un multimedia di Romina Marani e Alice Falco (Etiopia) e a un filmato sulle rotte dei migranti a cura di Casa Africa Onlus.

(foto di copertina Stuart Highway, Northern Territory, Australia © Antonio Politano)

Info mostra

LA LETTURA VISIVA DEL MONDO, UN’ANTOLOGICA.
una mostra del Festival della Letteratura di Viaggio
dal 22 settembre al 19 ottobre 2015
Officine Fotografiche Roma

Orari di visita:
dal 22 settembre al 19 ottobre 2015
dal lunedì al venerdì, ore 10.30-13.30 e 14.30-19.00
sabato e domenica chiuso
ingresso gratuito

pannello pubblicitario vuoto
inaugurazione - Venerdì 18 settembre 2015, ore 19 - Teatro Ambra alla Garbatella - spazio AmbrArte

Niente da vedere

di Vincenzo Labellarte, Paolo Fusco, Daniele Cametti Aspri, Sergio Figliolia

La città contemporanea è spesso indefinibile. Un calderone in cui confluiscono linguaggi e pratiche che sembrano dialogare tra loro in modo confuso. La città dei paradossi identitari, architettonici e sociali. Un andirivieni di immagini in cui gli individui, flâneur contemporanei o attori attivi, iscrivono la propria esperienza.

Ma la città è anche uno stato d’animo, citando Robert Park, e arti urbane, nelle proprie declinazioni testuali, visive e performative, possono insinuarsi tra le sue trame e raccontarla trasversalmente. Dotando orizzonti di senso all’esperienza metropolitana, ne connotano forma e relazioni. La fotografia si rivela quella più completa, perché esprime nel migliore dei modi la forma che ogni città rivela. Coglie le tensioni e i paradossi, cercando la bellezza attraverso l’adesione al reale.

Niente da Vedere ricompone la forma scomposta di Roma. Cantieri inattivi, spazi verdi a compensazione di standard urbanistici, cartelloni pubblicitari, muri/barriere di recinzione. Citazioni del quotidiano che restituiscono l’immagine di una metropoli in balia degli interessi privati, che ha perso la sua dimensione sociale: la Roma della Metro C, della Nuvola e della speculazione; degli scontri di Tor Sapienza e delle gated communities sul Raccordo.

Robert Smithson, descrivendo le periferie di Passaic in New Jersey, scrive: “Quel panorama azzerato sembrava contenere rovine al contrario, ovvero tutte le costruzioni che eventualmente saranno costruite. Questo è l’opposto della rovina romantica, perché gli edifici non cadono in rovina dopo essere stati costruiti, ma piuttosto sorgono in rovina prima di essere eretti.”

La Roma di Niente da Vedere è abitata da rovine silenziose che non riconosciamo in quanto tali perché non suscitano ricordi e negano ogni domani.

Nel renderle visibili, Niente da Vedere svela la loro esistenza ponendo la questione del futuro che sembrano volerci far dimenticare.

Marta Atzeni e Marta Veltri
Roma, settembre 2015

Le aspettative di chi visita una mostra fotografica sono generalmente quelle di trovare il bello o l’inconsueto. Lo scopo di questa operazione è invece opposto: gli autori qui rappresentati rivolgono la propria attenzione al consueto. Grazie all’approccio progettuale, l’attenzione all’ordinario viene amplificata mettendo in evidenza aspetti nascosti a chi normalmente guarda con occhi assuefatti la realtà quotidiana. Attraverso immagini documentarie e superando il racconto didascalico si esplorano aspetti paralleli della città eterna, mostrandone nuove criticità.

Info mostra

Niente da vedere
di Vincenzo Labellarte, Paolo Fusco, Daniele Cametti Aspri, Sergio Figliolia
dal 18 settembre al 14 ottobre 2015
inaugurazione venerdì 18 settembre, ore 19

orari di ingresso:
dal 18 al 27 settembre, dal lunedì al venerdì  ore 9-17
dal 28 settembre al 14 ottobre, lunedì ore 9-13, dal martedì al venerdì ore 9-13 e 16-22, sabato ore 16-22, domenica 15-20

Teatro Ambra alla Garbatella – spazio AmbrArte
piazza Giovanni da Triora, 15 – Roma

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inaugurazione - lunedì 22 giugno ore 19 - Teatro Ambra alla Garbatella

I must have been blind

di Simone D'Angelo
a cura di Laura Pandolfo

Sono nato nella Valle del Sacco, un’area del Lazio meridionale che prende il nome dal fiume che l’attraversa. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la valle venne inserita nella categoria delle “aree depresse”, dando inizio ad un processo di industrializzazione che ne ha compromesso la naturale vocazione agricola fino al riconoscimento, nell’ultimo decennio, dello stato di emergenza ambientale.

Anni di indagini hanno evidenziato l’entrata in circolo nella catena alimentare di agenti tossici come il beta-esaclorocicloesano, presente nel lindano, un potente insetticida impiegato in agricoltura sin dagli anni ’50 e vietato solo nel 2001. Oggi, la zona è inserita nei Siti di bonifica di Interesse Nazionale.

Questo è il contesto di squilibrio ecologico che avevo programmato di raccontare, mostrando le alterazioni visibili di un microcosmo che presumevo di conoscere, ma che d’un tratto mi appariva come alieno: un luogo fuori dal tempo dove ogni indizio sugli effetti del sistema produttivo umano mi indirizzava su immagini che sembravano voler suggerire il riscatto di una natura che dell’uomo può farne a meno.

La presenza umana è infatti esclusa. Fragile e disutile come le tracce che lascia.

Simone D’Angelo nasce ad Anagni nel 1978, vive e lavora a Roma, dove studia allo IED conseguendo un Master in Web Design & Strategy.

Fotografa con coscienza e da autodidatta dal 2008, dopo un viaggio in Indonesia.

Dall’ottobre 2014 segue un corso specialistico in fotografia documentaria con Massimo Mastrorillo in collaborazione con l’associazione 001 di Roma e la Luz Academy. Qui sviluppa l’idea di I Must Have Been Blind, premiato nel 2015 come miglior progetto nel Leica Talent.

Info mostra

Teatro Ambra alla Garbatella
Piazza Giovanni da Triora, 15
Dal 22 giugno al 23 luglio
inaugurazione lunedì 22 giugno alle 19
Orari mostra:
lunedì-venerdì 8.30-23
sabato 18-23 domenica chiuso
ingresso libero

Accademia Navale Ellenica, Pireo Grecia.
Inaugurazione - giovedì 4 giugno, ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Cadetti

di Paolo Verzone
a cura di Tiziana Faraoni
Una mostra di FotoLeggendo

Inaugura Giovedì 4 giugno alle 19 a Officine Fotografiche l’undicesima edizione di FotoLeggendo con la mostra Cadetti di Paolo Verzone a cura di Tiziana Faraoni.

Bisogna saper comandare anche con gli occhi. È un elemento chiave del portamento di un ufficiale, la prima cosa che si impara nelle scuole militari di tutta Europa. Per questo gli sguardi degli allievi sembrano così simili: dietro c’è la stessa tradizione, che da secoli forma i condottieri del vecchio continente.

Prima di pilotare aerei, navi o carri armati; prima di guidare stormi, flotte o battaglioni, a questi ragazzi si insegna come conquistare l’autorità, come ottenere rispetto e imporre obbedienza.

Il punto di partenza di una metamorfosi che li trasformerà in leader. I luoghi e le divise in cui avviene questa mutazione sono fuori dal tempo: sono la tradizione, valore fondamentale nell’educazione di un allievo che lo rende parte della storia, dello spirito di una nazione.

Quello che il progetto Cadetti è andato a cercare nelle foto di venti accademie di sedici differenti paesi: il ponte tra il passato e il futuro, tra riti antichi e missioni tecnologiche che si costruisce nella formazione di queste reclute.

L’altro elemento decisivo per la vita di un militare non si può insegnare. Nasce da solo, nei piazzali settecenteschi di Modena o di Saint-Cyr, nelle marce sotto la pioggia, nelle ore immobili a fare la sentinella: è il cameratismo, la fratellanza in armi, un sentimento che va oltre l’amicizia. È la consapevolezza che i tuoi compagni ci saranno sempre, nella pace e nella guerra, nella gioia e nel dolore: giovani o vecchi, saranno al tuo fianco fino all’ultimo dei giorni.

Paolo Verzone è nato a Torino nel 1967 e vive a Parigi dal 2000.

Si interessa alla fotografia in età giovanissima. In collaborazione con Alessandro Albert realizza nel 1991 un lavoro di ritratti sugli abitanti di Mosca, raccolto nel volume Volti di Passaggio, pubblicato da Peliti & Associati.

Con le immagini dei moscoviti vince nel 1992 il premio Kodak European Panorama. Paolo Verzone collabora come ritrattista e reporter con le principali riviste italiane e internazionali tra cui: Newsweek, Time, Le Monde, The Independent, Sunday Times, Liberation, D la Repubblica delle Donne, Flair, Geo, Io Donna, GQ, Amica, Rolling Stone, Sportweek, Vanity Fair, Marie Claire, Courier International, Das Magazin.

Negli ultimi anni ha ottenuto vari riconoscimenti tra i quali:Canon Giovani fotografi, finalista al Leica Oskar Barnak Award, American Photography 2009-10-2015, Sony Photography award 2011 e tre World Press Photo (2001-2009-2015). Le sue immagini sono presenti nelle collezioni del Victoria & Albert Museum di Londra, della Bibliotheque Nationale di Parigi e dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma.

Paolo Verzone è membro dall’Agence Vu di Parigi.

(foto inaugurazione © Andrea Petrosino)

Info mostra

Officine Fotografiche Roma
Via Giuseppe Libetta, 1
Dal 4 al 26 giugno 2015
Inaugurazione Giovedì 4 luglio 2015 ore 19
Orari mostre: dal lunedì al venerdì, 10 – 13.30 e 14.30 – 19.00
Ingresso libero

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Inaugurazione - venerdì 8 maggio 2015, ore 19.30 - Officine Fotografiche Roma

WuMing+TerraProject=4. Un viaggio di fotografie e racconti

di Wu Ming e TerraProject Photographers
a cura di Daria Filardo

L’inaugurazione della mostra è preceduta alle 18.30 dalla presentazione dei libri “4” (self published, 2014) di TerraProject e di “Hotel Immagine” (self published, 2015) di Simone Donati. Intervengono Michele Borzoni e Simone Donati, modera Emiliano Mancuso.

 

4 è una traccia (multipla) di parole e di immagini realizzate da TerraProject e Wu Ming 2.

4 è una trasformazione del paesaggio italiano in territorio. 4 riscrive i luoghi secondo una sintassi visivo/narrativa.

L’esperienza esplorativa di TerraProject e Wu Ming 2 è racchiusa nella metafora dei quattro  elementi – aria, acqua terra, fuoco –  linee guida nella costruzione di immagini di vulcani, impianti industriali, coste, città fratturate e personaggi immaginari.

I quattro capitoli del progetto – aria, acqua, terra, fuoco –  sono dunque il frutto di un processo di selezione collettiva, un nuovo punto di partenza, quattro nuclei dentro i quali Wu Ming 2 si è orientato nella costruzione di quattro racconti.

Questo nuovo organismo fatto di parole e figure diventa un dispositivo che sposta la mera natura documentaria portandoci in un territorio altro, letterario e non solo geografico, fatto di una narrazione punteggiata da precisi riferimenti visivi che diventano i protagonisti di nuove storie.

La natura della rappresentazione fotografica si apre a nuove possibilità espressive, 4 diventa un lavoro a più mani che ha un nuovo ritmo fatto di scrittura e immagine integrate.

Il progetto è diventato anche un libro illustrato a cura di Renata Ferri e con il design di Ramon Pez. Un progetto editoriale, completamente autoprodotto, in cui i due linguaggi – immagine e parola – sono intrinsecamente incastrati uno nell’altro.

Le immagini presentate appartengono a quattro progetti di fotografia documentaria che nascono in momenti diversi e che sono in questa occasione riuniti per fare il punto sia sulla pratica fotografica collettiva dei TerraProject  sia su una visione dell’Italia. Questa nuova ricomposizione di immagini e parole sottolinea la natura mai neutra dell’immagine fotografica, una natura che ogni volta viene risignificata dal contesto. L’oggettualità fattuale della fotografia trova il suo senso nell’uso che ne viene fatto. In 4, le immagini sono costruzioni di segni, impronte della realtà, che si confondono con la finzione narrativa restituendoci nuove possibili traiettorie.

Nella realizzazione delle immagini i fotografi di TerraProject hanno percorso il territorio italiano, hanno viaggiato in luoghi diversi. Pratica usuale nei loro lavori collettivi è quella di usare un codice strutturale unico: il formato quadrato e una certa distanza nella costruzione dell’immagine. Il risultato è un linguaggio comune all’interno del quale lo spettatore non riconosce le singole mani, gli autori diversi. Questa modalità è caratteristica ormai affinata da anni dai TerraProject che conducono un lavoro di lettura della realtà attraverso la fotografia che segue due direttrici principali documentate sul loro sito terraproject.net: i lavori individuali realizzati in Italia e nel mondo  singolarmente dai quattro componenti del gruppo e i lavori collettivi dove la diversità del singolo sguardo trova nel formato quadrato, nella scelta della pellicola, nella ‘distanza critica’ dello sguardo, una sintesi.

Questo viaggio in Italia è stato progettato attraverso la scelta di quattro aree tematiche che caratterizzano la natura delle immagini.

Aria: l’elemento che ci aiuta a sopravvivere ha una natura complessa. L’aria invisibile e impalpabile si può documentare fotograficamente attraverso la scelta del soggetto e della luce. Un cielo terso o un ‘campanile strisce bianche e rosse’ (Wu Ming 2) cioè una ciminiera industriale raccontano due storie diverse. I quattro fotografi di TerraProject si sono concentrati su quattro città industriali, Cremona, Trieste, Taranto e Gela, che possiedono grandi raffinerie ed acciaierie. Le fotografie perlustrano gli agglomerati industriali quanto aree limitrofe, sobborghi urbani apparentemente come altri, ma dove la qualità dell’aria e della vita è più problematica che in altre città.

Acqua: l’elemento acqua è guardato attraverso una particolare distorsione italiana ossia la pervasiva cementificazione delle coste. Il lungo perimetro costiero, fondamentale margine terra/acqua della nostra penisola, è svilito nella sua percezione di luogo naturale e trasformato in paesaggio artificiale dove, in alcuni periodi dell’anno si addensa turismo locale e estero. I fotografi hanno documentato la costa italiana da nord a sud tracciando la presenza e allo stesso tempo l’abbandono delle strutture costruite in questi ultimi decenni. In questo capitolo si coglie la policentrica natura dell’Italia, la dimensione diffusa dei piccoli centri  dove regnano le stesse logiche di cementificazione delle grandi città.

Terra: l’elemento terra è stato affrontato da un punto di vista molto parziale e molto italiano: l’attività sismica. L’Italia è più o meno intensamente zona sismica ed è stata teatro di importanti terremoti che hanno lasciato fratture architettoniche e sociali. I quattro fotografi hanno documentato quattro aree dove i terremoti hanno impresso il loro marchio quali l’Aquila, Belice, l’ Umbria, San Giuliano di Puglia e l’Irpinia. Le scosse sono nel territorio cesure naturali e sociali che individuano una nuova relazione fra il prima e il dopo. Il lavoro dei TerraProject documenta la forza della natura sulle costruzioni dell’uomo, il silenzio dell’abbandono, e il tentativo di ricostruzione in situ o in altri luoghi di specifiche comunità urbane e umane.

Fuoco: l’elemento fuoco sottolinea una natura peculiare e straordinaria del nostro paese, ossia la presenza di quattro vulcani attivi: Stromboli, Vulcano, Etna e Vesuvio. Questi siti naturali sono contraddistinti dalla forte presenza umana che da secoli convive in un equilibrio fragile e potente. I TerraProject hanno scalato le vette e sono ridiscesi in basso offrendoci visioni di questa identità italiana non troppo valorizzata, scandagliando il territorio, i paesi, i segni naturali e artificiali di questa lunga presenza e convivenza.

In mostra le immagini fanno da contrappunto ai racconti che si possono ascoltare in forma audio. La fotografia, come ogni immagine percepibile in un unico e veloce sguardo, può essere dilatata dal suono delle parole, in un suono/sguardo che a partire dal dato fotografico diventa finzione letteraria.

Questa commistione di immaginazione verbale e costruzione visiva è un’esperienza a prima vista spiazzante, perché non appartiene alla categoria dei diari di viaggio illustrati da fotografie che generalmente hanno una similarità descrittiva testo/immagine di più immediata comprensione.

In 4 il dato di realtà viene scardinato nella sua unità e trattato come frammento che scatena una reazione fantasiosa, che cerca appigli in un’altra immagine, che mescola e ricompone un iniziale ordine e ne fa un oggetto diverso. 4 ci mette nella condizione di essere spettatori attivi, che operano su più livelli di lettura, documentaria, immaginaria, personale; ci offre in fondo la possibilità di un altro viaggio (in Italia).

Daria Filardo

Per maggiori informazioni è online la pagina www.terraproject.net/quattro.

TerraProject Photographers è un collettivo di fotografia documentaria fondato in Italia nel 2006 e composto dai fotografi Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini, Rocco Rorandelli e da Anna Iuzzolini, project coordinator. Tra i primi collettivi fotografici nati nel nostro paese, TerraProject sperimenta un’originale metodologia di scrittura collettiva, attraverso reportage di gruppo aventi come filo conduttore una ricercata uniformità stilistica. Da sempre attenti sia alla realtà italiana che a questioni globali, i lavori di TerraProject sono stati pubblicati sulle principali riviste internazionali ed esposti in Italia e all’estero.

Wu Ming è un collettivo di narratori nato nel 2000 per iniziativa dei quattro autori di Q, un romanzo storico firmato con il nome multiplo Luther Blissett. Insieme hanno scritto cinque romanzi, tre raccolte di saggi e un’antologia di racconti. In Rete gestiscono il blog Giap, uno tra i più frequentati spazi di confronto politico e culturale. I singoli membri di Wu Ming (identificati con un numero progressivo da 1 a 5) hanno pubblicato diverse opere da “solisti” e seguono numerosi progetti individuali. Wu Ming ha anche una sua sezione “musicale” – la rock band Wu Ming Contingent – e una di formazione e didattica – il Wu Ming Lab, con sede a Bologna.

(foto inaugurazione © Andrea Petrosino)

Info mostra

Orari mostra

Dall’11 al 28 maggio 2015

dal lunedì al venerdì, ore 10.30-13.30 e 14.30-19.00

sabato e domenica chiuso

Ingresso gratuito