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Guerra, catastrofe, vita privata, messa in scena.

Dal 4 marzo riprendono i Cicli di Incontri riservati ai soci. Quattro incontri sulle molteplici identità del linguaggio fotografico a cura di Fabio Severo.

La fotografia è stata caratterizzata sin dagli inizi da soggetti e da narrazioni che ne hanno accompagnato lo sviluppo attraverso i decenni, riproponendosi nel tempo in forme e modi differenti in base alle diverse epoche.

Questo ciclo di quattro incontri affronterà una selezione di temi su cui sono stati realizzati alcuni tra i più significativi lavori della storia della fotografia, con lo scopo di mettere a confronto diverse rappresentazioni fotografiche realizzate attorno a uno stesso fenomeno. Il dialogo tra percorsi visivi distanti tra loro ma legati da uno stesso punto di partenza ci permette di riflettere sugli usi del linguaggio fotografico che si sono succeduti nel tempo, come sugli approcci radicalmente diversi con cui una stessa realtà è stata interpretata visivamente all’interno di un dato momento storico.

Gli incontri si svolgeranno con cadenza settimanale, ognuno dedicato a uno dei quattro temi scelti:

4 marzo La rappresentazione del conflitto. La fotografia di guerra come chiave di lettura dell’evoluzione del mezzo fotografico, dalle lastre che hanno immortalato la guerra civile americana nella metà dell’Ottocento all’onnipresenza e alla poliedricità dell’immagine fotografica nei conflitti del nostro tempo.

11 marzo Fotografare il disastro. La storia delle immagini delle catastrofi naturali può essere vista come la progressiva messa in discussione dell’idea stessa di un disastro interamente naturale, la problematizzazione delle sue cause e la riflessione sulla responsabilità umana nelle catastrofi, con le conseguenti trasformazioni delle modalità di documentazione delle stesse.

18 marzo La vita privata. La famiglia, il diario personale, la vita quotidiana: l’obiettivo fotografico da subito si è rivolto verso il vissuto privato, con le autobiografie di tanti fotografi svolte in forma di immagini e l’evocazione del mondo esterno e della sfera pubblica attraverso il loro impatto sulle esistenze private.

25 marzo La fotografia come messa in scena. Dichiarare apertamente la finzione utilizzando l’apparecchio fotografico, così spesso percepito come portatore di verità assoluta, permette di schiudere un livello differente di autenticità, restituendo un’idea di fotografo non tanto come testimone ma come autore, pensatore, artista.


Fabio Severo ha scritto di fotografia e cultura visiva su diverse riviste tra cui Il Tascabile, IL Magazine, Rivista Studio e Internazionale, e ha curato per diversi anni Hippolyte Bayard, un blog dedicato alla fotografia contemporanea. Con Alessandro Imbriaco e Tommaso Bonaventura ha realizzato il progetto fotografico Corpi di Reato. Un’archeologia visiva dei fenomeni mafiosi nell’Italia contemporanea.