pellicola - Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

Fotografare: tra analogico e digitale

La fotografia ha a disposizione due mondi, due filosofie per riprodurre le immagini: la fotografia digitale e quella analogica. Due sistemi non in conflitto tra loro ma da utilizzare a seconda delle esigenze.

Nell’immagine analogica la luce “impressiona” il negativo, che memorizza le informazioni sull’immagine. Scattare in analogico non è semplice. La messa a fuoco è manuale, è necessario gestire tempi di esposizione ed apertura del diaframma e bisogna porre molta attenzione a cosa fotografare, alla sua composizione e alla luce per non “sprecare” immagini all’interno di un rullino o pellicole di una polaroid.

Il fascino della fotografia analogica è dato anche dal periodo di attesa prima di poter vedere il risultato. Insegna a valutare tutte le opzioni prima di scattare e può aiutare a sviluppare determinate capacità tecniche.

La tecnologia alla base della fotografia digitale è costituita da un sensore di luce e un programma, l’immagine viene generata da dei segnali elettrici, convertiti poi in segnali numerici e passati al computer interno che li archivia in una memory card. L’evoluzione tecnologica di sensori e processori sempre più performanti porta ad avere immagini sempre migliori e la possibilità di gestire la ripresa e la post produzione.

Si ha quindi una maggiore semplicità nell’utilizzo, possibilità di fare scatti illimitati e di visionare l’immagine immediatamente dopo lo scatto. Un’immagine digitale può essere salvata su qualsiasi supporto di archiviazione del computer e può anche essere copiata e ricopiata senza alcuna perdita di qualità, procedimento non così semplice per la fotografia analogica.

Due metodi diversi di creare una fotografia, entrambi coinvolgenti ed interessanti perché raccontano di noi e del nostro modo di vedere il mondo.