Alessandro Penso e Scatto Libero
Emilio D'Itri
Il progetto nasce da un laboratorio fotografico svolto al Carcere di Rebibbia – Terza Casa dal fotografo Alessandro Penso con il supporto di Scatto Libero che alla Terza Casa ha portato avanti progetti fotografici e didattici per tre anni, dal 2016 al 2019.
Ogni partecipante aveva a disposizione uno scatto con Polaroid e su ogni stampa poteva intervenire materialmente e graficamente per modificare la foto, agendo sia sulla cornice che sul soggetto, alterandone quindi la realtà e il significato con la possibilità e l’obiettivo di trasformare la quotidianità in altro, di riempire i vuoti della vita carceraria con nuovi elementi, di lanciare e lasciare un messaggio a un potenziale mondo esterno.
Ogni scatto ha la prerogativa di essere libero sia nell’immagine che nelle parole dando così sfogo alla creazione di 31 istantanee ricche di un’evoluzione personale e creativa. Il titolo della mostra prende il nome dalla frase scritta sopra una delle polaroid, che rafforza il grido di speranza che si vive nel contesto del carcere. Aspettando l’onda, per cavalcarla, per farmi trasportare più in là, per domarla, per apprezzare il vento sulla faccia, una nuova vita, un nuovo tempo.