Preso in prestito da un libro di Bruno Munari, lo stesso titolo ironico svela l’intento di questo laboratorio: avvicinarsi all’immagine fotografica abbandonando per un attimo la linearità del pensiero razionale, confrontandosi con essa in maniera libera, sperimentale e potenziale. Il laboratorio prevede due mattinate di 4 ore ciascuna: si esplorerà una grammatica visiva che, a partire dal lavoro sulle e con le immagini, costruisce possibili percorsi di narrazione e interazione con gli altri e con lo spazio circostante.
Nella prima sessione si seguiranno alcuni percorsi e metodi di ricerca di interazione con le immagini diffusi ed esplorati da grandi artisti, studiosi e autori moderni e contemporanei. Inoltre, si rifletterà su alcuni elementi di neuroestetica e sull’uso del concetto di archivio come pratica artistica contemporanea.
Nella seconda sessione pratica si lavorerà sulle immagini per creare produzioni visive (carnet, giochi, mappe visive) che potranno costituire una traccia per possibili progetti futuri, oppure restare semplicemente una preziosa espressione del momento.
Fine ultimo del laboratorio è quello di stimolare una relazione con le immagini che sia il più possibile consapevole della loro natura ma al contempo libera da rigidi paradigmi, attivando coscientemente l’interazione fra l’immenso patrimonio visivo-emotivo che abita la nostra mente e le immagini che ci circondano.
Nella nostra epoca le immagini viaggiano veloci e raggiungono facilmente l’intimità delle nostre vite attraverso Internet, diventando sempre più saldamente connesse alla nostra esperienza quotidiana. I loro racconti si fondono a quelli della nostra vita vissuta, stimolando nuove potenziali storie in cui realtà fotografata e vita vera si intrecciano indissolubilmente. I nostri ricordi e le immagini che ci portiamo dietro come bagaglio/archivio mentale sono determinanti nella conoscenza del mondo e nella codificazione di ciò che vediamo: la percezione visiva è stimolata dalla nostra memoria visiva fino a creare un confine labile fra ciò che è reale e ciò che è immagine nella nostra mente. L’esplorazione di questo limite labile permette di ricostruire un percorso personale attraverso l’accesso consapevole ad un linguaggio contemporaneo, quello dell’immagine, molto diffuso ma paradossalmente poco familiare.
L’obiettivo di questo laboratorio è quello di accedere alla fotografia nella sua complessità: l’immagine, come la parola, diventa così materia di ricerca, processo artistico e riflessione per accedere a se stessi e al mondo.
Informazioni pratiche:
Durata : 8 ore divise in due mattinate
Pre-requisiti: non è richiesto nessun pre-requisito o esperienza particolare nell’ambito dell’arte o della fotografia.
Cosa serve (meglio se dalla prima giornata, ma diventa condizione determinante nella seconda): stampa in bassa qualità (piccolo-medio formato) di molte immagini prese dal proprio archivio (vecchi o nuovi progetti, archivi familiari, scarti, qualunque cosa); riviste illustrate; fotografie di altri; matita, colla, scotch, forbici, cartoncino bristol verde/giallo/rosa, almeno 6 fogli A3 e/o alcuni fogli A4.