Visioni di Gruppo
Mostra dei laboratori di Officine Fotografiche - Giovedì 12 dicembre ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

Visioni di Gruppo#8

Giovedì 12 dicembre alle 19 inaugureremo la mostra dei gruppi di lavoro dell’a.a. 2018/2019. Come sempre sarà l’occasione per vedere il risultato finale dei laboratori portati a termine dai fotografi di Officine Fotografiche sotto la guida dei coordinatori dei vari gruppi e per festeggiare con un brindisi di Natale!

Le tematiche in mostra sono:

  • Ora ed allora, un luogo, diverse rappresentazioni, Laboratorio coordinato da Luca Remotti e Massimiliano Miotti
  • L’altro territorio,  Laboratorio coordinato da Fiammetta Carloni e Liliana Ranalletta
  • ROMA + OFFICINE FOTOGRAFICHE Laboratorio coordinato da Simone Falcomatà, Stefano Marcovaldi, Massimo Valdarchi, con la supervisione di Stefano Mirabella
  • MEMORIE DI FERRO Laboratorio coordinato da Adriana Miani e Angelo Antonelli
  • MACRO – CLOSE UP Laboratorio coordinato da Stefano Majolatesi, Achille Salerni

 

Durante la serata saranno presentate anche le attività associative per l’anno 2019/2020.

Non mancate!!

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Mostra fotografica - Inaugurazione 14 novembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Over.State di Ilias Georgiadis

di Ilias Georgiadis
a cura di Michele Corleone
in collaborazione con Interzone Galleria

Giovedì 14 novembre alle 19 apre a Officine Fotografiche Roma la mostra Over.State di Ilias Georgiadis a cura di Michele Corleone. 

“Per me, la fotografia è il punto mancante che collega ciò che è profondamente dentro di noi e non possiamo capire o descrivere, con il mondo. Una connessione che trascende e si muove attraverso lo spazio-tempo, in modi imprevedibili, misteriosi e non lineari. Un legame tra realtà e amore. Credo che facciamo fotografie perché il nostro io interiore vuole riconnettersi con il cosmo.

Vogliamo sentirci vicini a persone, luoghi, oggetti e col passare del tempo riconosciamo in loro una parte di noi stessi. Con la fotografia ci riveliamo all’ignoto, pur mantenendo un legame con il reale. Il mio lavoro descrive i miei stati più intimi di paura, desiderio, affetto. Stando nel mezzo tra la vita e la morte.

In particolare, “Over.State” descrive la storia di una persona giovane e persa che cerca di sentirsi libera e di trovare l’amore. Un’esplorazione emotiva della condizione umana. Un tentativo di capire come esprimiamo la libertà, l’intimità, la vicinanza; come cerchiamo la vera connessione con l’io interiore e con l’altro. Tuttavia qui, per la prima volta, sto presentando anche opere nate prima di “Over.State” (“Archives”) e opere molto recenti (“Vialattea”).

Ciò che mi interessa è mettere in discussione la coerenza ed esplorare quei momenti cruciali di cambiamento durante il processo artistico e creativo. E nel dare vita ad un’ambientazione di zone differenti sto cercando di esprimere e visualizzare questa esperienza, trasformandola in qualcosa di illusoriamente lineare e diversificato che è come preferiamo percepire i cambiamenti nel tempo. ” I.G.


 

“Over.State”, di Grzegorz Kosmala (editore, Blow Up Press)

Ci sono molti libri che parlano della vita dei loro autori. Grazie a loro possiamo sentire la voce di tutta la loro generazione, conoscere le sue paure e speranze, preoccupazioni e gioie. Ma nessuno di questi libri ne parla in modo visivamente sofisticato come fa Ilias Georgiadis nel suo libro di debutto…

“Over.State” non contiene informazioni sul tempo e lo spazio, il che rende il libro ancora più universale. Possiamo pensare, conosciamo i suoi personaggi, li abbiamo incontrati da qualche parte lungo la strada. Inoltre, la mancanza di un’introduzione alla storia, un tentativo di spiegarlo, conferisce a questo libro una dimensione speciale: il lettore deve affrontarlo da solo, pagina per pagina, deve cercare di comprendere il significato delle parole scritte caoticamente qua e là per realizzare alla fine: “Questo riguarda me…”

Indipendentemente da ciò che rappresentano, le fotografie scattate da Ilias sono magnetiche. Ti assorbono completamente, rimangono nella memoria per ore dopo averle viste. E ogni volta che ritorni a loro, lo fanno ancora e ancora, e ancora…

Quando guardi le foto di “Over.State” puoi avere l’impressione di stare in bilico sul limite tra realtà e sogno, vita e morte, tra qualcosa di permanente e di effimero. Queste immagini sono come una poesia d’amore e Ilias Georgiadis diventa un poeta della fotografia…

 

Biografia

Nato nella Grecia settentrionale, Ilias ha iniziato a sperimentare il mezzo fotografico all’età di 19 anni. Nel 2011, dopo lunghi viaggi, interrompe gli studi universitari e inizia a fare fotografie in una maniera ossessiva.

Il suo principale interesse si focalizza su ciò che è alla base delle attuali problematiche sociali e interpersonali riguardanti la natura umana. Un approccio che è iniziato nel 2012 in Grecia e continua tutt’oggi in Europa.

Ilias mette sempre in discussione il corpo e la mente, cercando di raggiungere ed esprimere i limiti di se stesso in tutti i modi possibili.

La serie di opere di debutto di Ilias denominata “Over.State” è stata esposta in vari festival internazionali, mostre personali e collettive in tutto il mondo ed è stata presentata in pubblicazioni online e stampate. Nel 2019 “Over.State” è stato pubblicato come monografia di Blow Up Press (Varsavia). Attualmente, Ilias sta lavorando al suo nuovo libro intitolato “Vialattea”.

Info mostra

Dal 14 novembre al 6 dicembre 2019

Officine Fotografiche Roma
via Giuseppe Libetta, 1
00154 Roma
dal lunedì al venerdì
dalle 10 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19
of@officinefotografiche.org

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Festival della diplomazia - giovedì 17 ottobre ore 19 - officine Fotografiche Roma

Lingering Ghosts di Sam Ivin

di Sam Ivin
a cura di Daria Scolamacchia
in collaborazione con il Festival della Diplomazia

Lingering Ghosts è un progetto del fotografo inglese Sam Ivin realizzato durante la sua permanenza a Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione che inaugura giovedì 17 ottobre a Officine Fotografiche Roma alle ore 19

Che cosa significa essere un richiedente asilo nel Regno Unito? Questo è stato il punto di partenza della ricerca di Ivin, iniziata in un centro di prima accoglienza a Cardiff, in Galles, nel 2013 e poi continuata in tutta l’Inghilterra.

Il risultato è una serie di ritratti in cui gli occhi sono stati raschiati via manualmente dall’autore: una volta arrivati nel Regno Unito, questi migranti si trovano a vivere in una sorta di limbo, dovendo attendere notizie della loro richiesta di asilo per mesi o addirittura anni. Diventano dei lingering ghosts, delle ombre sospese.

Graffiare via i volti di queste persone è un modo per trasmettere in maniera immediata l’idea della perdita di sé e la confusione di cui sono vittime mentre aspettano di conoscere il loro destino.

Quello di Ivin è uno sguardo contemplativo, distante dai riflettori dei media. I suoi ritratti post-prodotti gettano una luce su una questione che spesso viene taciuta: l’emergenza dei richiedenti asilo. Nonostante siano presentati privi di occhi, questi individui hanno una loro identità e in loro riconosciamo madri, padri, figlie e figli: esseri umani.

 

 

Sam Ivin è nato a High Wycombe, nei pressi di Londra, nel 1992. Dopo essersi laureato in Documentary Photography alla University of Wales di Newport ha ottenuto una borsa di studio a Fabrica.

La mostra Lingering Ghosts è prodotta da Fabrica e curata da Daria Scolamacchia. Designer Marcello Piccinini.

Lingering Ghosts è anche un libro, pubblicato da Fabrica nel 2016.

 

Info mostra

Officine Fotografiche Roma
Dal 17 ottobre all’8 novembre
via Giuseppe Libetta, 1
00154 Roma

Dal lunedì al venerdì
dalle 10 alle 13.30 e dalle 15 alle 19
sabato e domenica chiuso

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Premio FotoLeggendo 2018 - Giovedì 19 settembre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

The valley of shadows di Camillo Pasquarelli

di Camillo Pasquarelli
a cura di Emilio D'Itri

La valle del Kashmir, un territorio conteso da India e Pakistan dal 1947, è una delle zone più militarizzate al mondo. Nel 2010 il governo indiano ha dotato le forze di sicurezza, dispiegate nello stato del Jammu e Kashmir, di una nuova arma. Da allora cartucce riempite con centinaia di piccoli proiettili di piombo vengono utilizzate per mantenere il controllo durante gli scontri in città. Considerati “non- letali”, i fucili a piombini dovrebbero essere puntati verso la parte inferiore del corpo.

L’8 luglio 2016 il giovane comandante Burhan Wani del gruppo armato kashmiro Hizbul-e-Mujahideen è stato ucciso in un scontro con l’esercito indiano. Molto popolare, specialmente tra i giovani, grazie all’uso che faceva dei social network per diffondere il suo messaggio, il martirio di Wani è stato la scintilla che ha incendiato l’intera valle. Il governo ha imposto un coprifuoco alla popolazione che è durato quattro mesi, mentre i leader separatisti incitavano ad uno sciopero continuo.

Centinaia di ragazzi hanno riempito le strade del Kashmir per protestare contro “l’occupazione indiana”, scagliando pietre contro l’esercito e la polizia. A partire dal luglio 2016 le forze di sicurezza hanno risposto utilizzando in maniera massiccia i fucili a piombini.

Secondo un report delle Nazioni Unite pubblicato nel 2018, l’utilizzo di tale arma ha causato la cecità di 1000 persone e decine di morti.

Mentre molte delle vittime non erano neanche coinvolte negli scontri con le forze di sicurezza, coloro che sono stati colpiti durante le proteste tendono ad evitare di parlarne apertamente, timorosi di ritorsioni da parte della polizia.

Per i giovani che hanno perso parzialmente la vista, la lettura diventa troppo difficoltosa con la conseguenza inevitabile dell’abbandono degli studi e di ogni possibilità di ottenere un buon livello d’istruzione. Gli uomini rimasti completamente senza vista non possono più prendersi cura delle proprie famiglie.

Le vittime, che portano dentro i loro corpi dozzine di microproiettili di piombo, è probabile debbano affrontare conseguenze mediche a lungo termine.

Quelle rimaste totalmente o parzialmente non vedenti, parlano dell’oscurità che è discesa sulle loro vite e di come, ormai, siano in grado di vedere solo ombre indistinte muoversi intorno a loro.

Biografia

Camillo Pasquarelli nasce a Roma nel 1988.

Solo una volta conclusi gli studi in Scienze Politiche e Antropologia, decide di dedicarsi interamente alla fotografia. Oggi è interessato principalmente a progetti personali e a lungo termine attraverso la combinazione dell’approccio antropologico con i mezzi visivi.

Dal 2015 ha lavorato ad un progetto riguardo la valle del Kashmir, India, esplorando la nozione e l’esperienza del conflitto, della memoria, della religione e delle aspirazioni politiche.
Nel 2017 ha ricevuto uno dei grant per studenti dell’Alexia Foundation per continuare a lavorare in Kashmir.

I suoi progetti hanno ricevuto numerosi premi come 1° Premio al LensCulture B&W, Short Story at World Report Award, Feature Shoot Emerging Photographer, 1° Premio Fotoleggendo, 1° Premio al Kuala Lumpur International Photo Awards, e molti altri.

Le immagini di Camillo sono state pubblicate su Time, Der Spiegel, Polka, National Geographic, Internazionale, BuzFeed, Mashable, Il Reportage, Gazeta Wyborcza, e altri.

I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo, come alla Aperture Gallery di New York, Format Festival in UK, Head On in Australia, Festival della Fotografia Etica in Italia, Getxo Photo Festival in Spagna, Indian Photography Festival, Kuala Lumpur International Photo Awards, e molti altri.

Info mostra

Camillo Pasquarelli

Premio FotoLeggendo 2018

THE VALLEY OF SHADOWS

a cura di Emilio D’Itri 

dal 19 settembre all’11 ottobre 2019

Officine Fotografiche Roma

inaugurazione giovedì 19 settembre ore 19.00

 

 

 

info

Officine Fotografiche Roma

Via G. Libetta, 1

Tel. +39 06 97274721

of@officinefotografiche.org

roma.officinefotografiche.org

 

orari di visita:

dal 20 settembre all’11 ottobre

lunedì – venerdì ore 10.00-13.30/15.30-19.00

chiuso sabato e festivi

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Concorso Portfolio in Mostra - lunedì 17 giugno dalle 18 - Spazio Piano Aule -

Blanca Y Negra di Luca Paccusse

fotografie di Luca Paccusse

Blanca y negra

L’Avana, Cuba, Febbraio 2016.

La vita scorre nelle strade della capitale cubana tra decadenti edifici coloniali, vecchie automobili americane anni ’50, melodie di son che si ascoltano lungo il Malecón, giovani e anziani che giocano a domino all’aperto.

Nonostante i lenti cambiamenti che sta vivendo il paese nel corso degli ultimi anni, il calendario della storia sembra essersi fermato all’Avana. Percorrendo le strade di questa città si viene travolti da una bellezza imperfetta e dalla solarità della gente, ma anche da un sottile velo di malinconia.

“Blanca y negra” è composta da una serie di scene di vita quotidiana catturate all’inizio del 2016 nelle strade dei quartieri di Habana Vieja, Centro Habana, Cayo Hueso. Istantanee in bianco e nero, come la pelle delle persone che abitano questa isola caraibica e come la revolución, con le sue luci e le sue ombre.

Una Cuba sospesa nel tempo, legata ad un passato fatto di conquiste e illusioni, ma in speranzosa attesa di un futuro ancora ricco di incognite.

 

Luca Paccusse

Nato a Roma nel 1986. Si dedica prevalentemente alla fotografia di strada e documentaria. Dal 2014 è socio di Officine Fotografiche dove oltre ai corsi ha frequentato laboratori (Il tram a Roma dal Tram, Roma 3.0 – Il nuovo nella città eterna, Roma + Officine Fotografiche) e presentato le sue foto in diverse edizioni del festival FotoLeggendo.

Negli ultimi anni ha partecipato  a varie pubblicazioni (Cities di Italian Street Photography, Metropolis di 14&15 Mobile Photographers, Short Street Stories di Exhibit Around) e mostre collettive, ultima delle quali Street Sans Frontières a Parigi.

Southern Italy
Mostra fotografica - giovedì 13 giugno 2019 - Museo di Roma in Trastevere

Una diversa bellezza - Italia 2003 - 2018

fotografie di Emiliano Mancuso
a cura di Renata Ferri

“Una diversa bellezza – Italia 2003-2018” è la mostra dedicata al lavoro di Emiliano Mancuso.

Curata da Renata Ferri,  presenta quattro differenti corpi di lavoro realizzati lungo l’arco di quindici anni in cui emerge un’Italia dolente, senza illusioni, in perenne oscillare tra la conferma dello stereotipo e la cartolina malinconica.

Emiliano Mancuso ha usato tecniche e linguaggi diversi: bianco e nero, colore, immagini digitali o analogiche. E anche polaroid, importanti perché nella loro immediatezza accompagnano il passaggio dell’autore dall’immagine fissa a quella in movimento, che lo renderà, nell’ultima parte della sua vita, precocemente interrotta, regista.  Senza abbandonare il suo terreno d’indagine, semmai amplificandolo grazie all’audio e al video, Emiliano Mancuso traccia un Paese intessuto di microstorie, di esperienze che ci appaiono nude nella loro sincerità.

In mostra saranno esposte un’importante selezione di fotografie tratte da Terre di Sud, Stato d’Italia,Il diario di Felix e Le Cicale, insieme alla proiezione dei due documentari Il diario di Felixe Le Cicalee di un blob di video realizzati dall’autore durante tutti i suoi viaggi: spezzoni, frammenti, interviste e monologhi.

La mostra è prodotta e organizzata da Officine Fotografiche Roma con Zona, PCM Studio e Postcart edizioni, e con la collaborazione della famiglia di Emiliano Mancuso.

Mostra promossa da:

Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
ORGANIZZAZIONE E PRODUZIONE
Officine Fotografiche Roma con Zona, PCM Studio e Postcart Edizioni

DIGITAL IMAGING PARTNER
Canon

MOSTRA A CURA DI
Renata Ferri

TESTI
Lucia Annunziata
Renata Ferri
Mimmo Lombezzi
Domenico Starnone

TRADUZIONI IN INGLESE
Francesca Povoledo

UFFICIO STAMPA
Roberta De Fabritiis

STAMPE
Digid’a di Davide Di Gianni

CORNICI
Ditta Fiammeri di Francesco Cardini

GRAFICA
Anna Lavezzoli

Info mostra

Emiliano Mancuso
Una diversa bellezza – Italia 2003–2018
A cura di Renata Ferri

Museo di Roma in Trastevere
Piazza S. Egidio 1/b Roma

Apertura al pubblico
14 Giugno – 6 ottobre 2019
Orario
Da martedì a domenica ore 10.00 – 20.00
La biglietteria chiude alle ore 19.00
Chiuso lunedì

Biglietti
Tariffe non residenti: Intero € 6,00 Ridotto € 5,00
Tariffe residenti: Intero € 5,00 Ridotto € 4,0
Ingresso gratuito con la MIC card e per le categorie previste dalla tariffazione vigente

Ulteriori info                                
060608 (tutti i giorni ore 9:00 – 19:00)
www.museodiromaintrastevere.it
www.museiincomune.it

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Portfolio in mostra - lunedì 3 giugno 2019 - Officine Fotografiche Roma - spazio piano aule

Gabriella di Claudio Imperi

di Claudio Imperi

“Gabriella” è il mondo. Lo è per Cristian, Giuseppe e Nasir, che ogni notte alle 2.30 partono dal porto di Anzio per farvi ritorno solo il pomeriggio seguente.

È un mondo composto da un italiano, un tunisino ed un egiziano. Litigano sì, ma solo perché la vita sopra Gabriella è dura, non certo perché sono di nazionalità diverse. Anzi, qui ogni differenza è azzerata. Perché qui devi lavorare per te e per gli altri, qui ci sono solo le braccia, le mani, le gambe e il cervello. Il resto non conta. Perché a bordo di Gabriella sale prima di tutto la fatica che ti concedi di guardare solo verso una direzione, verso l’unico obiettivo comune: la pesca.

Ed è la pesca che detta le regole, che ti insegna il rispetto per la natura, per i suoi tempi e le sue esigenze.

Gabriella è una donna, una moglie, un’amante, una madre. E’ il micro mondo su cui tutti noi dovremmo vivere almeno una volta, per farci le domande che la terra ferma, con la sua tranquillità, non ci permette di fare.

Il mare è l’universo da affrontare, se si vuol cambiare il proprio animo.

CLAUDIO IMPERI

Sono nato e vivo a Roma.

Appassionato di fotografia inizio i miei primi scatti in analogico negli anni ’80, con i primi approcci alla camera oscura e uso prevalente di pellicola Kodachrome.

Nel 2009 ho iniziato a frequentare Officine Fotografiche, e lì ho trovato finalmente un ambiente e gli stimoli adatti per dedicarmi con più consapevolezza alla fotografia, affrontando e sviluppando attraverso il Reportage temi di indagine sociale e di analisi del  paesaggio urbano in generale.

Ho fatto parte del pool di fotografi che ha realizzato il progetto:“RhOME Sguardi e memorie migranti”, presentato con una mostra nel Febbraio 2014 al Museo di Roma a Palazzo Braschi.

Durante il Festival di Fotoleggendo 2014 e 2015 ho esposto rispettivamente :

Giardini Urbani” e “Uomini dell’Asta”(Anzio).

Fra il 2017-18 ho prodotto e curato il mio progetto personale sul quartiere  Garbatella

“Là dove vivono i ricordi”.

 

Info mostra

Info mostra
dal 3 al 14 giugno 2019
Spazio Piano Aule
Officine Fotografiche Roma
via Giuseppe Libetta,1
00154 – Roma

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mostra fotografica - Giovedì 20 giugno ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Wor - Walls of Rome

di Ernesto Notarantonio
a cura di Cecilia Cicci

WOR – Walls Of Rome è un progetto fotografico che ha avuto inizio nel 2017,  attraverso il quale l’autore esplora in modo quasi investigativo le opere di Street Art presenti a Roma.

La capitale negli ultimi anni vanta di un’importante presenza di murales che hanno cambiato l’aspetto della città, non solo da un punto di vista urbanistico, piuttosto ne è nato un nuovo linguaggio artistico e comunicativo, integrato nel tessuto sociale, soprattutto nelle zone periferiche e industriali dove veri e propri ‘musei a cielo aperto’ hanno disegnato uno strato culturale nel panorama urbano, in grado di raccontarne memorie, caratteristiche e identità del quartiere che li ospita. L’Arte Contemporanea interagisce quotidianamente coi cittadini, diventando un dono pubblico.

L’autore nutre un forte interesse per questa forma d’arte: “Quello che conta per me sono solo le vibrazioni e le emozioni che percepisco e che mi mettono in relazione con l’opera, e che mi fanno decidere di fotografarla”. Il suo non è un classico approccio fotografico, con l’idea esclusivamente documentaristica, piuttosto è una nuova forma di interpretazione personale, visiva ed immaginaria, rielaborata nella composizione del lavoro finale.

Notarantonio scatta usando esclusivamente pellicole istantanee – Polaroid e Fuji – realizzando molteplici scatti, accompagnati da un movimento fisico, seguendo un ritmo in base alla dimensione dell’opera che ha davanti, raccogliendo così tanti tasselli quadrati e rettangolari che verranno poi uniti componendo il murale con una sequenza immaginata e vista precedentemente nella sua mente.

 

L’opera sul muro da lui scelta viene ripresentata al pubblico come una sorta di mosaico che richiama l’animazione cinematografica, con un tocco pop. Negli ultimi lavori interviene anche manualmente sulle pellicole, con colori acrilici, nastri adesivi, combustioni e manipolazioni con spatole (intervento che predilige), aggiungendo così una firma artistica e artigianale; il suo sogno da bambino era diventare un fumettista e il disegno era la sua attività preferita. Un chiaro riferimento artistico e fotografico è visibile nella sua ricerca, autori del calibro di David Hockney, Maurizio Galimberti, Pablo Picasso, Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, hanno influenzato il suo lavoro come fonte di ispirazione intima e individuale.

 

WOR vuole celebrare l’arte in particolare la Street Art; la fotografia come mezzo di testimonianza e conservazione preserverà queste opere dal loro destino contro le usure del tempo.

 

Nella mostra sono rappresentate le opere dei seguenti artisti: Atoche, Alessia Babrow, Herbert Baglione, Blu, Giorgio Celin, Dilka Bear & Paolo Petrangeli, Dirk, Er Cervello, Ex-Voto, Stefania Fabrizi, Gods in Love (Alessandro Suzzi), HOT BOYS, MAUPAL, Alice Pasquini, Antonino Perrotta+ P.A.T., Qwerty, Roxy in the Box & Iabo, Seth, Tvboy, Manuela Merlo Uman + P.A.T.

Bio

Ernesto Notarantonio nasce a Roma nel 1967, dove vive e lavora.

Da bambino la sua passione era il disegno, ma scelte più razionali lo hanno portato a laurearsi in Ingegneria.

Nel 2000 studia “Graphic Design e Pubblicità“ presso lo IED di Roma, seguendo la passione per la comunicazione visiva e l’immagine.

Nel 2007 la sua curiosità ed irrequietezza gli aprono il mondo della fotografia attraverso una serie di esperienze formative presso Officine Fotografiche; contemporaneamente frequenta due corsi di scrittura creativa presso la scuola Omero di Roma.

Sin dall’inizio nei suoi progetti personali predilige la pellicola bianco e nero, sia nel formato 35 mm che nel formato medio 6×6, per una ricerca sull’architettura e sui paesaggi urbani, ampliata in seguito su altri temi sia di tipo introspettivo che legati al mondo dell’arte in generale.

Nel 2008 inizia ad usare le pellicole Polaroid, che diventeranno negli anni un mezzo importante per esprimere la sua visione artistica, con un approccio sempre più istintivo e artigianale al mondo analogico, cercando di progettare la casualità.

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Concorso Portfolio in mostra - Dal 20 al 31 maggio 2019 - Spazio Aule Officine Fotografiche Roma

"Piccole storie di ieri"

di Luca Chiaventi

All’interno del concorso Porfolio in mostra inaugura lunedì 20 maggio “Piccole storie di ieri” di Luca Chiaventi.

Nate durante la partecipazione al gruppo di lavoro di Officine Fotografiche “1,2,3 Stella”,  questa serie di immagini, provenienti da filmini 8 e Super 8 girati tra il 1968 e il 1974, sono piccole storie ognuna corredata da un testo di Claudia Moretta.
Ho coinvolto Claudia in questo progetto per cercare di capire cosa queste sequenze provocassero ad un osservatore esterno, al di fuori dei miei ricordi e delle mie specifiche emozioni. Tale lavoro è da intendersi come una ricerca di un linguaggio originale, emotivo e personale.”

 

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Concorso Portfolio in mostra - dal 6 maggio 2019 - Spazio Piano Aule - Officine Fotografiche Roma

Kirghizistan - fotografie di Mauro Brienza

Kyrgyzstan

Un paesaggio incontaminato accessibile solo nei mesi più caldi, addormentato sotto metri di neve per tutto il resto dell’anno. La vita nella steppa scorre lenta; un’esistenza dura, immutata da secoli, di uomini ed animali insieme. Qui i nomadi aprono le porte delle loro yurte e accolgono il viaggiatore che si trovi a passare per queste aspre ed aride pianure. I loro visi appaiono solcati dal vento come la steppa che li circonda, ma l’impressione dei loro sorrisi resta difficile da dimenticare una volta ripartiti.

 

Mauro Brienza

da sempre appassionato di viaggi e fotografia si interessa di paesaggi urbani, street photography e fotografia di viaggio.