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mostra fotografica - Giovedì 20 giugno ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Wor – Walls of Rome

di Ernesto Notarantonio
a cura di Cecilia Cicci

WOR – Walls Of Rome è un progetto fotografico che ha avuto inizio nel 2017,  attraverso il quale l’autore esplora in modo quasi investigativo le opere di Street Art presenti a Roma.

La capitale negli ultimi anni vanta di un’importante presenza di murales che hanno cambiato l’aspetto della città, non solo da un punto di vista urbanistico, piuttosto ne è nato un nuovo linguaggio artistico e comunicativo, integrato nel tessuto sociale, soprattutto nelle zone periferiche e industriali dove veri e propri ‘musei a cielo aperto’ hanno disegnato uno strato culturale nel panorama urbano, in grado di raccontarne memorie, caratteristiche e identità del quartiere che li ospita. L’Arte Contemporanea interagisce quotidianamente coi cittadini, diventando un dono pubblico.

L’autore nutre un forte interesse per questa forma d’arte: “Quello che conta per me sono solo le vibrazioni e le emozioni che percepisco e che mi mettono in relazione con l’opera, e che mi fanno decidere di fotografarla”. Il suo non è un classico approccio fotografico, con l’idea esclusivamente documentaristica, piuttosto è una nuova forma di interpretazione personale, visiva ed immaginaria, rielaborata nella composizione del lavoro finale.

Notarantonio scatta usando esclusivamente pellicole istantanee – Polaroid e Fuji – realizzando molteplici scatti, accompagnati da un movimento fisico, seguendo un ritmo in base alla dimensione dell’opera che ha davanti, raccogliendo così tanti tasselli quadrati e rettangolari che verranno poi uniti componendo il murale con una sequenza immaginata e vista precedentemente nella sua mente.

 

L’opera sul muro da lui scelta viene ripresentata al pubblico come una sorta di mosaico che richiama l’animazione cinematografica, con un tocco pop. Negli ultimi lavori interviene anche manualmente sulle pellicole, con colori acrilici, nastri adesivi, combustioni e manipolazioni con spatole (intervento che predilige), aggiungendo così una firma artistica e artigianale; il suo sogno da bambino era diventare un fumettista e il disegno era la sua attività preferita. Un chiaro riferimento artistico e fotografico è visibile nella sua ricerca, autori del calibro di David Hockney, Maurizio Galimberti, Pablo Picasso, Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, hanno influenzato il suo lavoro come fonte di ispirazione intima e individuale.

 

WOR vuole celebrare l’arte in particolare la Street Art; la fotografia come mezzo di testimonianza e conservazione preserverà queste opere dal loro destino contro le usure del tempo.

 

Nella mostra sono rappresentate le opere dei seguenti artisti: Atoche, Alessia Babrow, Herbert Baglione, Blu, Giorgio Celin, Dilka Bear & Paolo Petrangeli, Dirk, Er Cervello, Ex-Voto, Stefania Fabrizi, Gods in Love (Alessandro Suzzi), HOT BOYS, MAUPAL, Alice Pasquini, Antonino Perrotta+ P.A.T., Qwerty, Roxy in the Box & Iabo, Seth, Tvboy, Manuela Merlo Uman + P.A.T.

Bio

Ernesto Notarantonio nasce a Roma nel 1967, dove vive e lavora.

Da bambino la sua passione era il disegno, ma scelte più razionali lo hanno portato a laurearsi in Ingegneria.

Nel 2000 studia “Graphic Design e Pubblicità“ presso lo IED di Roma, seguendo la passione per la comunicazione visiva e l’immagine.

Nel 2007 la sua curiosità ed irrequietezza gli aprono il mondo della fotografia attraverso una serie di esperienze formative presso Officine Fotografiche; contemporaneamente frequenta due corsi di scrittura creativa presso la scuola Omero di Roma.

Sin dall’inizio nei suoi progetti personali predilige la pellicola bianco e nero, sia nel formato 35 mm che nel formato medio 6×6, per una ricerca sull’architettura e sui paesaggi urbani, ampliata in seguito su altri temi sia di tipo introspettivo che legati al mondo dell’arte in generale.

Nel 2008 inizia ad usare le pellicole Polaroid, che diventeranno negli anni un mezzo importante per esprimere la sua visione artistica, con un approccio sempre più istintivo e artigianale al mondo analogico, cercando di progettare la casualità.