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Concorso Portfolio in mostra - Apertura mostra lunedì 8 aprile - Spazio Piano Aule

Identificazioni visionarie

fotografie di Antonella Simonelli

 Identificazioni visionarie       

Girovagando nelle stanze dei musei ti accorgi che quello che hai davanti agli occhi è qualcosa di vitale. Da qui una riflessione sul rapporto tra opera d’arte e spettatore. Molto spesso colui che guarda nell’opera si riflette ma anche si perde, nonostante si metta di fronte all’opera ben strutturato con le sue conoscenze, le sue esperienze, le sue emozioni, a volte trova in essa qualcosa in cui perdersi, un io che non è il suo io ma un’identità aperta, spesso ritroviamo noi stessi dopo esserci smarriti. Da qui l’idea che colui che guarda da senso all’opera: dalla relazione tra ciò che vede e ciò che questo gli provoca si attua quell’esperienza di perdita che in realtà permette di conoscersi. Allora se l’opera viene vitalizzata da colui che guarda, allo stesso modo il visitatore guardando vive un’esperienza di identificazione visionaria che in un modo o nell’altro può trasformarlo e cambiarlo.

Queste foto cercano di raccontare tutto questo su un piano metaforico e simbolico e in un linguaggio estetico il più vicino possibile all’esperienza vissuta.

Antonella Simonelli

Sono nata e vivo a Roma. La passione per la fotografia si manifesta fin dal gli anni del liceo, quando complice una Konica acquistata da mio padre, apprendo i primi rudimenti di fotografia analogica. Sono gli anni degli scatti di viaggio e delle foto con gli amici. Segue poi una lunga pausa nella quale mi dedico agli studi e alla famiglia, mi laureo in scienze storiche, ma la passione poi riprende più forte con l’avvento del digitale e a fianco a questo anche la curiosità e l’interesse per tutto quello che gira intorno a questa forma d’arte. Faccio parte del circolo fotografico PhotoUp, amo sperimentare nuove forme di linguaggio fotografico, continuo a frequentare corsi e workshops perché penso che la fotografia sia anche ricerca, scoperta di nuovi orizzonti che aiutino a guardare sempre oltre, solo così possiamo tentare di portare alla luce ciò che resta celato ad uno sguardo distratto, provare a cogliere l’essenza delle cose e delle persone.