Incontro con Tony Gentile

In conversazione con Simona Filippini

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Giovedì 18 aprile alle ore 18.30 vi aspettiamo a Officine Fotografiche con Tony Gentile e Simona Filippini.

Partiremo da Palermo, dove negli anni ’90, Tony Gentile realizza il suo vasto archivio di immagini iconiche note a tutti, diventando poi staff photographer di Reuters e viaggiando in tutto il mondo al seguito di due pontefici e della Nazionale di calcio, per arrivare poi ai progetti in corso di realizzazione. Un’occasione per parlare delle trasformazioni che il linguaggio fotografico ha avuto nella comunicazione delle news degli ultimi tre decenni.

 

Incontro aperto a tutti

Seminario Ghirri

Patrizia Genovesi

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Seminario su Luigi Ghirri a cura di Patrizia Genovesi

Ingresso riservato ai soci in regola con il tesseramento 2024

Varco Appennino

Simone Donati

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Vado nei paesi per capire come se la passano. Ma prima ancora ci vado per capire dove sono, sopra una montagna o un altopiano, dentro una valle o in pianura. I paesi parlano, come ogni cosa, e parlano innanzitutto con la geografia. Sono terra da leggere anche se hanno perso molte parole, e da scrivere.

Franco Arminio

Varco Appennino è un’esplorazione delle aree interne dell’Appennino Meridionale, quelle nascoste, remote, lontano dai luoghi comuni e dalle cronache che spesso caratterizzano questa parte del paese.
Il lavoro è un dialogo con il “Vocabolario Appenninico” del poeta e scrittore irpino Franco Arminio, si sviluppa a partire dalla frase spesso ripetuta e rivolta anche a me molte volte dagli abitanti dei piccoli borghi che visitavo: “Ma qui non c’è niente! Perché vieni qui?”

Durante la mia ricerca, iniziata nel 2016 e conclusa a marzo 2020, ho percorso la catena montuosa che dalla Calabria attraversa Basilicata, Campania e Molise, sino al confine con l’Abruzzo. Ho lavorato sulla complessità e le contraddizioni contenute in questa frase, in questo “niente” spesso ricco e fertile, dal punto di vista storico e attuale. Un niente di paesaggi e storia, di gesti e intimità, di campagne abitate e lentezza, di edifici incompiuti come melanconiche memorie di sogni falliti.

Il lavoro è costruito attraverso un’alternanza di fotografie di paesaggi sospesi, senza tempo ma allo stesso modo imponenti e una serie di ritratti di chi quei territori ancora li vive e li popola perché non se n’è mai andato o perché poi vi è tornato, loro: solidi e presenti. Ai paesaggi e ai ritratti si aggiungono gli interni delle abitazioni, intimi e silenziosi, insieme a piccoli paesaggi marginali.

Dopo molti anni dedicati a documentare i riti collettivi e le grandi manifestazioni sacre e profane di devozione contemporanea per il libro “Hotel Immagine”, avevo la necessità di tornare alla banalità del quotidiano, fatto di apparente semplicità e continuità con la natura.

Il libro fotografico, curato e disegnato da Fiorenza Pinna, con i testi di Franco Arminio, è uscito a giugno 2021 per Witty Books.

Una selezione del lavoro può essere acquistata come stampa fotografica fine art in edizione limitata o edizione aperta. Una percentuale dei ricavi dalla vendita delle stampe andrà alla ricerca sul cancro in Italia.

BIO

Simone Donati (1977) è nato a Firenze dove vive e lavora. È uno dei fondatori del collettivo TerraProject che dal 2006 lavora su tematiche sociali, politiche ed ambientali, in Italia ed all’estero.
La sua fotografia racconta prevalentemente il territorio italiano, con progetti a lungo termine dove la lentezza e la profondità sono la base, insieme all’approccio documentario. La sua ricerca è caratterizzata dallo studio del paesaggio e dalla relazione dello stesso con le persone che lo abitano.

Negli anni 2009-2015 la sua attenzione si è concentrata sulla situazione politica e sociale italiana con la pubblicazione di “Hotel Immagine”, il suo primo libro frutto di un autoproduzione. Con “Varco Appennino”, pubblicato da Witty Books nel 2021, ha portato avanti per 4 anni un’esplorazione delle aree interne dell’Appennino meridionale italiano. Simone è stato selezionato come uno dei tre finalisti nella categoria ritratto del Sony World Photography Awards e ha ricevuto il 3° posto al Premio Ponchielli con “Welcome to Berlusconistan”. Con “Valley of Angels” è stato finalista all’OjodePez Award.

Le sue immagini sono esibite in mostre in Italia ed all’estero e sono pubblicate dalle maggiori riviste italiane ed estere come Internazionale, Io Donna, La Repubblica, L’Espresso, Le Monde Magazine, Newsweek Japan, The Washington Post, Sette e Vanity Fair.

Info

Letizia

Franco Zecchin. Prefazione di Roberto Andò

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Dal 1975 al 1994 Franco Zecchin ha condiviso con Letizia Battaglia la vita privata e professionale in cui si univano la passione per la fotografia e l’impegno militante, in rapporto con la drammatica attualità siciliana di quel periodo. Quaranta ritratti ripercorrono quegli anni in cui, accanto al giornalismo trovavano spazio il teatro e il lavoro all’interno dell’ospedale psichiatrico, il mondo della fotografia internazionale, la scoperta di altri luoghi, i ruoli pubblici, la politica e il quotidiano. Quaranta ritratti attraverso i quali Franco Zecchin restituisce un’immagine di Letizia Battaglia umana e lontana dai clichés.

Franco Zecchin

Nato nel 1953 a Milano, nel 1975 Franco Zecchin si trasferisce a Palermo, dove diventa fotografo professionista, lavorando sulla mafia, la corruzione politica e le condizioni sociali in Sicilia. Nel 1977, con Letizia Battaglia, crea il primo Centro Culturale per la Fotografia situato nel sud dell’Italia e, nel 1980, è tra i fondatori del Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato”. Fa teatro e realizza film all’interno dell’ospedale psichiatrico di Palermo.

 

Nel 1988 diventa membro “nominé” dell’agenzia Magnum. Tra il 1989 e il 1991 conduce un’inchiesta fotografica sui rapporti tra inquinamento industriale e salute pubblica in Slesia (Polonia). Nel 1991 inizia una ricerca fotografica sul nomadismo e l’uso delle risorse ambientali lavorando per alcuni anni su una decina di società in diverse parti del mondo.

 

Oggi vive e lavora in Francia dove, insieme alle attività di formazione alla fotografia, continua a esplorare il rapporto tra territorio e pratiche sociali attraverso la fotografia.

Le sue foto fanno parte delle collezioni dell’International Museum of Photography di Rochester, del MOMA di New York e della Maison Européenne de la Photographie a Parigi.

https://francozecchin.com/

Presentazione editoriale - Venerdì 22 marzo ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

Il Bel Paese - di Stefano De Luigi

con Tiziana Faraoni, Augusto Pieroni e Stefano De Luigi

Invito De Luigi

IL BEL PAESE
Un lavoro di Stefano De Luigi durato nove mesi. Un lungo viaggio lungo la penisola, dividendo il suo itinerario in quattro tappe: da Trieste ad Ancona, da Ancona a Metaponto, da Metaponto a Roma e da Roma a Ventimiglia.
Volume edito da L’Artiere.
Alla presentazione intervengono: Stefano De Luigi (fotografo e autore) – Tiziana Faraoni (photoeditor de L’Espresso) - Augusto Pieroni (critico e storico della fotografia)
INGRESSO LIBERO

 

Lezione Aperta: Fotografia Alter-nativa

Gaetano De Crecchio

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Lunedì 18 marzo alle ore 19, in vista del nuovo corso di Fotografia Alter-nativa, terremo una lezione aperta con Gaetano De Crecchio.

Cos’è la fotografia sperimentale.
Cosa significa sperimentazione.
La tecnica, la forma e il messaggio.
La logica dell’errore.
La sperimentazione è ovunque.

Un dialogo tra letteratura e fotografia - 11 marzo ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

In un mondo di mondi immaginati

A cura di Patrizia Genovesi e Dario Pontuale

Invito Calvino

Mostre - 8 Marzo ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

Aspettando L'onda

Alessandro Penso e Scatto Libero
Emilio D'Itri

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Il progetto nasce da un laboratorio fotografico svolto al Carcere di Rebibbia – Terza Casa dal fotografo Alessandro Penso con il supporto di Scatto Libero che alla Terza Casa ha portato avanti progetti fotografici e didattici per tre anni, dal 2016 al 2019.
Ogni partecipante aveva a disposizione uno scatto con Polaroid e su ogni stampa poteva intervenire materialmente e graficamente per modificare la foto, agendo sia sulla cornice che sul soggetto, alterandone quindi la realtà e il significato con la possibilità e l’obiettivo di trasformare la quotidianità in altro, di riempire i vuoti della vita carceraria con nuovi elementi, di lanciare e lasciare un messaggio a un potenziale mondo esterno.
Ogni scatto ha la prerogativa di essere libero sia nell’immagine che nelle parole dando così sfogo alla creazione di 31 istantanee ricche di un’evoluzione personale e creativa. Il titolo della mostra prende il nome dalla frase scritta sopra una delle polaroid, che rafforza il grido di speranza che si vive nel contesto del carcere. Aspettando l’onda, per cavalcarla, per farmi trasportare più in là, per domarla, per apprezzare il vento sulla faccia, una nuova vita, un nuovo tempo.

Evento finissage in collaborazione con Circolo degli Illuminati. Tutte le attività sono gratuite. - 29/02/2024 -

"All Areas" Evento finissage in collaborazione con Circolo degli Illuminati

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Di seguito il programma della serata del 29/02/2024

ore 18: visita guidata con autore Jarno Iotti

ore 19: talk con l’autore Jarno Iotti ed i musicisti Max Cottafavi e Gigi Cavalli Cocchi, membri dei Clan Destino (gruppo storico di Ligabue con il quale ha inciso i primi 4 album). Presentazione del libro “Il respiro del tamburo” di Gigi Cavalli Cocchi. Modera l’incontro Federico Raponi (Tutta Scena e dal 2001 collaboratore del Festival di Teatro Politico di Rocca Sinibalda).

dalle ore 20: sarà possibile godere di un buffet gratuito offerto dal Circolo degli Illuminati nello spazio del garden adiacente alla mostra, nonché partecipare ad una sessione di ritratto durante la quale si potrà essere immortalati da Jarno Iotti con una chitarra iconica di Ligabue. Gradita la prenotazione qui https://forms.gle/cQPUwBUbUQCjUyvP6

ore 21.30: presso il Circolo degli Illuminati, concerto free dei “6000watt”, poliedrica rock band romana tributo a Luciano Ligabue e Clan Destino, affezionata alle sonorità ricercate di quel periodo artistico, che da questi ultimi ha ricevuto apprezzamenti. Special Guest Max Cottafavi e Gigi Cavalli Cocchi, membri dello storico gruppo i Clan Destino.

 

 

 

Open Day 2024

Giovedì 1 febbraio si svolgerà l’open day dei corsi della sessione primaverile in partenza il 26 febbraio.

Di seguito il programma degli incontri:

 

18:00 Paesaggio intimo

18:00 Ritratto cinematografico

18:00 Reportage avanzato

18:00 Illuminazione

18:00 Camera oscura

18:15 Videomaking e Montaggio video

18:30 Street e Street avanzato

18:30 Atlante urbano

18:30 Fotografia analogica

18:30 Photoshop e Lightroom

18:45 Base e avanzato

19:00 Reportage base

19:00 Photography basics

19:00 Struttura dell’immagine

19:00 Fotografia di matrimoni

 

Per partecipare è necessario registrarsi a questo modulo.

 

Vi ricordiamo inoltre che iscrivendovi ai corsi della nuova sessione entro giovedì 1 febbraio avrete diritto allo sconto del 10% sui corsi scelti ( promozione riservata a chi ha frequentato un corso nella sessione autunnale – ottobre-dicembre 2023)

Sempre giovedì 1 febbraio, a partire dalle 19:30 vi aspettiamo per un brindisi insieme, potrete conoscere i nostri docenti che con l’occasione consegneranno gli attestati di partecipazione ai corsi appena conclusi.

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Visioni di Gruppo

Visioni di Gruppo

 

Il 15 dicembre alle ore 18.30 inauguriamo la mostra finale con i lavori realizzati dai gruppi di lavoro 2022/2023

Le foto saranno messe in vendita e il ricavato sarà devoluto in beneficenza. Con l’occasione faremo un brindisi di Natale per salutarci prima delle feste.

 

Smashing Rackets - Tennis e momenti di rottura

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Mercoledì 13 dicembre alle ore 18.30 presenteremo Smashing Rackets – Tennis e momenti di rottura di Filippo Trojano e Federico Ferrero.

Ogni tennista ha ben stampato nella memoria quel momento di rabbia in cui la propria preziosa racchetta, per la prima volta, è andata in pezzi; momento unico e mai più accaduto per alcuni, solo il primo di una lunga serie per altri, come per il campione russo Marat Safin che in carriera ne ha distrutte più di 1000.

Da Mc Enroe a Berrettini, da Serena Williams a Roberta Vinci, da Pietrangeli a Djokovic, tutti i campioni hanno almeno un’esperienza da raccontare, spesso avvenuta lontano dai riflettori o dagli occhi del pubblico. Attraverso un viaggio fotografico, per la prima volta entriamo nella vita dei grandi tennisti di ieri e di oggi, in quei momenti in cui si arriva a distruggere il proprio strumento, che osservata con attenzione, al pari di un reperto archeologico o indizio poliziesco, permette di ripercorrere una storia a ritroso.

Il “racket smashes”, gesto unico e irripetibile che non esiste in nessun altro sport del mondo, è l’unico che avvicina, e forse rende uguali, il tennista principiante e il numero uno del mondo. Forse.

Parliamo di libri - Giovedì 26 ottobre ore 19 - Officine Fotografiche Roma

LULLABY AND LAST GOODBYE

Pierluigi Ciambra

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Giovedì 26 ottobre alle ore 19 presenteremo il nuovo libro di Pierluigi Ciambra “Lullaby and Last Goodbye” con il giornalista Agostino Maiello. Lullaby and last goodbye è un fotolibro autobiografico che, attraverso l’uso di immagini d’archivio e originali, affronta le tematiche del lutto, della rielaborazione dello stesso attraverso la ricerca fotografica e del rapporto tra padri e figli. Mentre osservo le fotografie scattate da mio padre e rivisito i luoghi della mia infanzia nascosti nella mia memoria, recupero coscienza del rapporto con i miei genitori, della nostra vita e di come la mia infanzia non sia stata patinata e limpida come quella descritta in esse, ma piena di crepe.
Quando sono nate le mie figlie ho rivolto il mio obiettivo verso la mia famiglia e ho capito il desiderio di mio padre, anzi la sua esigenza, di conservare la memoria di quegli attimi, di farli vivere per sempre.

Così ho iniziato a fotografarle quotidianamente, riscoprendo insieme a loro la purezza magica dell’infanzia. Le bambine crescono, scoprono un mondo ai loro occhi incontaminato e lo fanno con la libertà di chi svela enormi misteri senza schemi e congetture, con l’ingegno istintivo della curiosità infantile, coinvolgendoti nella loro realtà fiabesca. Grazie a loro il mio sguardo si approfondisce e cambia. Esso divento specchio dell’anima e, mettendosi in ascolto dell’altro, si trasforma.

La fotografia diventa un medium che mi permette di entrare nel loro mondo, di esplorarlo, di conoscerlo e cristallizzarlo, ricordando la mia infanzia e permettendomi di riempire l’assenza e di esorcizzare la morte. Raccontare il loro sguardo sul mondo e, al tempo stesso, mettere a nudo la mia ricerca interiore e il processo di riconciliazione con il mio passato sono le motivazioni alla base di questo mio progetto fotografico.
Attraverso metafore e messe in scena ripercorro i passi compiuti, osservo la magia dell’infanzia e trasformo i loro corpi in memoria, le loro esistenze in icone eterne e immortali. Le immagini d’archivio di mio padre, i disegni e i testi scritti dalle bambine e le mie fotografie sono tre punti di vista che si intrecciano in una struttura narrativa non lineare che inizia con il lutto e la morte e progredisce esorcizzando dubbi e paure attraverso la rivalutazione della storia personale e del punto di vista sulla realtà. Come in un puzzle da risolvere, dove pezzi sparsi creano significato, padri e figli risultano connessi nell’esplorazione e condivisione dei loro mondi.

Parliamo di Libri - Giovedì 19 Ottobre ore 19.00 - Officine Fotografiche Roma

Il corpo solitario. L'autoscatto nella fotografia contemporanea

A cura di Giorgio Bonomi - ed. Rubettino

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Giovedì 19 Ottobre alle ore 19.00 presso Officine Fotografiche Giorgio Bonomi e Anna Cochetti, presenteranno il terzo volume de “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea”.

Questo volume segna la conclusione della ricerca più che decennale dell’autore su questa tematica. I tre volumi risultano la rassegna, nel mondo, più completa ed esaustiva sull’autoritratto fotografico dagli anni Settanta ai nostri giorni, con artisti di tutti i Paesi che sono maestri affermati o giovani agli inizi, comunque tutti “artisti”, sebbene di differenti livelli. In questo studio poderoso vengono presi in considerazione solo autoscatti di artisti, escludendo l’odierno fenomeno del selfie che attiene alla sociologia e non all’estetica.

Attraverso la ricerca della propria identità, con il travestimento, con la narrazione, la sperimentazione, la denuncia, gli artisti pongono problemi profondi che sono psicologici ed estetici, sociali e politici. Ogni autore è presente con alcune immagini e un breve commenti critico.

Il corpo viene definito “solitario” proprio perché l’opera è realizzata in solitudine: l’artista si autoscatta da solo o al massimo con l’ausilio di un amico che preme il pulsante della macchina fotografica. Il corpo “solitario”, inoltre, si impone nella società massificata come testimonianza di malessere ma anche come possibilità di liberazione e di salvezza.

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Presentazione editoriale - Mercoledì 11 ottobre ore 19 - OFFICINE FOTOGRAFICHE ROMA

GRA - Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare

a cura di Massimo Siragusa - Testi di: Franco Arminio, Giorgio de Finis, Massimo Siragusa - edito da PHAOS

Mercoledì 11 ottobre alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche il libro GRA – Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma Foto di Giulio Ielardi a cura di Massimo Siragusa Testi di: Franco Arminio, Giorgio de Finis, Massimo Siragusa edito da PHAOS.

Una visione surreale del Grande Raccordo Anulare di Roma, l’autostrada urbana più lunga d’Italia in 50 fotografie in B/N. GRA è l’autostrada A90, un anello lungo quasi 70 chilometri, 33 uscite, 150.000 veicoli al giorno a percorrerlo. Il suo nome – acronimo di Grande Raccordo Anulare – è legato a Eugenio Gra, principale ideatore e sostenitore dell’opera. Completato nel 1970 ma in eterna trasformazione, oggi il GRA è parte della vita quotidiana dei romani, assai più del centro storico e dei suoi monumenti famosi in tutto il mondo. “La fotografia ha questa grande magia: metterci nelle condizioni di immaginare. Immaginare tutto quello che è assente. Immaginare i volti, il suono della voce, il fisico di tutta l’umanità che non abbiamo fotografato eppure così fortemente presente nei segni. È la vita che irrompe violentemente in un luogo.
Lascia le sue tracce di cura o di abbandono. La sua necessità di trasformare uno spazio in un posto in cui riconoscersi. E la vita Giulio Ielardi la racconta così. Attraverso i segni del tempo, gli oggetti usati e quelli dimenticati. La vita la cerca in un elicottero che diventa insegna. In un picnic sull’erba, immaginando il rombo delle auto come colonna sonora. Non troverete foto di corsie di autostrada in questo lavoro. Perché l’anima del GRA va ricercata altrove, non sull’asfalto”.
(Massimo Siragusa)

Presentazione Editoriale - martedì 17 ottobre ore 19 - Officine Fotografiche

Il Reportage - incontri di fotogiornalismo

Invito-IlReportage#56

Martedì 17 ottobre alle 19 presentiamo presso Officine Fotografiche l’ultimo numero della rivista Il Reportage#56.

Il numero 56 di Reportage (trimestre ottobre-dicembre 2023) apre con un’intervista al famoso fotografo di moda e di reportage etnografici Gian Paolo Barbieri, il quale racconta la sua lunga carriera professionale e di come sia riuscito ad affiancare due generi di fotografia molto diversi tra loro. L’autrice dell’intervista è Simona Scalia. Il primo reportage è invece di Riccardo Romani e parla di una città cinese, Chengdu, considerata la città del futuro, ma che attualmente – dopo le Universiadi del 2023 – sta scontando anch’essa la bolla immobiliare che ha messo in crisi l’economia del Dragone. Un’altra grande città, nella quale i brasiliani avevano risposto moltissima fiducia quando fu fondata (anni Sessanta), è il tema del reportage di Federico Nastasi (il pezzo è accompagnato dalle foto della fotografa-archittetta brasiliana Joana Franca).

Il portfolio centrale del numero è costituito dal lavoro della fotoreporter Ana Maria Arevalo, che è entrata nelle carceri femminili del Salvador e del Guatemala. Segue un ritratto della grande scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann nella sua Klagenfurt, ritratto firmato dalla germanista Micaela Latini, in occasione del cinquantenario dalla sua morte. Della continua erosione marina delle spiagge della Sicilia e della Calabria, dove il fenomeno è maggiormente accentuato rispetto al resto d’Italia, si è occupato Angelo Scelfo, ricorrendo anche all’utilizzo del drone. La scrittrice Federica De Paolis, invece, è entrata nel mondo di Tik tok, popolato di minorenni che si esibiscono nel social on line, imitandosi l’una con l’altra, con balletti e canzoni piuttosto volgari e maschiliste di rapper nostrani. Il secondo portfolio è di Fausto Podavini, che racconta la situazione nel Ciad, uno dei Paese più poveri e vulnerabili al cambiamento climatico dell’Africa e del mondo.

Non mancano le recensioni librarie, la rubrica “Un autore un libro” di Maria Camilla Brunetti (l’intervista è a Francesca Coin), la poesia inedita di Valerio Magrelli, da egli stesso commentata, nonché la foto vintage dedicata questa volta alla distruzione del ponte di Mostar da parte dei croati nel 1993. Il racconto è di Federica Sgaggio, l’editoriale del direttore Riccardo De Gennaro parla dei “tempi bui” dell’umanità.

Modera:

Riccardo De Gennaro, direttore Reportage

Intervengono:

Federica De Paolis, scrittrice

Federico Nastasi, giornalista

Riccardo Romani, giornalista e fotografo

 

 

Invito_IlReportage#55
Presentazione editoriale - Giovedì 6 luglio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Il Reportage - Incontri di Fotogiornalismo

Giovedì 6 luglio ore 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma la rivista Il Reportage – incontri di fotogiornalismo. Come in ogni numero ci saranno numerose storie e racconti da varie parti del mondo. Il numero però si apre da un’interessante prospettiva: l’intervista a Martina Baccigalupo, fotografa, ma anche – da parecchi anni – photo editor di due prestigiose riviste francesi, XXI e 6 Mois, specializzate nelle storie e nei reportage di lunga durata.
La serata è moderata da:
Riccardo De Gennaro (Direttore di Reportage)
Con gli interventi di:
Maria Camilla Brunetti (caporedattrice di Reportage)
Giovanna Dell’Acqua (fotografa)
Marco Raccichini (fotografo)

Bacigalupo racconta le tappe della sua carriera professionale, l’impegno e le sfide che devono affrontare queste due riviste dopo l’avvento dell’online e i rischi dell’intelligenza artificiale.

Segue un reportage da un piccolo paese del Piemonte, Viganello, costretto a vivere senza il sole, oscurato dalla montagna, per quasi tre mesi (l’autore è Filippo Venturi). Giovanna Dell’Acqua spiega, invece, con articolo e foto, le difficoltà degli studenti fuori sede che frequentano l’Università di Bologna e non trovano una stanza a prezzi accessibili.

Il reportage successivo è di Marco Raccichini, il quale ha fotografato la pesca dei pesce spada nello Stretto di Messina e ha scritto per noi un emozionante racconto che ricorda Moby Dick.

Il portfolio centrale del numero ci porta invece in Tibet, grazie alle foto molto evocative del senso di spiritualità di questa regione del fotografo francese Jacques Borgetto. Ilaria Romano, invece, è andata a intervistare un profugo afghano in provincia di Taranto, il quale era un docente universitario a Herat e vice capo di gabinetto della prefettura e ora, dopo innumerevoli rischi e traversie nel corso della fuga in Italia, raccoglie frutta nei campi della Puglia.

Ci trasferiamo poi in un ranch del Sud Dakota, dove Giulia Ricca, italianista dell’Università della Columbia di New York, ha assistito a una crudele caccia ai cervi, ai bisonti e alle alci, che attira molti turisti con il fucile. Il secondo portfolio è dedicato alla Groenlandia, che – si scopre – non teme il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacciai in corso.

L’autore è il fotografo britannico Bradley Secher. Come di consueto non mancano le recensioni librarie, la poesia di Valerio Magrelli, commentata da lui stesso, la rubrica “un autore un libro” di Maria Camilla Brunetti. L’editoriale del direttore Riccardo De Gennaro parla dei giornali di regime, mentre la foto vintage ricorda le stragi di mafia a Milano, Firenze e Roma del ’93. Il racconto è di Federica De Paolis.

BAD GIRLS CLUB
Presentazione editoriale - Venerdì 29 settembre alle ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Making love to G is gonna be like the first time I tried a cheeseburger

di Eleonora Calvelli

Venerdì 29 settembre alle 19 presentiamo il libro Making love to G is gonna be like the first time I tried a cheeseburger di Eleonora Calvelli, prenderà parte all’incontro Francesca Orsi giornalista e curatrice.

Making love to G is gonna be like the first time I tried a cheeseburger, è un progetto fotografico a lungo termine, iniziato nel 2012, volto ad analizzare i temi dell’intimità, del voyeurismo e della violenza all’interno del genere reality show televisivo, divenuto terreno privilegiato per nuove strategie di marketing che fondono tecniche e stilemi tipici del linguaggio pubblicitario con le narrazioni dell’intrattenimento.

Il genere del reality show offre pertanto un punto di osservazione dello sviluppo dell’industria culturale; inoltre, la stretta connessione tra reality e strategie commerciali evidenzia come il mercato possa colonizzare la comunicazione di massa.

Nel libro sono confluite due serie di fotografie che ritraggono due reality show la cui l’idea alla base della trama, ispirata ad altri format televisivi come il Grande Fratello, è quella di riunire ragazzi e ragazze in una casa e filmare le loro interazioni 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Il plot di ogni puntata è costituito da una serie ininterrotta di liti (a volte violente), serate in discoteca, ubriacature, relazioni, sesso, scene di gelosia e riconciliazioni tra gli occupanti della casa.

Ho deciso di focalizzare la mia ricerca su questi due reality perché hanno un’estetica kitsch ben definita e rivelano in maniera più evidente la costruzione del format televisivo.

La prima serie di fotografie, tratta dalla serie televisiva britannica Geordie Shore, include stills in bianco e nero dei momenti di intimità degli attori, censurati dalle stesse coperte sotto cui si nascondono.

La seconda serie comprende stills a colori del reality show americano Bad Girls Club e si concentra esclusivamente sulle scene di accesi litigi, violenti confronti fisici e lotta tra le ragazze protagoniste.

Nel capitolo di The Skin of Culture intitolato “Television, The Collective Imagination”, Derrick de Kerckhove teorizza che la televisione parli al corpo (inteso come sistema neuro-muscolare) piuttosto che alla mente.

Le immagini televisive sfrecciano sullo schermo velocemente, costringendo lo spettatore a “ricostruire” l’oggetto e il significato di ciò che vede attraverso rapide generalizzazioni, rimanendo esposto ai messaggi subliminali veicolati dal mezzo.

“Questo è involontario a causa della nostra programmazione biologica antediluviana: i sistemi nervosi autonomi dei mammiferi superiori sono addestrati a rispondere a qualsiasi cambiamento percettibile nell’ambiente che potrebbe essere rilevante per la sopravvivenza. Siamo condizionati a rispondere involontariamente a qualsiasi tipo di stimolo, interno o esterno, con quella che in psico-fisiologia clinica viene chiamata la Orienting Response (OR).

Tuttavia, Making love to G is gonna be like the first time I tried a cheeseburger non è un progetto che intende riflettere solo sulla televisione e sul genere dei reality show, ma anche sul nostro rapporto con i media. Come guardiamo e quanta attenzione prestiamo alle cose che vediamo?

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Presentazione editoriale - Martedì 13 giugno ore 19 - Ingresso libero - Officine Fotografiche Roma

Next Generation di Arianna Massimi

di Arianna Massimi

Martedì 13 giugno alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche il progetto NEXT GENERATION realizzato tra il 2020 e il 2022, risultato vincitore del bando VitaminaG 2020 nell’ambito del programma GenerAzioniGiovani e finalizzato i n un libro fotografico omonimo.

Ad oggi in Italia vivono più di 1 milione di minori di origine straniera, di cui il 75,3% nato su
territorio nazionale. Il 79% di essi non ha la cittadinanza italiana. Tuttavia, come spesso succede, non è sufficiente guardare al dato statistico per rendersi conto dell’entità di un fenomeno, è necessario avvicinarsi e dare un nome, un volto e una voce a questi numeri.

Inoltre, il progetto è stato selezionato dall’iniziativa Countless Cities – Biennale delle Città del Mondo curata da Farm Cultural Park che si svolgerà nelle sedi istituzionali di Favara e Mazzarino da giugno 2023 a gennaio 2024.
All’interno di questo progetto sono raccolte 19 testimonianze dirette di un gruppo di ragazzi e ragazze con background migratorio, tra i 17 e i 30 anni, che vivono e lavorano a Roma. Accanto ai ritratti fotografici, sono presenti alcune foto in bianco e nero di alcuni luoghi della capitale maggiormente frequentati dalle nuove generazioni. L’obiettivo è quello di rappresentare il valore dei ragazzi in quanto cittadini attivi che danno colore, in senso metaforico, ai luoghi che abitano e frequentano.

Arianna Massimi è una fotografa e filmmaker che lavora sui temi dell’empowerment femminile, dell’inclusività e delle politiche sociali. AICS, Fondazione Enel, Save the Children e ANMIL sono solo alcune delle organizzazioni governative e private con cui ha collaborato. Ha contribuito alla produzione e alla realizzazione di numerosi progetti, come la serie multimediale African Century, incentrata sullo sviluppo sostenibile del continente africano, e il progetto Italiani Europa, che racconta la storia dell’ immigrazione italiana in alcuni paesi chiave europei. Negli ultimi anni si è dedicata in modo specifico al tema dell’infanzia a rischio in Italia, realizzando insieme a Riccardo Venturi il progetto Stati d’Infanzia – Viaggio nel paese che cresce, prodotto dall’Impresa Sociale “Con i Bambini” e finalizzato in una mostra e documentario omonimi.

libri fotografici su un tavolo di legno
Incontro - martedì 6 giugno ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Il libro fotografico: storia, progettazione e design

con Chiara Capodici

Il libro fotografico: storia, progettazione e design. Martedì 6 giugno ore 19 ospitiamo a Officine Fotografiche Roma un incontro con Chiara Capodici, book designer e curatrice.

Il libro fotografico è diventato sempre più un oggetto: da sfogliare, studiare, osservare. Dedichiamo una serata alla (ri)scoperta dei libri fotografici che hanno segnato la storia della fotografia fino ad arrivare a quelli più recenti.

Oltre alla storia si parlerà di progettazione e di design, per entrare nel vivo di come si realizza uno dei sogni nel cassetto di ogni fotografo.

Per chi non lo sapesse Chiara Capodici da novembre terrà a Officine Fotografiche il Master “Il libro fotografico tra sperimentazione e progettualità”.

Le iscrizioni sono aperte e sono in PROMOZIONE fino al 21 luglio 2023.

Invito- Steele
Presentazione editoriale - 25 maggio ore 18.30 - Officine Fotografiche Roma

American Industry di Kim Steele

di KIM STEELE

Giovedì 25 maggio ore 18.30 presentiamo a Officine Fotografiche Roma il libro  American Industry di Kim Steele – modera l’incontro Andrea Boccalini, fotografo.

La forma e la funzione mi hanno sempre affascinato. Trasformare la struttura in forma è stato il mio obiettivo artistico per quasi quarant’anni. Affascinato dall’industria che pone l’accento sulla struttura, così come dall’architettura che si concentra sulla forma, sono sempre attratto dal catturare le loro strutture e convertirle in forme che trasmettono il loro potere e la loro forza.

Mi piace molto essere in questi “spazi” come sentire la grandezza di una diga che incombe su di me, o il crepitio dell’elettricità ovunque intorno a me o il rombo dei macchinari. I luoghi sono inebrianti. Quando provo a convertire un oggetto inanimato, un eccitatore laser, per far presagire il suo significato, come la fusione, allora mi sento vivo. Ciò è accaduto con aerei, navi, acciaio, nucleare, atomico, acceleratori, spazio e satelliti. Anche la potenza e la muscolosità mi attirano in questi luoghi; incarnando uno dei primi sogni americani. Fotografare questa nuova tecnologia utilizzando la pellicola, con la mia vecchia fotocamera Hasselblad, è stato molto emozionante e familiare.

La pellicola e il mezzo di stampa sono paralleli ai materiali che fotografo da trent’anni: il metallo nelle sue varie forme. E con questa nuova tecnologia, fornisce un ricco contrasto, poiché ci sono così tanti dati digitali nel nostro mondo attuale. L’argento nel processo del film riecheggia questi stessi materiali. Profeticamente, Hasselblad ha appena interrotto la produzione della fotocamera a pellicola della serie 503 (la mia).

Posso sentire la qualità organica della pellicola rispetto alle fredde fotografie digitali e nel corso degli anni ho imparato a comprenderne le proprietà uniche all’interno di vari tipi di pellicola. La stessa forma risiede nel ventunesimo secolo che avevo esplorato nel secolo scorso ma in assenza delle acciaierie e dei treni del carbone.

Questo secolo differisce dall’ultimo in termini di “potenza americana”. L’America ha dominato quasi ogni area dell’industria: acciaio, aviazione e costruzione navale, persino i componenti dei social media… ma ora la nostra direzione, vista in queste fotografie, è la tecnologia rivoluzionaria. Qui si vede una macchina delle dimensioni di un 737 che elimina i tumori cancerosi; un robot che aiuta le persone disabili a camminare e condurre una vita più normale; droni senza pilota ai nostri astrofisici, che visitano il C.E.R.N. per esplorare le origini del nostro universo.

Il vincitore del premio Nobel quest’anno ha identificato qui il bosone di Higgs, una spinta a trovare gli elementi più fondamentali dell’universo.

Ironia della sorte, queste nuove mostruose macchine sono focalizzate su compiti molto specifici, alcuni tumori molto piccoli o la ricerca di particelle subatomiche, e alcuni compongono una rete di elettronica che prende di mira i nemici sul campo o trasporta trilioni di tonnellate di materiali ogni giorno. Il futuro dipende dall’interazione di macchine massicce e parti intricate: un connubio tra vecchio e nuovo che viene trasmesso qui nelle mie immagini.

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Presentazione editoriale - Martedì 23 maggio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

DOM di Stefano Mirabella

di Stefano Mirabella

Martedì 22 maggio alle 19.00 presentiamo a Officine Fotografico il libro DOM di Stefano Mirabella. 
[…]
E’ una giornata qualunque qui a Cieszęta, un remoto e minuscolo paesino nel nord della Polonia, da queste parti il tempo scorre lento, con un ritmo dettato esclusivamente dalla natura e dal lavoro dell’uomo, poi ci sono loro, i bambini, che crescono con le cose semplici di tutti i giorni e che regalano gioia e vitalità alle loro fattorie che altrimenti sarebbero calme e silenziose fino a sera.

Da queste parti le giornate si susseguono le une uguali alle altre, il tempo sembra essersi fermato e sarebbe davvero difficile percepirne i minimi cambiamenti se non vivessi con loro solo per un breve periodo dell’anno. Durante questo breve arco di tempo mi è naturale raccogliere frammenti, attimi e situazioni nel tentativo di scrivere un personalissimo diario di famiglia.

Ingresso libero. 

Copertina PER NASCITA E PER SCELTA - Maremma Toscana
Presentazione editoriale - Mercoledì 10 maggio ore 19.00 - Officine Fotografiche Roma

Per Nascita e Per Scelta di Francesco Minucci

di Francesco Minucci

Mercoledì 10 maggio alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma il libro di Francesco Minucci ” Per nascita e per scelta.”

La Maremma è punto di arrivo e di partenza contiene il germe della provvisorietà e contemporaneamente crea dipendenza. La sensazione è di trovarsi in un luogo che ti somiglia. Non è fatta di una bellezza edulcorata, non è un luogo in cui l’uomo ha modellato tutto il paesaggio a suo uso e consumo, è vera. La verità attrae, come una casa accogliente. Forse è questa alchimia che forma il suo popolo che è meticcio per natura. Per nascita e per scelta è, dunque, innanzitutto una ricerca che usa la fotografia come mezzo espressivo. “In un viaggio volutamente casuale ho reso esplicito chi, spesso, voleva restare nascosto. Ho pensato alla Maremma e all’Amiata come miniere umane dove scovare tesori e li ho trovati. Chi ha accettato di essere fotografato lo ha fatto per dimostrare con evidenza il suo affetto per questa terra.” Per nascita e per scelta è 123 ritratti + 1 paesaggio eterogenei per i soggetti protagonisti, riuniti soltanto dall’impostazione stilistica. I volti noti della politica e dello spettacolo, maremmani per scelta, si alternano ai volti dei maremmani per nascita.

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Presentazione editoriale - mercoledì 3 maggio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Almanacco Frigidaire 2023 - Storie di carne e di fantasmi

di Vincenzo Sparagna - modera Emanuele Martorelli

Siamo molto felici di ospitare negli spazi di Officine Fotografiche Roma Almanacco 2023 Frigidaire – Storie di carne e di fantasmi. Avremo come ospite Vincenzo Sparagna, direttore della storica rivista Frigidaire - in dialogo con Emanuele Martorelli, direttore di Starmale.net

Frigidaire esordì a novembre 1980 dopo oltre un anno di cooperazione tra Sparagna, Tamburini e Filippo Scozzari, ponendosi fin dall’inizio come rivista che travalicasse le logiche dell’informazione settoriale, accostando fumetto e giornalismo d’assalto, in un progetto comunicativo che trattasse anche di arte, satira, musica, politica, letteratura e filosofia. Il tentativo dichiarato era quello di “un racconto fenomenologico del mondo, per uscire dall’universo delle ideologie che negli anni Settanta avevano avvelenato anche l’analisi”.

Nel gruppo che partecipò alla fondazione della rivista vi furono poi Franz Ecke, Aldo Di Domenico, Silvio Cadelo, José Muñoz e il francese Marc Caro.

La rivista fu presentata al Lucca Comics nel 1980 in una conferenza che subito destò polemiche per la performance di Andrea Pazienza che, citando una propria vignetta presente nel primo numero, esibì una siringa e mimò un’iniezione di eroina.

Il gesto fu poi paragonato da Sparagna, nel suo Frigidaire. L’incredibile storia e le sorprendenti avventure della più rivoluzionaria rivista d’arte del mondo al gesto di sfida in cui Sid Vicious spara sui propri fans. Il primo numero uscì in edicola il 28 ottobre 1980, era composto da 84 pagine in formato magazine e la copertina era dedicata ai Devo.

Nella redazione, diretta da Sparagna, vi erano poi Tanino Liberatore, Massimo Mattioli, Andrea Pazienza, Filippo Scozzari, Stefano Tamburini e, tra i collaboratori, comparivano anche Mario Schifano e Oreste Del Buono.

Nei primi anni Ottanta la rivista Frigidaire, con la collaborazione del giornalista lituano Savik Schuster, realizzò e diffuse in Afghanistan e nell’est europeo una falsa Stella Rossa (il quotidiano dell’Armata Rossa), con la copertina di Gaetano Liberatore che raffigurava un soldato russo che spezza un kalashnikov sotto il titolo “Basta con la guerra! Tutti a casa!”. Copie del falso furono affisse nottetempo, con l’aiuto dei mujaheddin di Abdul Haq, anche per le vie di Kabul, allora occupata dai sovietici.

Programma: 

Apertura ore 18.30 – Mostra di alcune copertine di Frigidaire

Ore 19.00

Vincenzo Sparagna, direttore della storica rivista Frigidaire, presenta l’Almanacco 2023

Modera Emanuele Martorelli direttore di Starmale.net

 

Ore 20.00

Massimo Saccares, documentarista, presenta il suo documentario

I quarant’anni di Frigidaire

A seguire proiezione documentario

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Presentazione editoriale - mercoledì 19 aprile ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Il Reportage - Incontri di Fotogiornalismo #54

Mercoledì 19 aprile ore 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma l’ultimo numero della rivista Il Reportage, interverranno alla serata:

Michela A. G. Iaccarino (giornalista e fotografa)
Gabriella Saba (giornalista)
Yarin Trotta Del Vecchio (fotografo)

Modera:

Maria Camilla Brunetti (caporedattrice Reportage)

L’ultimo numero si apre con una ricognizione di Gabriella Saba nella via più multietnica di Milano, forse d’Italia: via Padova.

Di via Padova si scrive molto da anni, ma la notizia è che ora sta radicalmente cambiando, al punto da rischiare lo snaturamento (le numerose foto sono della stessa cronista).

Segue un reportage dall’Irlanda del Nord, per l’esattezza da Belfast e Derry, dove sono ancora visibili le cicatrici della guerra tra cattolici e protestanti, rispettivamente pro e contro l’indipendenza dalla corona inglese.

Lo firma Michela A.G. Iaccarino. Jonas Kako è il fotografo tedesco che ha realizzato un lavoro molto esteso sul fiume Colorado e che con la foto da noi scelta per la copertina è stato, dopo l’uscita del numero, uno dei premiati del Wpp 2023.

Ingresso libero.

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Presentazione editoriale - Venerdì 14 aprile ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Porpora di Lina Pallotta

di Lina Pallotta
a cura di Michele Bertolino
Intervengono: Lina Pallotta, Porpora Marcasciano, Elena Biagini, Raffaella Perna e Michele Bertolino

Venerdì 14 aprile alle 19 presentiamo con grande piacere Porpora, il primo catalogo monografico della fotografa Lina Pallotta (n. 1955, San Salvatore Telesino, vive a Roma).

Intervengono alla serata: Lina Pallotta, Porpora Marcasciano, Elena Biagini, Raffaella Perna e Michele Bertolino

A partire dal 1990, Pallotta fotografa Porpora Marcasciano, attivista del movimento trans, scrittrice e sociologa, conosciuta dallo stesso lato delle barricate in una Napoli agitata dai movimenti del 1977. Si compone così un ritratto minore esteso e dilatato nel tempo, in-finito, che raffigura l’esperienza di vita in transito di Marcasciano, amica e compagna, osservata con uno sguardo vicino e un’attenzione affettiva e immediata.

La pubblicazione raccoglie una selezione di circa ottanta foto: un flusso fotografico che si restringe nell’intimità del privato; incrocia lə compagnə di viaggio, le feste e le manifestazioni politiche; si espande posandosi su paesaggi familiari e si allarga a tratteggiare una storia collettiva. 

Il libro include una sezione di saggi firmati da Porpora Marcasciano, Kae Tempest, Raffaella Perna e Allen Frame. Porpora Marcasciano colloca le fotografie in un percorso comunitario e ripercorre il profondo legame che la lega a Pallotta. Una poesia di Kae Tempest intravede nelle atmosfere delle foto il ritratto di un’esperienza significativa, che riesce a trascendere le condizioni spaziali e temporali. I testi di Perna e Frame contestualizzano il lavoro di Pallotta in riferimento alla storia dell’arte e della fotografia, ricostruendo genealogie e sottolineandone le peculiarità.

Un’ultima sezione, Archivi, include oltre centocinquanta documenti concessi dagli archivi di alcune delle associazioni TLGBQI+ presenti sul territorio italiano. I documenti, selezionati grazie al confronto con attivistə, storicə, espertə, raccolgono alcuni spunti tramite cui ricostruire i movimenti politici e le lotte attraversate da Marcasciano.

Presentati secondo una cronologia sghemba, i documenti offrono possibili punti di accesso a una storia collettiva. Gli archivi coinvolti sono: Compulsive Archive, Archivio Porpora Marcasciano, Archivio del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Archivio del centro di documentazione del Circolo Maurice, Archivio Storico del MIT, Archivio Lina Pallotta, Archivio della Fondazione Sandro Penna, Archivio del Circolo Pink / Alziamo la testa, Archivio Giovanni Rodella, Centro di documentazione “F. Madaschi” Cassero LGBTI+ Center, Centro di documentazione Aldo Mieli.

Ingresso libero.

Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

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Invito- Maio ARTdigital
Presentazione editoriale - mercoledì 12 aprile ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Luce del nostro tempo

Mercoledì 12 aprile presentiamo a Officine Fotografiche Roma – La luce del nostro tempo – Conversazioni con venti autori della fotografia sul cinema italiano contemporaneo
interviste a cura di Ludovico Cantisani e Tobia Cimini, Artdigiland 2022. In dialogo con Giuseppe Maio, uno degli autori intervistati all’interno del libro, interverrà Silvia Tarquini, Edizioni Artdigiland, modera l’incontro Gerry Guida, storico e critico cinematografico.

Il libro è allo stesso tempo una riflessione sul cinema italiano contemporaneo dell’ultimo decennio e un’indagine sull’arte degli autori della fotografia e sul loro particolare statuto di interpreti e realizzatori, attraverso la luce, delle scelte del regista.

In un ristretto numero di film, venti titoli, raccontati dai cinematographers ai curatori del volume, si attraversano alcuni film che hanno segnato l’immaginario di questi anni e si contemplano molti e diversi tipi di approccio alla regia.

Tra pellicola e digitale, autori della fotografia quali Renato Berta, Gogò Bianchi, Luca Bigazzi, Nicolaj Brüel, Maurizio Calvesi, Paolo Carnera, Arnaldo Catinari, Sandro Chessa, Daniele Ciprì, Matteo Cocco, Daria D’Antonio, Michele D’Attanasio, Francesco Di Giacomo, Stefano Falivene, Crystel Fournier, Gherardo Gossi, Giuseppe Maio, Ferran Paredes Rubio, Alessandro Pesci e Vladan Radovic ci parlano del loro lavoro al fianco dei registi Dario Albertini, Niccolò Ammaniti, Laura Bispuri, Claudio Caligari, Alessio Cremonini, Edoardo De Angelis, Leonardo Di Costanzo, Fabio e Damiano D’Innocenzo, Abel Ferrara, Matteo Garrone, Valerio Jalongo, Gabriele Mainetti, Pietro Marcello, Mario Martone, Salvatore Mereu, Nanni Moretti, Susanna Nicchiarelli, Matteo Rovere, Paolo Sorrentino, Daniele Vicari.

E, come sintetizza perfettamente Renato Berta, ci insegnano che «la libertà esiste solo all’interno di una concezione».

Ingresso libero.

GIUSEPPE MAIO
Durante gli studi universitari frequenta Officine Fotografiche Roma, dove conosce Fabian Cevallos, fotografo di fama internazionale e testimone di importanti set. Dopo la laurea entra al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si diploma in Fotografia nel 2010 sotto la guida del Maestro Giuseppe Rotunno.
Ha diretto la Fotografia di “Manuel” di Dario Albertini, presentato al Festival di Venezia, opera prima più premiata nell’anno 2017. È ancora a fianco di Albertini per “Anima bella”, girato in pellicola Super 16, definito dai «Cahiers du Cinéma» “un piccolo miracolo, sublime”.
Nel 2019 illumina una delle serie italiane più ambiziose e innovative: “Romulus” − per gli episodi diretti da Michele Alhaique −, per poi proseguire nel 2021 con la seconda stagione. Nel 2020 lavora a “Mondocane” di Alessandro Celli, presentato in concorso alla Settimana della Critica del Festival Internazionale di Venezia e finalista ai nastri d’Argento; il film è accolto con entusiasmo dalla critica nazionale e internazionale, ed è distribuito in Italia e negli Stati Uniti.
Nel 2021 dirige la Fotografia della serie “Non mi lasciare”, diretta da Ciro Visco, e del film “Una femmina” di Francesco Costabile, presentato alla Berlinale, in concorso nella sezione “Panorama”, e candidato ai David di Donatello come migliore Opera Prima e come Miglior Sceneggiatura non originale. Nel 2022, per la regia di Ivano De Matteo, firma la Fotografia di “Mia”, in pellicola Super 35, in uscita il 6 giugno, e l’esordio alla regia di Lyda Patitucci “Come pecore in mezzo ai lupi”, presentato in anteprima al Festival Internazionale di Rotterdam. Nello stesso anno, per la regia di Pippo Mezzapesa, firma una delle serie più attese del 2024 “Avetrana: qui non è Hollywood”.
Vi aspettiamo!

Info

Per partecipare  prenotarsi alla mail: info@artdigiland.com

Invito- Haiiro
Presentazione editoriale - Mercoledì 15 febbraio alle 19 - Officine Fotografiche Roma

Haiiro di Maurizio Cianciarelli

edito da PHAOS edizioni

Mercoledì 15 febbraio alle 19 presentiamo il libro Haiiro con le fotografie di Maurizio Cianciarelli, calligrafie di Kinuko Miura e prefazione di Paolo Lagazzi di Phaos Edizioni.

Il progetto adotta il “ritmo” di un Tanka con la sua struttura articolata su 5 versi e formule metriche basate su due soli insiemi sillabici: cinque e sette sillabe.

Il respiro disimmetrico di questa cadenza che
nel tanka alterna i versi in Quinario/Settenario/Quinario/Settenario/Settenario,
viene ripreso nel racconto fotografico attraverso l’alternanza, nelle cinque immagini di ogni serie, di foto singole e dittici secondo la sequenza:

1 – Foto Singola 2 – Dittico
3 – Foto Singola 4 – Dittico

5 – Dittico

“Ciò che del tanka ha affascinato Maurizio Cianciarelli è in primo luogo la plasticità, il carattere insieme sciolto e concreto, la schietta vocazione metamorfica. Se, da un lato, ha resistito nei secoli senza modificare il suo impianto metrico, dall’altro questa formella poetica si è aperta via via ai contenuti più disparati, da quelli tipicamente “cortesi” (l’amore e la natura, le galanterie, i sospiri, le lacrime, le lune, i fiori di ciliegio…) fino a quelli peculiari dei tempi moderni (treni, metropoli, luci artificiali, malattie o ansie di nuovo genere…) scivolando in souplesse attraverso le innumerevoli pieghe dell’umana esperienza, nutrendosi di tutto e spostandosi senza tregua verso altre prospettive, occasioni, visioni.” (Paolo Lagazzi)

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Presentazione editoriale - Mercoledì 22 febbraio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

PHENOMENA di Sara Palmieri

di Sara Palmieri
a cura di DITO Publishing

Mercoledì 22 febbraio alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche Roma il PHENOMENA di Sara Palmieri, edito da DITO Publishing.

Intervengono alla serata:
Sara Palmieri, autrice
Beatrice La Tella, scrittrice
Martha Micali e Klim Kutsevskyy, editori

 

PHENOMENA è un libro che contrae il tempo e ridefinisce lo spazio occupato dall’umanità in relazione alla natura, i suoi scenari di rappresentazione, di immaginazione e di controllo, rompendo i confini di ciò che è percepito reale e lasciando emergere ciò che è invisibile.

Il lavoro mette in discussione le gerarchie tra uomo e natura, discute i rapporti di forza, la manipolazione delle risorse. Attraverso una profonda comprensione dei fenomeni naturali in relazione a quelli sociali la fotografa riesce a costruire un’ allegoria della creazione della natura. Il volume propone una tesi, e uno spunto di riflessione: perché l’uomo crea immagini e atmosfere fittizie, nel tentativo di fare della natura un elemento d’arredo? Perché l’uomo non vive il suo rapporto con la natura e deve filtrarlo per poterlo tollerare? La serie presentata, che raccoglie il discorso dell’artista in modo molto ampio, è diventata un’occasione per riflettere su questi temi.

Attraverso la lente del concetto di controllo e del suo esercizio la scrittrice Beatrice La Tella ha quindi dialogato con le immagini per realizzare un testo di grande potenza evocativa, una sorta di coro che risuona insieme alle immagini.

Ingresso libero.

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Lezione aperta di videomaking a Villa Ada - sabato 18 febbraio ore 10 - Villa Ada

Ciak, si gira!

a cura di Roberto Nieddu - PCM Studio

Ciak, si gira! Sabato 18 febbraio alle 10 prendete le videocamere o gli smartphone e partecipate alla lezione di videomaking sulle tecniche di ripresa a Villa Ada, tenuta da Roberto Nieddu, docente del corso di videomaking.
Una caccia videografica in mezzo al parco, dove il nostro insegnante vi guiderà attraverso le tecniche di base del videomaking, dando consigli su come scegliere le inquadrature giuste e impostare la videocamera per ottenere i migliori risultati.Portate con voi la vostra camera, se ne avete una, oppure il vostro smartphone, per un primo approccio con il video.
Questa dimostrazione pratica è l’occasione perfetta per incontrare altri appassionati e scoprire il programma del corso di videomaking in partenza il 20 febbraio.

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Presentazione editoriale - Venerdì 10 febbraio ore 19 - Officine Fotografiche Roma

Look over Look

di Caterina Martino

Venerdì 10 febbraio alle 19 presentiamo a Officine Fotografiche il libro Look over Look – il cuore fotografico del cinema di Stanley Kubrick, l’autrice Caterina Martino sarà in dialogo con Agostino Maiello, giornalista e critico fotografico.

Fotografo è la professione che nel 1948 Stanley Kubrick indica nel certificato del suo primo matrimonio. Ha solo vent’anni e da tre è già uno dei fotografi di “Look”. Quando nel 1950 decide di intraprendere la carriera cinematografica non abbandona l’interesse per la fotografia, la macchina fotografica o la visione maturata nel mondo del fotogiornalismo negli anni del cosiddetto neorealismo americano in cui la città nuda di Dassin fa eco alla città aperta di Rossellini.

La storia di Kubrick non racconta la trasformazione da fotografo a regista ma la combinazione tra i due ruoli e le due sfere artistiche. Quindi, Look Over Look non racconta la trasformazione di Kubrick da fotografo a regista, né intende subordinare una fase all’altra: il libro ripercorre la sua carriera fotocinematografica analizzando i film alla luce di tendenze, opere e personaggi del mondo della fotografia.

Questo volume guarda per la prima volta alla natura ibrida dei suoi film e indaga attentamente la profondità della sua attitudine fotografica dal contesto della fotografia newyorkese in cui si forma ai modelli fotografici a cui si ispira, dai temi e le questioni teoriche sull’immagine tecnica alla presenza nei film di fotografie, macchine fotografiche e fotografi.

Caterina Martino ha svolto attività di ricerca e di insegnamento in diverse università. Ha pubblicato vari saggi in riviste e volumi. Si occupa di storia e teoria della fotografia italiana e internazionale nei suoi rapporti con le altre arti (in particolare cinema) e con il dibattito filosofico contemporaneo. È tra i curatori del volume Scatti del pensiero. La fotografia come problema filosofico (Mimesis 2021).

Maggiori info: https://www.consultacinema.org/user/catema/

https://independent.academia.edu/CaterinaMartino/CurriculumVitae

 

Agostino Maiello, giornalista e storico della fotografia, opera come fotografo di architetture e paesaggio urbano. È stato Caporedattore della rivista telematica di fotografia Nadir Magazine, e si occupa di formazione e divulgazione fotografica, attraverso corsi e seminari.